Transitalia: da quattro mesi senza stipendio
Hanno presidiato la sede di Ospedaletto per tutta la notte, tra lunedì e martedì, i 29 lavoratori della Transitalia Logistic, società di servizi interbancari dell’indotto C-Global facente capo al gruppo della piacentina STI, che due giorni fa hanno indetto uno sciopero a oltranza in segno di protesta contro la chiusura dell’azienda, annunciata per il prossimo 31 marzo e per protestare contro il mancato pagamento degli stipendi dal mese di dicembre. Durante un incontro informale svoltosi la settimana scorsa, i vertici dell’azienda avevano infatti reso noto ai dipendenti l’intenzione di interrompere tutti i rapporti di lavoro e di cessare l’attività.
Benché a questa prima interlocuzione non abbia fatto seguito alcuna conferma ufficiale, la notizia della chiusura sembra aver trovato conferma nei fatti. Nel tardo pomeriggio di lunedì, un automezzo proveniente da Piacenza si è presentato ai cancelli di Transitalia con il compito di prelevare e trasferire le commesse attualmente in lavorazione nella sede di Ospedaletto. Tutto si sarebbe dovuto svolgere all’insaputa dei lavoratori ai quali non era arrivata alcuna comunicazione in merito all’operazione. Tuttavia l’informazione è trapelata giungendo fino all’orecchio dei lavoratori che non si sono fatti trovare impreparati e hanno impedito il trasloco del materiale. Successivamente hanno inoltrato ai vertici aziendali la richiesta di un incontro urgente che si svolgerà nella giornata di oggi.
I lavoratori che rischiano di perdere definitivamente il posto di lavoro, erano già stati licenziati prima dalla Sabo e poi, nel luglio scorso, dalla Sibap, entrambe società del gruppo STI, entrando poi a far parte dell’organico di Transitalia. Ma il rapporto con la nuova società era destinato ad avere vita breve. Dopo solo pochi mesi, a gennaio, i dirigenti avevano cominciato a manifestare la volontà di chiudere la sede di Pisa. Tuttavia in questa fase i 29 posti di lavoro non sembravano essere a rischio poiché a farsene carico sarebbe stata la capogruppo STI. Un impegno che è stato poi riconfermato durante un incontro svoltosi a febbraio e promosso grazie all’interessamento delle istituzioni, in particolare dell’assessore provinciale con delega al lavoro Anna Romei. In quella sede l’amministratore delegato di STI aveva infatti assicurato di poter mantenere invariati i livelli d’impiego di tutti i dipendenti di Transitalia grazie al Fondo Orizzonte, un fondo di investimento che avrebbe garantito a STI nuova liquidità per il futuro.
Da quel momento in poi le comunicazioni tra vertici aziendali e dipendenti si sono interrotte. In questo clima di sostanziale incertezza, ad alimentare ulteriormente i timori dei lavoratori si è aggiunto la forte diminuzione degli ordini in arrivo dalla C-Global, società del gruppo Cedacri unica committente di Transitalia. Un calo di richiesta le cui cause non sono da ricercarsi in un momento di crisi dell’azienda, che sembra invece godere di ottima salute, ma nelle delocalizzazioni in atto verso la Moldavia. Un paese ben noto anche al gruppo STI che già da tre anni ha cominciato a esportarvi numerose attività.
Il silenzio è durato fino alla settimana scorsa quando l’amministratore delegato di Transitalia ha dato comunicazione dell’imminente chiusura della sede di Ospedaletto, prevista per il 31 marzo prossimo. Rimangono ad oggi ancora senza risposta le reiterate richieste di pagamento delle quattro mensilità non retribuite. Ma soprattutto nulla si sa di quale futuro attenda i lavoratori di Transitalia che vedono sempre di più concretizzarsi il rischio di un nuovo licenziamento, questa volta definitivo.
La situazione diventata insostenibile ha spinto l’assemblea dei lavoratori di Transitalia, insieme alla RSU e alla Filcams-Cgil, a indire lunedì scorso uno sciopero a oltranza, destinato a proseguire finché non verranno date delle garanzie rispetto alla sopravvivenza della sede di Ospedaletto, e a dar vita ad un presidio permanente. Nei prossimi giorni i lavoratori apriranno inoltre una vertenza nei confronti di Sabo e Sibap, le due società del gruppo STI nelle quali erano impiegati prima di passare sotto Transitalia, verso le quali sono creditori dei tfr che non sarebbero stati versati al termine dei rapporti di lavoro.
I lavoratori in presidio, durante la mattinata di ieri, hanno abbandonato per alcune ore la sede di Transitalia per andar a manifestare il proprio malcontento davanti ai cancelli della C-Global. Ad attenderli hanno trovato tutti i dipendenti della società del gruppo Cedacri per solidarizzare con i colleghi. “I dipendenti di C-Global esprimono completa solidarietà ai colleghi – hanno dichiarato – edenunciano la strategia del gruppo Cedacri, che pur essendo sano delocalizza all’estero e del gruppo STI che lascia i suoi dipendenti senza stipendi per mesi negando il più elementare dei diritti dei lavoratori”.
E per questa mattina alle 9 è previsto il nuovo atteso incontro tra l’azienda, i lavoratori e l’assessore provinciale Romei.
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