Sulle ultime mosse di padron Marchionne
Disdire gli accordi sindacali per tutte le aziende del gruppo a partire dal 2012 per introdurre il modello pomigliano pone alla sbarra di certo i sindacati a partire dalla Fiom ma pone sicuramente un momento di riflessione da parte dei lavoratori che non potranno di certo stare a guardare di fronte all’ennesimo attacco portato avanti da Fiat.
Nel leggere le prime dichiarazioni dopo la sparata di Marchionne è evidente come nuovamente accordi unitari siglati mesi fa vengono messi in discussione e vanno a sottolineare le contraddizioni di tali accordi, difatti da una parte la Fiom dichiara di andare avanti per vie legali, mentre gli altri sindacati pensano già a come trovare accordi chiudendosi dietro al diritto del salario e della contrattazione per i lavoratori. Ma allora ci si chiede come possa un sindacato come la Cgil continuare a cercare una via comune con soggetti che molto palesemente non interessa ricercare quella via se non solo per motivi opportunistici, con un piede da una parte e l’altro dall’altra per cercare di pescare in entrambi panieri. Per fare capire questo passaggio riportiamo le dichiarazioni a caldo di alcuni sindacalisti in merito alle dichiarazioni di Marchionne: Maurizio Landini, segretario della Fiom- Cgil, intervenendo ad un’assemblea regionale dei delegati dell’organizzazione a Torino, prima della comunicazione della Fiat, aveva annunciato che la Fiom è pronta a mettere in campo qualsiasi azione per contrastare l’estensione ai 184 stabilimenti del gruppo Fiat in Italia dell’accordo di Pomigliano “Finché c’è lo Statuto dei Lavoratori la Fiat non può decidere quali sindacati stanno in fabbrica e quali no. Noi andremo avanti con le azioni legali e le denunce, ma dovremo anche mettere in campo un’azione sindacale non solo dentro la Fiat, ma per tutta la categoria”, ha detto. “Andremo avanti comunque per difendere gli interessi dei lavoratori”, ha aggiunto il responsabile del sindacato metalmeccanici della Cgil. “La decisione di Fiat di disdettare il contratto era attesa, adesso pensiamo di dover aprire una trattativa per un nuovo contratto”. Lo afferma, il responsabile del settore Auto di Fim-Cisl, Bruno Vitali. ”Chiederemo subito un incontro all’azienda per verificare gli effetti del recesso e con l’obiettivo di continuare ad assicurare ai lavoratori gli stessi trattamenti economici, anzi possibilmente migliorandoli, senza mettere in discussione i diritti”, ha detto Rocco Palombella,segretario generale della Uilm. ”Noi abbiamo criticato l’uscita da Federmeccanica – osserva – e questa è una reazione della Fiat. È un fatto grave e ci preoccupa alla luce di una situazione economica molto delicata con l’aumento della cassa integrazione, non aiuta le parti a ritrovare un clima positivo”. Quanto all’intenzione della Fiom di andare avanti sulla strada delle azioni legali, Palombella afferma: ”Decisione legittima, ma noi vogliamo contrattare e tutelare con accordi i diritti dei lavoratori. Andremo avanti sulla strada negoziale”.
E la politica? Come al solito da una parte indignazione, da una parte c’è chi dice che bisogna andare avanti così e via dicendo, ma il succo di tutto è che staranno a guardare in nome del rilancio della fiat e della crescita italiana per uscire dalla crisi, permettendo di creare questi precedenti che sicuramente saranno percepiti da altre grosse industrie italiane nel chiaro tentativo di arrivare alla realizzazione di contratti interni cancellando la contrattazione aziendale e tenere sotto scacco la forza lavorativa.
In tutto questo viene presa in mezzo anche la provincia di Modena che vede nel suo territorio la presenza di importanti impianti produttivi: Ferrari, New Holland e Maserati.
E’ da un po’ di tempo che scriviamo delle lotte dei lavoratori fiat in questo territorio e come spesso capita tutti i nodi vengono al pettine, contratti che non vengono rinnovati (Ferrari), richieste d’incontro da parte dei lavoratori che vengono rimandati al mittente (Maserati), minacce e situazioni incettabili di lavoro all’interno delle officine (New Holland), sono solo a disegnare uno scenario ora mia più incettabile da parte dei lavoratori della fiat che ora si ritrovano a dover affrontare una delle lotte più dure. Diventa ora fondamentale che queste lotte non rimangano casi isolati o tenute per singoli territori ma trovino sbocchi a livello nazionali, ognuna di esse con le proprie specificità territoriali e che non si faccino influenzare da
chissà quali linee sindacali o politiche, perché se consideriamo la pacifica Modena, è ora mai evidente come gli interessi rispetto agli stabilimenti fiat sono ben altri visto che nell’ultimo periodo chi da visibilità alle lotte dei lavoratori sono pochi giornali locali e Infoaut che attraverso la redazione di Modena cerca di entrare nel merito delle lotte e della situazione in generale, cercando di entrare nello specifico e dare quella visione delle lotte necessaria per contrastare l’attacco di Marchionne.
Per questo diciamo che è indispensabile che i lavoratori debbano trovare un momento di riflessione in merito alle lotte, lotte che non devono rimanere chiuse nelle fabbriche o limitate a semplici cortei modello gita con passeggiata per città ad alto contenuto culturale, è ora di dare risposte più serie e concrete verso chi sta portando un offensiva al mondo del lavoro con il chiaro appoggio della politica, la stessa politica che a Modena si fa bella verso il prestigio delle fabbriche fiat modenesi ma non trova risposte verso quei lavoratori che prima o poi dovranno fronteggiare chiusure casse integrazioni ecc…ecc… per questo bisogna cominciare a ragione per un salto di qualità, prendere spunto dalle mobilitazioni che a livello mondiale si stanno allargando a macchia d’olio, scendere nelle piazze nelle vie delle città come gli studenti e dare un segnale forte a questa governace politica-finanziaria fino al suo abbattimento, ribadire che in Italia non c’è bisogno di personaggi come Marchionne che nell’ultimo periodo si fa notare per queste sparate e non di certo per rilanciare il marchio fiat.
Continueremo a seguire la vicenda sia a livello nazionale e nello specifico seguiremo gli accadimenti in terra Modenese certi che presto i lavoratori si mobiliteranno per rivendicare il loro diritto di lavoratori, per il diritto alla contrattazione e per il diritto a quelle garanzie sul mondo del lavoro che anno dopo anno vediamo minacciate e sparire.
Redazione Infoaut_Modena
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