Tourcoing, Francia. Rivolta nel quartiere popolare de la Bourgogne
Da lunedì una sessantina di veicoli sono stati dati alle fiamme insieme a sei mezzi della polizia e a due autobus. La sera successiva all’incidente infatti un altro inseguimento della polizia si è concluso a la Bourgogne con decine e decine di giovani che hanno accolto e respinto i poliziotti a sassate. Quest’ultimo episodio ha innescato definitivamente una rivolta protrattasi ad alta intensità fino alla notte di venerdì e nella quale la polizia ha dovuto impiegare diversi uomini e mezzi, dando la caccia con gli elicotteri ai giovani del quartiere con l’elicottero fino alle prime luci del mattino.
Il quartiere de la Bougogne, con i suoi novemila abitanti e l’88% di case popolari, soffre cronicamente di tassi di disoccupazione altissimi e di un alto consumo di droghe. Il sindaco di Tourcoing, Gerald Darmanin, stretto collaboratore di Sarkozy e di cui sembra riecheggiare lo stile che definì feccia la gioventù banlieusarda in rivolta, criminalizza e minimizza la sommossa derubricandola a semplice fatto di devianza «Tutto è partito da tre delinquenti che hanno commesso un’infrazione al codice della strada e che avevano della droga in macchina» ma aggiunge, tradendo la paura per le proporzioni reali dello scontro che vorrebbe scongiurare «il dialogo è rotto tra la polizia e i delinquenti, ma non tra la polizia e i giovani». All’atteggiamento sprezzante dell’autorità costituita si accompagna il silenzio dei media che hanno iniziato a raccontare i fatti di Tourcoing solo a partire dalla quarta sera, quando le agitazioni minacciavano di contagiare i centri di Roubaix e Wattrelos.
A dispetto della ricorrenza degli omicidi di polizia nelle periferie francesi, un assetto sistemico articolato tra politica, media e sistema giudiziario impone una lettura episodica di queste violenze riducendoli a casi isolati che non prendono mai in esame i contesti dove questi hanno luogo e non interrogano mai pubblicamente la polizia sul suo operato, i suoi metodi la sua organizzazione. Come afferma il sociologo Said Boumamas “il rapporto della polizia con i quartieri popolari è generalmente contraddistinto dall’abuso, la discriminazione e soprattutto l’umiliazione. L’occultamento di questi dati di basi impedisce la comprensione globale delle rivolte che esplodono frequentemente dopo « l’uccisione dei fratelli ». Ma ovviamente su questo la stampa tace”.
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