InfoAut
Immagine di copertina per il post

Libia: esplode la rabbia contro carovita e corruzione

||||

In Libia esplode un movimento popolare contro il carovita e la corruzione che rifiuta entrambe le fazioni che detengono il controllo del territorio libico dopo la deposizione di Gheddafi nel 2011 e la guerra civile.

Era chiaro da tempo che il Nord Africa sarebbe presto entrato in subbuglio a seguito dell’aumento dell’inflazione, della crisi pandemica e della guerra in Ucraina. Ma era in parte inaspettato che ad aprire le danze fosse il popolo libico che ha riempito le piazze negli scorsi giorni.

Ad incociarsi la rabbia per l’aumento nei prezzi e le continue interruzioni della corrente durate fino a 18 ore con l’odio verso una classe politica completamente aliena ai bisogni della popolazione. Da Tripoli a Misurata e Tobruk migliaia di perone hanno manifestato contro la crisi economica, il peggioramento delle condizioni di vita e lo stallo politico. In Cirenaica è stato assaltato e devastato l’edificio che ospita il Parlamento di Tobruk, in molti sventolavano le bandiere dell’ex regime di Muammar Gheddafi deposto e ucciso nel 2011. “Il diritto del popolo di protestare pacificamente dovrebbe essere rispettato e protetto, ma rivolte e atti di vandalismo come l’assalto alla sede della Camera dei Rappresentanti nella tarda serata di ieri a Tobruk sono totalmente inaccettabili”, ha scritto su Twitter Stephanie Williams, consigliere speciale delle Nazioni Unite sulla Libia mostrando ancora una volta il totale disinteresse dell’Occidente rispetto a ciò che pensa la popolazione. 

a43df7fdecc0e0f091cf8dcb891a2e8f48dd1af1

Giovani mascherati hanno dato fuoco alle gomme delle auto e bloccato le strade, tra cui un’importante autostrada costiera tra il centro di Tripoli e la sua periferia occidentale, ma le forze di sicurezza non sono intervenute.

I video riportati dai media locali hanno anche mostrato manifestazioni a Beni Walid e nella città portuale di Misurata. Sia a Tripoli che nella principale città orientale di Bengasi, culla della rivolta del 2011, migliaia di persone sono scese in piazza al canto di “Vogliamo che le luci funzionino”, rilevando l’apparente paradosso per cui uno dei paesi con vocazione petrolifera non è in grado di garantire l’energia alla sua popolazione. 

Due governi sono attualmente in lizza per il potere in Libia.

Nella capitale, Tripoli, la leadership è guidata dal primo ministro ad interim Abdul Hamid Dbeibah. Allo stesso tempo, il governo dell’ex ministro degli interni Fathi Bashagha rivendica il potere per se stesso. Quest’ultimo è alleato con il parlamento di Tobruk, a est.

Un processo di pace iniziato nel 2020 ha cercato di rimettere insieme le forze politiche. Tuttavia, dopo che le elezioni programmate a dicembre scorso sono state interrotte, il parlamento orientale ha dichiarato che il governo di unità provvisorio di Abdul Hamid Dbeibah era scaduto e ha nominato Fathi Bashagha per sostituirlo.

2022 07 01T175405Z 1852442399 RC233V94YRS8 RTRMADP 3 LIBYA CRISIS ELECTRICITY copia

All’inizio di questo mese, sono scoppiati intensi combattimenti tra due influenti milizie della Libia occidentale. I media locali hanno identificato i gruppi armati come la Brigata Nawasi – una milizia fedele a Bashagha – e la Forza di supporto alla stabilità, che sostiene Abdul Hamid Dbeibah.

Da Occidente arrivano inviti alla calma e condanne delle violenze, ma è evidente che solo l’autodeterminazione del popolo libico può portare a ristabilire la stabilità nell’area e fare fronte alla drammatica situazione sociale nel paese.

Nel frattempo il nostro ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha avvertito che la NATO dovrà affrontare minacce dirette a causa della fragilità della regione del Medio Oriente e delle difficoltà in alcune regioni del Nord Africa e del Sahel, affermando che tali minacce esistono in ciò che sta accadendo in Libia ora. Evidentemente la rivolta popolare di questi giorni minaccia gli interessi delle nostre compagnie energetiche.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

carovitacorruzioneLibiaproteste

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jenin sotto attacco israeliano: 6 morti e 35 feriti

Il Ministero ha spiegato in una breve dichiarazione che sei persone sono state uccise e altre 33 sono state ferite e sono state trasportate negli ospedali Ibn Sina, Al-Amal e Al-Shifa. È probabile che il bilancio delle vittime aumenti con l’aggressione israeliana. Jenin. Sei palestinesi sono stati uccisi e altri 35 sono rimasti feriti durante […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Somalia, Sudan, Algeria… ed il ritorno di Trump

Da Radio Africa: prima puntata del 2025, lunedì 20 gennaio 2025, per l’approfondimento quindicinale dedicato all’Africa sulle frequenze di Radio Onda d’Urto, dentro la Cassetta degli Attrezzi. In questi 30 minuti ci occuperemo di diversi Paesi africani, da nord a sud. Partiremo dalla Somalia e da Mogadiscio (in foto) in particolare, al centro del reportage sul campo della rivista Africa, con la storia […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Usa: Leonard Peltier uscirà dal carcere

