Arresti ai precari BROS, le parole di un imputato: ‘Ma quale associazione a delinquere?’
Intendo in ogni caso dichiarare spontaneamente quanto segue:
Respingo recisamente ogni addebito mosso nei miei confronti nell’ordinanza.
Ho fatto parte limpidamente delle organizzazioni di disoccupati e assieme ai miei compagni ho intrapreso un percorso di lotta per la rivendicazione del nostro diritto al lavoro e ad un’esistenza dignitosa per noi e le nostre famiglie.
Ci siamo confrontati con le amministrazioni pubbliche e con le forze politiche alla luce del sole, portando all’attenzione dell’opinione pubblica il dramma della disoccupazione e della marginalità, alla quale una fetta consistente della popolazione della nostra città è di fatto condannata.
Abbiamo cercato risposte per le migliaia di cittadini senza lavoro e per le loro famiglie, agendo non per un interesse personale, che non fosse quello della rivendicazione di un diritto elementare come quello al lavoro ed alla sopravvivenza.
La marginalità e la disoccupazione nella nostra città condannano alla scelta obbligata del crimine e della devianza. A tutto questo la nostra lotta per un lavoro ha cercato di fornire un’alternativa concreta.
E lo abbiamo fatto individuando settori d’intervento e proposte operative: dalle bonifiche alla raccolta differenziata, dai servizi sociali e di assistenza alle persone al supporto al settore turistico. Per questo ci siamo formati e abbiamo cercato di maturare competenze che rendessero il nostro lavoro utile alla collettività, fuori dalle logiche di puro assistenzialismo di cui si parla nell’ordinanza.
Non possono essere addebitate a noi le responsabilità della politica, che in 40 anni non è stata in grado di fornire risposte al dramma della disoccupazione e della disperazione sociale.
Così come non può essere ridotta a questione di ordine pubblico la lotta per la realizzazione di un diritto che la Costituzione vorrebbe garantito a tutti.
La rivendicazione del diritto al lavoro e ad un’esistenza libera e dignitosa per tutte e tutti è stata l’unica ragione che ha mosso le mie azioni e respingo come infamante per me e per i miei compagni la definizione di associati per delinquere.
Luigi Volpe “Chicco”
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