Borse europee e politiche italiane, un commento di A. Fumagalli
Andrea Fumagalli, economista e nostro collaboratore.
A marzo, secondo i dati Istat il fatturato dell’industria scende ancora, cede lo 0,9% su febbraio e il 7,6% su base annua. Sul calo tendenziale, il quindicesimo consecutivo e il più forte da ottobre 2009, pesa il mercato interno. Guardando al dato grezzo il ribasso annuo è addirittura peggiore (-10,7%).
Questo fa il paio con le dichiarazioni di ieri del leader degli industriali, Squinzi, che ha affermato ha il Nord è sull’orlo di un baratro economico che trascinerebbe tutto il nostro Paese indietro di mezzo secolo, escludendolo dal contesto europeo che conta. Fisco punitivo, edilizia in crisi profonda e costo del lavoro a livelli insostenibili sono i tasti dolenti indicati da Squinzi.
Andrea Fumagalli, economista e nostro collaboratore.
Il Governo Letta-Alfano intende riformare la riforma Fornero, per accrescere le flessibilità in entrata e favorire l’occupazione, anche su pressione della Confindustria che da tempo critica la riforma Fornero per avere irrigidito le procedure di assunzione per lavoratori con contratti diversi dal tempo indeterminato, ed averli resi più costosi per l’impresa. Viene così riproposta la via classica alla creazione di occupazione, quella di rendere più flessibili gli ingressi e far crescere l’occupazione via contratti atipici. Questi interventi non solo favoriscono la sostituzione di lavoro permanente con lavoro temporaneo, in presenza di crisi di domanda, ma rischiano anche di contribuire ulteriormente al declino della produttività del lavoro.
(da Radio Onda d’Urto)
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