Torino, sciopero al Caat: una notte che nessuno vuole raccontare
Ad attendere il presidio dei lavoratori della logistica davanti al Caat, uno spropositato schieramento di polizia e carabinieri, con blindati e idranti a circondare la zona. Circa 400 uomini mandati dalla prefettura per “gestire” a suon di manganelli il presidio notturno davanti ai cancelli. “Sciopero! Sciopero!” erano le parole più volte scandite dai lavoratori davanti al centro agro-alimentare. Davanti ad una militarizzazione completa della zona, i lavoratori e i solidali hanno bloccato la rotatoria d’accesso al mercato, il pretesto da parte della polizia per partire con una prima carica, durante la quale un lavoratore ha avuto un malore momentaneo. Dopo momenti di tensione con una polizia smaniosa di alzare il manganello, i lavoratori hanno tentato successivamente di bloccare il primo camion in uscita dal Caat. La polizia è tornata a caricare selvaggiamente i manifestanti facendo uso anche di lacrimogeni con il tentativo di disperdere il presidio che invece ha continuato a resistere durante tutta la notte davanti ai cancelli principali. Dopo la notizia (oggetto di sciacallaggio mediatico in queste ore) di un commerciante di 49 anni morto d’infarto, accasciandosi al suolo dopo un alterco verbale con alcuni scioperanti, la polizia ha proceduto con identificare uno per uno tutti i presenti, portando in questura 6 persone per accertamenti.
Ma ad essere un elemento importante in questa prima giornata di lotta, l’alta adesione allo sciopero da parte dei lavoratori della logistica, soprattutto nella struttura del centro agroalimentare di Torino, dove lavora circa un migliaio di persone, di cui moltissime con situazioni contrattuali irregolari. Il facchinaggio all’interno della struttura è infatti gestito da una decina di cooperative, molte delle quali arruolate con metodi da caporalato, con lavoratori ridotti in condizioni di schiavitù, sottopagati e in nero. Così la determinazione di ieri dei lavoratori ha dato un segnale forte non solo attraverso lo sciopero ben riuscito ma anche nell’esprimere quella determinazione (nonostante lo stato di polizia implementato) che è preludio di un autunno di lotta appena iniziato.
• Ascolta la cronaca audio della giornata (da Radio Onda d’Urto)
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• Il comunicato dei SI Cobas sullo sciopero
• Di seguito una documentazione video della nottata:
Il video delle cariche (al minuto 2.00 si vede chiaramente un celerino raccogliere una pietra da terra e tirarla in direzione dei manifestanti)
Una video-cronaca della serata: nella prima parte si vede bene il soffocante dispiego di forze dell’ordine che accerchia continuamente il presidio di facchini e solidali, nella seconda le violente cariche e la caccia all’uomo con tanto di pestaggi in 10 contro 1:
Ancora sulla gestione criminale della protesta orchestrata dalla Questura: appresa la notizia della morte dell’ambulante, la Digos pretende l’identificazione di tutti i presenti (lavoratori del Caat e solidali). Non paga, procede poi a buttarsi in mezzo al presidio a colpi di calci e spintoni, fermando 4 persone al grido di “Dobbiamo prenderne ancora uno!”, come si vede bene nelle immagini che seguono:
Riproduciamo infine qui sotto il comunicato della Questura di Torino. Non propensi a diffondere note di questo tipo, il comunicato qui sotto è utile (soprattutto a giornalisti e affini) a comprendere meglio il livello della situazione di ieri. Ci sembra necessaria solo un’annotazione rispetto al suddetto comunicato, relativa al vanto che la Questura fa per aver “garantito” il transito ai mezzi. Piuttosto che 1000, come tanto millantato nella nota rilasciata, a noi ci è parso di vederne non più di una quarantina, che, ad ogni modo, hanno avuto un accesso non così tanto agevole.
“lI CAAT di Grugliasco è stato teatro, nella notte decorsa, di momenti di tensione, a causa di una manifestazione, non regolarmente preavvisata all’Autorità di Pubblica Sicurezza, organizzata nell’ambito della “giornata di mobilitazione nazionale dei lavoratori della logistica”.
Intorno all’1.30, mentre iniziava l’accesso al Centro Agro Alimentare dei lavoratori o di quanti vi si recavano per caricare i generi alimentari da distribuire nei mercati e nei punti di vendita della città, un gruppo di manifestanti di circa trecento persone ha iniziato una violenta protesta di fronte alla struttura. Fra questi, oltre agli addetti al facchinaggio in stato di mobilitazione, si evidenziavano membri del sindacato “Si-Cobas” e alcune decine di appartenenti all’antagonismo.
Lo schieramento delle forze di polizia veniva posizionato a garantire il libero flusso dei mezzi in entrata e uscita dal centro di distribuzione. Dopo circa un’ora, nel corso della quale i manifestanti tentavano di impedire gli accessi, anche sdraiandosi per terra, si registravano momenti di forte tensione: alle 2.45, dal gruppo di manifestanti partiva un fitto lancio di pietre, bulloni e corpi contundenti, contro lo schieramento delle forze di polizia. In seguito, i manifestanti si dividevano in più gruppi, dando luogo a cortei improvvisati nel tentativo di forzare e aggirare gli schieramenti delle forze di polizia e comunque di raggiungere gli snodi stradali per impedire il passaggio dei mezzi di trasporto diretti ai mercati cittadini. A contenimento delle azioni illegali, si rendeva necessario il lancio di sette lacrimogeni.
Alle 3,45, quando le tensioni erano ormai terminate, un uomo di 49 anni, che era diretto al Centro per svolgere la propria attività lavorativa, veniva colto da malore, decedendo poco dopo nonostante i tentativi di rianimazione praticati dai sanitari fatti immediatamente intervenire. I primi accertamenti permettevano di appurare che l’uomo aveva accusato il malore immediatamente dopo un diverbio con alcuni dei manifestanti che continuavano a sostare nel luogo. L’uomo non sarebbe stato oggetto di violenze fisiche, quanto piuttosto vittima di un’accesa discussione con alcuni soggetti, fra cui due donne, che lo invitavano animatamente a partecipare allo “sciopero”.
Un operatore della Polizia Scientifica riportava lesioni a un braccio, in conseguenza del lancio di oggetti. A causa del fitto lancio di pietre e di altri oggetti, alcuni scudi degli operatori dei reparti inquadrati riportavano danneggiamenti.
I fatti suesposti sono stati resi noti alla Procura della Repubblica di Torino.
Sono tuttora in corso i necessari accertamenti e sei persone sono state accompagnate in Questura per gli approfondimenti del caso.
Verso le ore 5,30 l’uscita delle merci dal Centro Agro Alimentare si poteva considerare conclusa, per un totale di circa 1000 mezzi di trasporto transitati dagli ingressi della struttura per le consuete attività di distribuzione.
Torino, 16 ottobre 2014″
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