In uno dei suoi ultimi atti da Presidente Biden ha commutato la condanna all’ergastolo di Leonard Peltier, l’attivista dell’American Indian Movement in prigione da quasi 50 anni. Peltier sconterà il resto della pena agli arresti domiciliari. da Osservatorio Repressione «Ho commutato la pena dell’ergastolo alla quale era stato condannato Leonard Peltier, concedendogli gli arresti domiciliari»: nell’ultimo giorno, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Voci da Gaza II – Asuat Min Gaza II

Seconda –di due– puntata speciale nello spazio informativo di Radio Blackout dedicata all’intervista di Fadil Alkhadly, membro dell’Uawc, Unione dei comitati dei lavoratori agricoli.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Raggiunto l’accordo di cessate il fuoco a Gaza

L’ accordo tra la Resistenza palestinese e il governo israeliano è stato raggiunto e firmato da entrambe le parti, a darne l’annuncio è stato Trump che da oggi inizierà il suo mandato esecutivo come presidente statunitense.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Perù. Tamburi di guerra

Su Perù 21 (giornale peruviano, ndt), il 14 gennaio, un editorialista poco noto ha inserito un’“opinione” piuttosto bellicosa. In essa, Héctor Romaña – una penna di pedigree, forse – promuoveva l’intervento militare in Venezuela. di Gustavo Espinoza M., da Resumen Latinoamericano Potrebbe essere letto come il punto di vista di un analista disperato che non […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: facciamo il punto con Eliana Riva

“Cessate il fuoco”: è la notizia che da ieri sera poco dopo le 18 occupa le prime pagine di tutti i giornali, dopo la dichiarazione su Truth da parte di Donald Trump che si è intestato l’accordo tra Israele e Hamas.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cessate il fuoco(?) su Gaza

Imminente l’accordo di cessate il fuoco su Gaza e di scambio di prigionieri – con la mediazione di Usa, Qatar, Egitto – che dovrebbe prevedere nei primi 42 giorni il rilascio di una parte degli ostaggi e la liberazione di prigionieri politici palestinesi, mentre Israele terrà il controllo del corridoio Filadelfia tra Gaza ed Egitto […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’escalation di Erdogan contro il Rojava

La Turchia e le milizie islamiste filo-turche, in particolare l’Esercito nazionale siriano (SNA), stanno sfruttando lo spostamento di potere a Damasco per colpire le aree di autogoverno controllate dai curdi nella Siria settentrionale e orientale. Ankara giustifica queste azioni sostenendo che i gruppi che operano nella regione, in particolare le Unità di difesa popolare curde […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

MILANO: NOTTE DI RIVOLTA AL CORVETTO DOPO LA MORTE DEL 19ENNE RAMY ELGAML

Riprendiamo questo articolo con relativi contributi audio da Radio Onda d’urto: Milano. Accertamenti in corso sul possibile impatto tra l’auto dei carabinieri e lo scooter con a bordo i due giovani che, nella notte tra sabato e domenica, si è schiantato contro un muretto in via Quaranta, zona viale Ripamonti, dopo un inseguimento durato diversi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: “oltremare” sempre inquieto

Dalla Martinica alla Nuova Caledonia, i “territori d’oltre mare” sono percorsi da proteste e ribellioni. A cui il governo francese risponde con il copri-fuoco e la repressione

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il movimento studentesco popolare estromette il primo ministro del Bangladesh Sheikh Hasina

Il 5 agosto 2024, dopo settimane di rivolte politiche, violenze della polizia e repressione degli studenti attivisti, il primo ministro del Bangladesh, Sheikh Hasina del partito Awami League, si è dimesso dopo 15 anni di governo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kenya: le proteste della generazione Z contro il presidente Ruto si allargano alle classi popolari

Nuove manifestazioni ieri in Kenya, organizzate dalle associazioni per i diritti civili e dai giovani della Generazione Z. Lo slogan delle piazze è: “Ruto se ne deve andare”.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kenya: il presidente Ruto annuncia il ritiro della riforma ma la protesta continua.

In Kenya da più di una settimana proseguono le proteste contro la nuova legge finanziaria, chiamata Finance Bill 2024, che prevede tra le altre cose un’imposta sul valore aggiunto del pane.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

La strategia estrattivista per entrare nei territori ancestrali raggiunge il suo apice

Il conflitto per il territorio degli Shuar, causato dagli interessi minerari, va avanti da più di 20 anni. Ma questa volta è diverso, sembra essere l’ultima battaglia.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il CALP prende parola sull’indagine per corruzione nella regione Liguria

Riprendiamo due post facebook del Collettivo Autonomo Lavoratori Portuali sulle ultime vicende giudiziarie che hanno visto coinvolto il Presidente della Regione Toti e riguardano anche il porto.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Giornata di giro di boa per IREN e Regione Liguria.

È stato disposto il sequestro preventivo di disponibilità finanziarie e beni per un importo di oltre 570 mila euro ritenuti profitto dei reati di corruzione contestati all’ad di IREN Paolo Emilio Signorini e al presidente della Liguria Giovanni Toti, entrambi in custodia cautelare ai domiciliari.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Gavio e ndrangheta. Le mani dei boss del cemento su TAV ed autostrada

Facciamo il punto su quanto emerso finora dall’indagine Echidna che ha scoperchiato il vaso di pandora dei rapporti tra politica, criminalità organizzata e imprenditori in Piemonte nel segno del cemento.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

I giorni delle canaglie

Questi primi di aprile sono giorni in cui si torna a parlare delle collusioni fra personaggi legati alla malavita, politici locali e imprese che gestiscono gli appalti per lavori direttamente o indirettamente legati alle grandi opere in Piemonte: sono i giorni delle canaglie.