Torino. La casta è finita!
Comunicato del corteo studentesco:
Dopo l’ estate calda che ha visto diverse mobilitazioni e proteste sconvolgere il panorama internazionale passando dal Nord Africa fino alla Grecia, dal Cile all’Inghilterra e dalla Spagna all’Italia, il ritorno nelle scuole non può passare inosservato, anzi, esso ci fornisce una linea di continuità con quel fenomeno che possiamo chiamare “globalizzazione delle lotte”. Infatti, ogni area coinvolta ha avuto un modo caratteristico di esprimere il proprio disagio; dai Greci che stanno portando avanti un conflitto da mesi facendo pagare la crisi alla stessa classe politica che l’ha causata, alle occupazioni permanenti degli Indignados nelle piazze spagnole, dalle rivolte studentesche del Cile, fino ad arrivare ai Riots inglesi che ci hanno fornito un esempio concreto di come si possa sfidare faccia a faccia la politica dell’austerity.
Gli studenti medi non rimangono indietro, non abbassano la testa!
Con la giornata di oggi, che ha visto scendere in piazza 5000 persone, inizia un lungo ciclo di mobilitazioni che vedranno come protagonisti delle lotte ancora una volta gli studenti medi, pronti a mostrare il loro dissenso nei confronti di una crisi della quale non si sentono responsabili, rifiutando il debito creato dalla casta politica.
In effetti non si è trattato di una sfilata per le vie di Torino, bensì un percorso di protesta che ha indicato i punti eblematici degli enti che hanno causato questa situazione di un sempre più probabile default. È importante ricordare la partecipazione degli studenti valsusini che oggi sono scesi in piazza al nostro fianco dopo l’estate intensa di lotte in Val Susa.
Dopo l’usuale lancio di uova contro la sede del Miur (Ministero dell’Istruzuione dell’Università e Ricerca), il corteo si è poi diretto in Via Pò, dove sono stati incendiati i manichini raffiguranti la lobby che gestisce le manovre politiche ed economiche, speculando sul nostro futuro. È questa la casta politica a cui ci riferiamo: coloro che stanno portando avanti una politica di austerity, che credono di poterci far pagare il debito pubblico. Il loro progetto politico prevede un pesante attacco ai servizi pubblici, un inutile investimento dei fondi pubblici destinati agli enti privati e una manovra finanziaria che riduce i redditi disponibili e allo stesso tempo aumenta le imposte In seguito lo spezzone studentesco ha deviato il percorso prestabilito per dirigersi alla sede del LTF. LTF è l’ente responsabile della progettazione della tratta transfrontaliera della Nuova Linea Torino Lione (TAV), partecipata al 50% da Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e da Réseau Ferré de France (RFF). La ragione di quest’attacco sta nella volontà di opporsi a una gestione dei fondi pubblici volta soltanto al guadagno dei pochi, trascurando la solida opposizione di un movimento che non si limita al territorio valsusino ma si estende su tutto il territorio italiano. La casta continua ad affermare che non ci sono soldi da investire nella scuola pubblica e nel frattempo porta avanti un’opera che necessita un folle investimento di 20 miliardi di euro e investe 90000 euro al giorno per mantenere un cantiere fermo da anni. La presenza degli studenti No Tav è stata rilevante oltre che indispensabile per manifestare il nostro dissenso nei confronti di quest’opera inutile.
La tappa successiva è stata Equitalia, sanzionata già durante lo sciopero del 6 maggio, già presidiata da un imponente schieramento di poliziotti, in previsione di un altro attacco.
Infine, i manifestanti si sono fermati davanti alla sede della Banca Nazionale del Lavoro, ribadendo il concetto con lo slogan “Contro la crisi, rifiuta il debito”. La rilevanza di questo gesto sta nella nostra volontà di far intendere a gran voce che saremo noi studenti la crisi di questa cricca di affaristi e politicanti attraverso la lotta dal basso.
Dopo lo scioglimento del corteo alcuni studenti sono stati fermati ed identificati dalla Digos ed uno di questi è stato malmenato da un agente.
La giornata di oggi è solo l’inizio di un autunno rovente di proteste, occupazioni e conflitti. E chissà se la giornata di oggi, fatta di tappe simboliche, non diventi a breve un susseguirsi di azioni concrete, come ci suggerisce la brezza che arriva dall’area mediterranea.
La manifestazione di oggi è stato soltanto un riscaldamento, che la partita abbia inizio.
La casta è finita… Se continuiamo a lottare!
Student* Autorganizzat* “Haran”
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