
TO: udienza onda vs RAI
Cosa avvenne realmente? Il 6 Luglio ventuno studenti dell’Onda, che avevano partecipato al corteo contro il G8 University Summit di Torino, furono colpiti dalle misure cautelari (di cui 12 in carcere) ordinate dal procuratore Caselli. La sera stessa 3mila persone riempirono le strade di Torino in solidarietà con gli arrestati chiedendone la liberazione. La RAI, come suo costume quando si tratta di movimenti sociali, non ha parlato in nessuno dei suoi TG del corteo ma, anzi, ha semplicemente mandato in onda un’intervista a Caselli, il quale, da parte sua, ha elogiato l’ottima operazione poliziesca e giudiziaria. Nessuno sembrava preoccuparsi della voce degli studenti e degli arrestati, dei famigerati tagli all’università operati dalla Gelmini, dell’opulenza e arroganza dei rettori del summit torinese e della zona rossa imposta dalla questura. Il 7 Luglio circa 30 studenti decisero entrare alla RAI per richiedere un intervista, in modo da poter riequilibrare l’evidente faziosità con cui l’azienda del servizio pubblico stava trattando la faccenda. Il tutto avvenne in maniera pacifica, esponendo uno striscione fuori dalle finestre e parlando (dalle dichiarazioni processuali dei testimoni dell’accusa) cordialmente con un dirigente RAI. La stessa guardia giurata, che secondo il PM avrebbe subito violenza nell’entrata concitata degli studenti, ammette di aver ricevuto una spinta ma di non essersi fatto per niente male. Un’azione che in totale è durata un paio d’ore, senza danni o lesioni per nessuno. E’ per questo che il PM richiede dieci mesi di carcere per i 15 studenti imputati?
Un ultimo commento alla RAI che, costituendosi parte civile, chiede 30mila euro di danni per l’incursione degli studenti. Gli studenti difficilmente possono aver peggiorato la qualità dell’informazione fornita dalla RAI di Minzolini e delle lottizzazioni.
Come in altre occasioni ci troviamo di fronte ad una giustizia (quella di questo paese in crisi) che va a due velocità, zerbino con i potenti e arrogante con i più deboli.
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