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Cile, studentesse occupano il più prestigioso collegio maschile del paese

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Inizia il matriarcato: studentesse occupano L’ Istituto Nazionale” il piu prestigioso collegio maschile del Cile contro l’educazione sessista.

Santiago del Cile, sono le 12.15 di Martedì 15 Maggio. Mentre le lezioni della mattina sono ancora in corso un gruppo di 200 studentesse entra dentro ed occupa l’ “Instituto Nacional” (simbolico collegio maschile di Santiago dove sha studiato la maggior parte degli uomini di potere cileni).

Tra cori e slogan contro la violenza machista le giovani studentesse sono entrate nell’edificio mentre la polizia non tardava a circondarlo.
L’occupazione è stata realizzata dalle studentesse del “Liceo femminile Carmela Carvajal”, in collaborazione con alcuni studenti dell’ ”Instituto Nazionale”. Dopo aver barricato i cancelli con sedie e mobilio studentesco, studenti e studentesse hanno realizzato un assemblea nel cortile dell’istituto e raggiunto con un corteo interno l’edifico dove si trova la presidenza per sottolineare la responsabilità del preside in alcuni episodi di machismo recentemente accaduti all’interno del collegio.
Motivo della denuncia sono due casi di violenza macista: il primo perpetrato da uno degli alunni della scuola ai danni di una donna del personale di servizio della scuola, il secondo causato dalle scritte su una felpa, indossata dai ragazzi dell’ultimo anno con scritto: “Chi sarà bisettrice per spaccarti in due e chi altezza per passare attraverso il tuo ortocentro”.

L’ episodio si inserisce in un clima di mobilitazione generale intorno al tema, che si mantiene caldo già dallo scorso venerdì 11 quando in tutto il paese il coordinamento #NiUnaMenos insieme a diverse collettive femministe hanno realizzato concentramenti e atti di ripudio del sessismo in ogni sua forma in tutto il paese. Solo a Santiago sono scese in strada almeno 30.000 persone.

“Le donne si sentono violate. Vivono e conoscono ogni grado di abuso sessuale all’interno della propria vita quotidiana. Sono trattate con l’impotenza emozionale e sociale della vittimizzazione. Nel peggiore dei casi le guardano morire. Per questo risuonano tra di loro le diferenti mobilitazioni di carattere femminista, che non sono fatti isolati; le cause sno la pornografia, la forbice salariale, lo strattone, l’abuso sul lavoro, l’abuso in casa….” e per questo viene ribadita “l’evidenza della necessità di organizzarsi, di generare spazi autonomi, di continuare a creare attenzione ed esigere giustizia”.

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Nel frattempo le occupazioni femministe di scuole ed università si moltiplicano. Le strade di tutte le città del paese si riempiono di donne che sono stufe di morire in silenzio e determinate a riprendersi, con ogni mezzo necessario, tutto ciò che gli spetta contro la “vilenza sistemica di genere, l’esproprio metodico di spazi, corpo, pensiero ed autodeterminazione”.

In questo climax di mobilitazioni si inserisce la “Marcia e sciopero nazionale per un educazione non sessista” che si terrà il 16 maggio dislocata in tutto il paese.

 

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