Afrin giorno 47 e 48. Aggiornamenti diretti dal cantone sotto l’attacco di Erdogan
Pubblichiamo le trascrizioni di due audio che ci sono stati fortunosamente inviati da Jacopo, redattore di Infoaut che si trova ad Afrin. Il cantone della Siria del nord è sotto attacco da settimane da parte della Turchia che vuole schiacciare l’esperimento di auto-determinazione della rivoluzione confederale. Il territorio è strenuamente difeso dalle SDF, le forze democratiche a trazione curda in cui uomini e donne di ogni etnia si stanno arruolando per partecipare a una resistenza che sta coinvolgendo tutta la popolazione. Jacopo è l’unico reporter italiano che si trova ad Afrin per testimoniare ciò che sta succedendo, i giornalisti europei sono scarsissimi e i media occidentali si limitano a riprendere acriticamente la versione fornita dall’alleato Erdogan.
Afrin, 7 marzo 2018
Siamo al 47esimo giorno di resistenza contro l’invasione dell’esercito turco e della bande jihadiste con cui è alleato. I combattimenti avvengono ancora su tutti i fronti la grande disparità di mezzi tecnici a favore dell’esercito turco fa si che degli avanzamenti militari ci siano seppur sempre ad elevati costi sia economici per la quantità di bombardamenti e di risorse utilizzati sia in termini di uomini e mezzi distrutti dalle forze della resistenza. Dalla data del cessate il fuoco dell’ONU del 25 febbraio in realtà quello che i è notato è che l’intensità e la violenza dei bombardamenti è aumentata sono aumentate vertiginosamente anche il numero di vittime civili, il numero di situazioni un cui questi bombardamenti creano dei veri e propri massacri. Un esempio è quello della cittadina di Jindirese che adesso è diventata zona di battaglia ma nella quale vivevano e vivono tutt’ora dei civili e due giorni fa è stata bombardata facendo tredici vittime proprio tra i civili in un singolo bombaramento. Altro esempio è quello del distretto di Rejo dove sempre due giorni fa un bombardamento dell’artiglieria dell’esercito turco ha ucciso tre persone e ne ha ferite diciotto. La stessa cosa sta avvenendo in tutti i distretti in cui, di fatto, le bombe colpiscono le case degli abitanti, le auto dei civili che passano o che stanno scappando dalle zone conquistate dall’esercito invasore per raggiungere Afrin. Vengono colpite spesso dai colpi dei mortai e dei tank turchi. Nel frattempo la città di Afrin sta diventando densamente popolata a causa proprio degli sfollati che stanno lasciando i villaggi sul confine. Il fatto che ci siano forti bombardamenti anche e sopratutto sui siti civili, sulle scuole, sui siti archeologici, sugli acquedotti rischia di creare una situazione umanitaria molto problematica sebbene le strutture politiche della rivoluzione confederale stiano per ora riuscendo a gestire anche le forniture d’acqua che potrebbero prossimamente essere messe in pericolo dai bombardamenti.
Ieri è arrivata una delegazione di donne dalle altre parti del Kurdistan, in particolare dai cantoni di Jizire e di Kobane, per la giornata dell’8 marzo. Una carovana di un migliaio di donne che sono venute ad Afrin perché questa resistenza, e in generale la rivoluzione che ha avuto luogo nella Siria del nord, è anche e sopratutto una rivoluzione di donne contro l’oppressione patriarcale. Qua ad Afrin si sta giocando di nuovo uno scontro simile a quello contro lo Stato islamico perché le bande jihadiste sostenute dalla Turchia vorrebbero imporre di nuovo la sharia. Ecco perché le donne sono protagoniste di questa resistenza.
Sul piano più generale bisogna notare che le SDF hanno dichiarato che sposteranno la gran parte delle loro forze dall0operazione di Deir-el-Zor con cui si stava ponendo fine alle ultime sacche di resistenza dell’ISIS al confine tra Siria e Iraq. Questa operazione sarà di fatto interrotta per poter difendere Afrin e anche le forze militari da Raqqa, prevalentemente composte da arabi delle SDF, hanno dichiarato esplicitamente che cosi come hanno combattuto l’ISIS a Raqqa per loro sarà la stessa cosa venire a combattere la Turchia ad Afrin perché è la continuazione della guerra contro lo Stato islamico. Questo perché, ed è anche stato documentato, tra le bande islamiste armate in questo momento da Erdogan ci sono anche ex-combattenti del Daesch.
Sul piano internazionale ci sono state alcune dichiarazioni del Ministro degli esteri francese sul rispettare il cessate il fuoco. Delle dichiarazioni degli ufficiali dell’esercito USA che ha notato come effettivamente questa invasione turca e johadista ha fermato lo sforzo militare che stava portando a termine l’esistenza dell’ISIS in Siria in ragione della dichiarazione delle SDF di cui parlavo prima. Per ora, però, nessun gesto concreto dalla comunità internazionale a riguardo della situazione di Afrin.
Nei prossimi giorni ci saranno le iniziative legate alla Giornata internazionale delle donne, sul fronte si continua a combattere, tutta la popolazione, anche ad Afrin, si sta preparando ad resistere e non vuole lasciare il cantone. Quello che si tema è che questa aggressione possa produrre una pulizia etnica della popolazione con le bande jihadiste che andrebbero a sostituire la popolazione curda dell’area.
Questo per ora è tutto ci sentiamo presto
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Afrin, 8 Marzo 2018
Da ieri sera intensi bombardamenti sulla città di Afrin. L’esercito turco e le bande islamiste su cui si appoggia sono avenzate nel distretto di Shera che si trova a nord est di Afrin e si sono avvicinate alla città (nonostante ci siano ancora diversi km di distanza). Hanno quindi cominciato a bombardare Afrin molto più intensamente di quanto fatto negli ultimi 48 giorni di resistenza. Le vittime sono principalmente civili, molte si trovano nel quartiere di Ashrafia, parte della cittadina a sud di Afrin chiamata Turinda. Nei bombardamenti sono morti un ragazzo che si chiama Housein, di 12 anni e una giovane ragazza Hala di 14 anni. Ci sono, secondo i soccorritori, almeno altri tre bambini dispersi sotto le macerie e almeno un altro morto. Da tutta la giornata sento i droni dell’esercito turco sorvolare la città e continuano tutt’ora i bombardamenti. Sicuramente ci saranno nuove vittime civili, mentre sto registrando questo messaggio i soccorsi stanno già andando in diversi luoghi. Ciò che si attende purtroppo sono solo nuove notizie di questo tipo. nel frattempo nella cittadina di Jinderese ci sono pesanti scontri tra le SDF e l’esercito turco. Ci sono violentissimi bombardamenti dell’aviazione e degli elicotteri d’assalto. Da quando è stato dichiarato il cessate fuoco continua l’intensificarsi dei bombardamenti.
Nel frattempo anche qui ad Afrin è l’8 marzo, giornata internazionale delle donne. Proprio loro stanno lottando per distruggere l’oppressione patriarcale rappresentato dagli jihadisti e dalla Turchia in maniera più lampante che mai. Cortei di donne stanno marciando in questo momento dentro Afrin sotto i bombardamenti proprio per sfidare anche questa invasione. Nel frattempo alcune delle più importanti risorse d’acqua sono cadute in mano alla Turchia, fatto che sta creando fortissime preoccupazioni per la situazione umanitaria. Questi gli aggiornamenti delle ultime 12 ore. Un saluto a tutti.
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