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Direzione Tripoli

Questa giornata di “guerra civile” parla di missili lanciati nel centro di al-Zawiyah a 30 chilometri a ovest di Tripoli, con almeno 7 morti e 40 feriti. Della Brigata Hamza inviata da Gheddafi a Misura, terza città libica, per riconquistarla, ma circondata dai rivoltosi all’areoporto. E di almeno 15 caccia i cui piloti invece di attaccare si sono schierati con la rivoluzione.

Le ore del colonnello sembrano ormai contate e come ha dichiarato un ambasciatore dimessionario: “Gheddafi farà la fine di Hitler, si suiciderà nel suo bunker”. Infatti se fino all’altro ieri compariva in TV, oggi siamo passati alle telefonate, di cui non è certa neanche la voce. Certa è però la tattica, occusare della rivolta il fondamentalismo islamico, per cercare di mettere in contraddizione i paesi occidentali. Ma i fatti, seppur parlano di una situazione complessa ed eterogena sicuramente non vedono lo zampino di Al Qaeda.

Intanto intorno alle coste libiche si avvicinano sempre più navi da guerra occidentali ufficialmente per proggere il rimpatrio dei connazionali da attacchi aerei, anche se nella giornata l’UE non aveva escluso l’ipotesi di un intervento naturalmente “umanitario”. Su questo aspetto, senza elaborare ipotesi non verifiabili, c’è sicuramente da dire che l’improvvisa sollevazione di tutta l’area del maghreb ha sorpreso i paesi occidentali e che la dinamica rivoluzionaria messa in piedi in quei paesi non rassicura certamente l’Europa, gli Stati Uniti ed Israele.

La situazione attuale è in continua evoluzione e nelle prossime ore è soggetta a cambiamenti, se è vero come dichiarano alcuni spacci di agenzie dell’ultim’ora che Ghedddafi ha inviato un messaggio alla Casa Bianca e che l’america ipotizza una “azione rapida” dato che la sitaziione “richiede azioni rapide”.

 

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