Torino, assemblea in università con Landini
Durante il dibattito diverse questioni sono state portate dagli studenti, molte ancora senza una risposta precisa. Come seguirà il percorso di lotta della Fiom contro il modello Marchionne dopo lo sciopero del 28? L’apertura della Fiom ai movimenti può tramutarsi in uno spazio politico che metta realmente in crisi la classe dirigente e padronale del paese? Non è rimasto fuori dal dibattito neanche il caso della Tunisia, dove nella rivolta che ha portato alla fuga del “sultano” Ben Alì il sindacato ha svolto un ruolo centrale. Infine ancora una volta da parte degli studenti, come da parte di molte anime di movimento, è venuta la richiesta di uno sciopero generale sul modello francese, greco o, perchè no!, tunisino… Non certo come feticcio buono in ogni stagione, ma proprio momento di blocco del paese, di conflitto e rivolta sociale che apra prospettiva di cambiamento reali.
Dal canto suo, Landini ha sfruttato anche questa occasione per rompere l’isolamento politico in cui rischia di trovarsi la Fiom; infatti è evidente come nel Pd e nella Cgil non ci sia la volontà di appoggiare il sindacato dei metalmeccanici. Il movimento studentesco – ed è giusto ricordare sia universitario che delle superiori – si è mostrato come soggetto forte e trainante negli ultimi anni e la presenza di Landini all’Università conferma come sia diventato punto di riferimento anche per altri soggetti sociali.
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