Popolo mapuche: accanimento giudiziario verso i dirigenti mapuche con condanne carcerarie eterne
La persecuzione verso le dirigenze mapuche non cessano, nemmeno dietro le sbarre, dove ultimamente abbiamo visto condanne di decine d’anni, una vita intera in carcere, un peso della legge che non cade così nemmeno sui violentatori di diritti umani di questo paese.
di Redazione LID Cile
Alcune settimane fa, è stata emessa una risoluzione di condanna a 15 anni e quattro mesi per quattro comuneri mapuche militanti del Coordinamento Arauco Malleco (CAM), uno di loro figlio del dirigente Héctor Llaitul, i quali hanno già iniziato da 14 giorni uno sciopero della fame, chiedendo la nullità del processo. Mesi addietro, fu emessa una sentenza di 47 anni di carcere per Joaquín Millanao, un giovane mapuche di solo 20 anni e cugino di Camilo Catrillanca.
Nel medesimo contesto, il processo di Héctor Llaitul è programmato per marzo 2024, dove la procura, imprese forestali, il latifondo e il Governo di Approvo Dignità sollecitano una condanna di 26 anni di carcere. Questa settimana, inoltre, si dovrebbe conoscere la sentenza per Luis Tranamil, per il quale si chiede una pena di 20 anni di carcere per il caso Nain Retamal. In una situazione simile, Mijael Carbone Werken dell’Alleanza Territoriale Mapuche è stato detenuto più di un mese fa e rimane in prigione preventiva nel carcere di Temuco, dove è in sciopero della fame.
Quest’anno è stato nuovamente segnato da carcerazioni e condanne con alte pene, e c’è ancora una lunga lista di giovani e dirigenti mapuche che stanno dietro le sbarre.
È evidente che lo stato del Cile mantiene una giustizia razzista, di condanna solo per alcuni, e perpetua una storica linea di persecuzione verso dirigenti e militanti della causa del popolo mapuche, alcuni dei quali sono stati anche vittime di violenza da parte dell’apparato militare che mantiene uno stato d’emergenza in territorio mapuche come unica via.
La carcerazione opera come una politica di stato razzista; alle alte pene si aggiungono processi giudiziari prolungati, spesso con detenzioni di anni mediante montature o senza prove contundenti. Anni di carcerazione senza sentenza non possono restituire agli accusati il tempo perso. Questo sistema utilizza esclusivamente la legge antiterrorismo, promulgata il 17 maggio 1984 da Augusto Pinochet e parzialmente modificata nelle disposizioni processuali dalla legge 19.047 del 14 febbraio 1991, che l’attuale governo cerca di modificare.
Lo stato cileno ha persistito nella militarizzazione del territorio mapuche, criminalizzando la legittima difesa dagli interessi imprenditoriali sostenuti da governi che danno la priorità alla protezione dei profitti delle potenti imprese forestali, che sono nelle mani delle famiglie più ricche del paese. Mentre loro preparano le proprie forze per reprimere e imprigionare, noi che solidarizziamo con le cause del popolo mapuche dobbiamo fare un energico appello a condannare questa repressione, sollecitando la devoluzione e la restituzione delle loro terre, anche se questo implica colpire le considerevoli fortune dei latifondi o dell’industria forestale.
27 novembre 2023
La Izquierda Diario
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