CNI e EZLN per la libertà di Mario Luna, portavoce della tribù yaqui
al popolo del Messico,
alla Sexta Nazionale e Internazionale,
ai governi del Messico e del mondo
“Chiediamo l’immediata cancellazione degli ordini di arresto e della fabbricazione di reati contro i membri della tribù yaqui, condanniamo la criminalizzazione della loro lotta, dicendo ai cattivi governi, emanazione dei partiti politici, che storicamente il fiume yaqui è stato il portatore della continuità ancestrale della cultura e del territorio della tribù yaqui e di noi che facciamo parte del Congresso Nazionale Indigeno, ripetiamo che se toccano uno di noi, ci toccano tutti, per cui risponderemo di conseguenza di fronte ad un qualsiasi tentativo di reprimere questa degna lotta o qualsiasi altra lotta. (Caracol di Oventic, 7 luglio 2013, comunicato congiunto CNI-EZLN).
Non hanno potuto uccidere i nostri popoli. Perché come semi continuano a crescere. Hanno voluto ucciderci con armi da fuoco, siccome non hanno potuto, hanno tentato di ucciderci con le malattie, un’altra volta hanno fallito. I potenti hanno usato molte vie per mettere fine a noi indigeni.
Oggi ci vogliono uccidere con pale eoliche, con autostrade, con miniere, con dighe, con aeroporti, con narcotraffico; soprattutto oggi, ci causa sofferenza che a Sonora vogliano ucciderci con acquedotti.
Il passato giovedì 11 settembre, membri, sembrerebbe della Procura Generale di Giustizia dello stato di Sonora, hanno arrestato il nostro fratello Mario Luna, portavoce della tribù yaqui, accusandolo falsamente di crimini che gli sono stati attribuiti; con questo vogliono incarcerare la stessa lotta della tribù yaqui, per aver difeso le acque che nel 1940, dopo una lunga guerra, Lázaro Cárdenas ha riconosciuto come loro e che dal 2010 i padroni del denaro vogliono prendersi, mediante l’acquedotto Indipendenza, passando sopra ad una risoluzione emessa dalla Corte Suprema di Giustizia della Nazione e passando sopra a tutti i diritti che i Trattati Internazionali assegnano a nostro favore.
Neppure per scherzo l’acquedotto Indipendenza è fatto affinché i poveri abbiano acqua e progresso, come dichiarano quelli in alto, è fatto affinché i ricchi si prendano l’acqua che per secoli è appartenuta ai yaqui. Invece di alimentare campi e seminati, vogliono portare l’acqua ai grandi industriali di Sonora.
Questo saccheggio è stato la bandiera del progresso dei cattivi governi, con Guillermo Padrés Elías, Governatore dello Stato, ed Enrique Peña Nieto, capo supremo dei paramilitari alla guida del megaprogetto. Ma così come il dittatore Porfirio Díaz proclamò lo sterminio dei nostri popoli, e, particolarmente quello della tribù yaqui, in nome di questo progresso, noi sappiamo che le tiritere di Padrés e Peña Nieto sono menzogne, affinché questi megaprogetti possano esistere noi popoli originari dobbiamo scomparire, ma una buona volta diciamo a quelli in alto, che non è nei nostri piani farlo. Se hanno arrestato il nostro fratello Mario Luna, è perché si è rifiutato di vendersi, di arrendersi, perché è stato fratello di lotta di tutti noi che vogliamo che questo mondo cambi in basso e a sinistra.
Noi non chiediamo nulla ai cattivi governi, in questo momento gli vogliamo dire chiaramente una cosa, che la libertà del nostro compagno Mario Luna non gli compete e che così non gliela possono togliere, nient’altro. Gli diciamo che questa libertà è sua e del suo popolo e che devono restituire ciò che hanno preso con la forza.
Al nostro compagno Mario gli diciamo che da più di 500 anni noi camminiamo insieme, che la sua tribù cammina nella lotta, senza che gli importi se i governanti codardi li portano come schiavi dall’altra parte del paese, gli yaqui tornano a Vícam, Pótam, Tórim, Bácum, Cocorit, Huiriris, Belem e Rahum, perché è lì dove il loro sangue fluisce; che noi siamo yaqui, anche se siamo zoque o mame o tojolabal o amuzgo o nahuas o zapoteco o ñahto o qualsiasi altra lingua, e siccome siamo yaqui non ci lasceremo rubare la nostra acqua e nemmeno la nostra libertà.
Chiediamo l’immediata libertà di Mario Luna, chiediamo la cancellazione degli ordini di cattura e della fabbricazione di reaticontro i membri della tribù yaqui e, insieme a questo, chiediamo la libertà di tutt@ i nostr@ prigionier@ e in particolare quella dei nostri fratelli nahua Juan Carlos Flores Solís e Enedina Rosas Vélez, da aprile di quest’anno detenuti dal mal governo, ugualmente accusati di falsi delitti, con lo scopo di bloccare la lotta del Fronte dei Popoli in Difesa dell’Acqua e della Terra di Morelos, Puebla e Tlaxcala contro il progetto integrale del Morelos.
Messico, settembre 2014
MAI PIÙ UN MESSICO SENZA NOI.
PER LA RICOSTITUZIONE INTEGRALE DEI NOSTRI POPOLI.
CONGRESSO NAZIONALE INDIGENO.
COMITATO CLANDESTINO RIVOLUZIONARIO INDIGENO-COMANDO GENERALE DELL’EZLN.
14 settembre 2014
Enlace Zapatista
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