Difendere l’indifendibile! Note sull’ordine pubblico al primo maggio torinese (Video e foto)
Scene come quelle a cui abbiamo assistito sono inaccettabili nella piazza sociale della manifestazione del primo maggio, e in qualsiasi altra situazione.
Giovani ammanettati a terra e poi fatti sfilare dentro il corteo, caccia all’uomo con le prede indicate dai dirigenti della questura, cariche ad personam e tentativi di fermi continui sono gli atti di una giornata che la questura torinese ha deciso di gestire in maniera chiara nelle intenzioni quanto mal supportata dall’organizzazione pratica.
A tutto questo si aggiungono due cose fondamentali accadute l’altro ieri, ovvero la presenza della polizia nel corteo in maniera pesante, finanche la scorta al sindaco Fassino che ha sfilato tra due ali di forze dell’ordine dalla partenza all’arrivo del corteo, durante il quale è stato contestato e fischiato metro per metro, compreso il comizio finale.
Dal mattino presto le forze dell’ordine e tutto il comando dirigente erano presenti al corteo con il chiaro intento di evitare figuracce al sindaco e al suo partito e fin dal primo accenno di contestazione si sono mostrati pronti a difendere l’indifendibile, ovvero il sindaco Fassino.
Ma difenderlo da cosa? Intorno alle 9.30 dagli studenti che si sono presentati al suo cospetto con striscioni, cartelli e megafono. Intollerabile per gli altolocati di via Grattoni che non solo hanno da subito fatto caricare gli studenti, ma si sono prodigati in prima persona a tentare di fermare i militanti con placcaggi stili rugby e con indicazioni precise su chi tentar di arrestare, anche senza motivazione, come poi si evince dal rilascio dei fermati, alcuni senza denuncia.
Arrivati sotto il Comune, ancora una volta abbiamo visto all’opera il braccio “slogato” della legge spingersi in quella solita solfa fatta di cariche e accanimenti contro persone precise che ben conosciamo.
Non è nostro stile, e non lo sarà nemmeno questa volta, fare le vittime di alcunché, riteniamo di aver interpretato correttamente lo spirito della giornata e di aver fatto quanto andava fatto, poi ci spiace per i tifosi della carta stampata subalpina, che a contestare sindaco e Pd non erano solo i 30 autonomi come hanno provato a far passare dalle ricostruzioni.
Né tantomeno dare a noi la responsabilità delle cariche e degli inseguimenti della polizia, perché nei video allegati a questo articolo, capirete come sono andate le cose.
La responsabilità sono tutte della Questura Torinese, dei suoi dirigenti, dei suoi vicequestori Tartoni e Sanna (colui che cavalcava la ruspa dello sgombero del presidio di Venaus nel 2005), del capo della Digos Petronzi , e della Digos stessa, che nella bramosia di difendere il potere non hanno nemmeno portato a casa il risultato.
Persino la politica istituzionale non ha saputo commentare la giornata, perché spiazzata dalla rabbia sociale dispiegata per il corteo e, vista la coscienza sporca, si sono limitati a frasi di circostanza.
La responsabilità di cui ci facciamo vanto è quella di essere parte delle lotte sociali e di parlare il linguaggio del conflitto, reale, nei luoghi, nei tempi e nei momenti dove va praticato.
A chi si mette in fila (o in battaglione) per difendere il potere lasciamo il proprio desolante destino, sapendo che ci troverete sempre nel giusto posto, laddove devono essere quelli che scelgono la lotta…e che dicono basta!
Di seguito una video cronaca del primo maggio per fare chiarezza sui fatti.
I video:
Altri da YouTube
ASSALTO AL MUNICIPIO
TG3 1° Maggio ore 19:00 Fassino+ Bersani
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