InfoAut
Immagine di copertina per il post

E quindi guerra? L’omicidio di Al Arouri mette Nasrallah con le spalle al muro

Se le forze di Hezbollah si stavano compattando ed organizzando in vista di un possibile conflitto nel sud del Libano, l’assassinio di Al Arouri (e di altre 5 persone) ha sicuramente dato una spinta decisiva verso l’escalation nell’area.

di Benedetta Piola Caselli, da Pressenza

Ci sono vari modi di presentare quello che è accaduto e quello che sta accadendo, e nessuno di questi è neutro.

Da una parte c’è la versione di Israele che ritiene di portare avanti un braccio di ferro per procura con l’ Iran, che utilizza Hamas ed Hezbollah come marionette per comprometterne la sopravvivenza : in questa prospettiva, Israele ha interesse ad intervenire once and for all non soltanto nella striscia, ma anche nel sud del Libano (e speriamo non in Siria) ; dall’ altra parte c’è la versione del popolo palestinese che sta subendo un genocidio, e vede nella resistenza armata almeno la salvezza dell’onore.
Infine, c’è un paese terzo , il Libano appunto, che sta venendo trascinato per i capelli in un conflitto non voluto e che può determinarne il crollo definitivo.
Che cosa succederà adesso?

La scelta di Al Arouri come bersaglio e la scelta del luogo dell’attentato sono fortemente simbolici, perché vogliono sottolineare la contiguità fra Hamas ed Hezbollah, unendole in una responsabilità condivisa.
Il “numero due di Hamas” aveva infatti giocato un ruolo importante nel riavvicinamento fra le due organizzazioni, tradizionalmente non in buoni termini ; in più , Al Arouri si trovava a Beirut, “sotto la protezione” di Hezbollah.
Oltre a questo, colpirlo in Libano, Stato sovrano, significa ribadire che Israele può colpire chi vuole, dove vuole e quando vuole.

Però, c’è un però.
Chi ha progettato l’omicidio non può non avere tenuto conto delle conseguenze.
La prima è pratica : l’interruzione dei negoziati sui prigionieri e sulla tregua fra Israele ed Hamas.
La seconda è giuridica : l’attentato – definibile come terroristico – ha violato uno Stato sovrano.
La terza è di relazione : Hamas ed Hezbollah ricompattano il fronte.
La quarta è politica : a questo punto, Nasrallah è messo con le spalle al muro e deve rispondere alla provocazione, o perderà di credibilità presso la sua base.

Se le conseguenze sono state ben valutate, la morte di Al Arouri si paga con un prezzo altissimo.
Chi ha ucciso voleva soffiare sul fuoco e ravvivare la fiamma, e c’è riuscito ; ma questo giova ad Israele, in questo momento, e è consistente con gli altri passi, quali il ritiro dei riservisti?

Al momento il gabinetto di guerra di Nethanyau tace.
Secondo Al Jazeera Mark Regev, suo consigliere, avrebbe dichiarato al canale statunitense MSNBC che “chiunque sia stato, deve essere chiaro che non si tratta di un attacco al Libano”.
Sono parole che sorprendono, perché l’accaduto è indubbiamente un attacco al Libano ; che cosa vogliono dire? Sono un (goffo) passo indietro sulle conseguenze, o è un modo per indicare una false flag?

Mentre i contorni della vicenda si chiariscono, nessuno dubita che ormai si sia passata la linea rossa.
Il discorso di Nasrallah mercoledi, ma soprattutto quello di venerdì, sono attesi con con un’ansia crescente da tutta la popolazione.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

ASSEDIO DI GAZAisraelelibanonethanyaupalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Malpensa: bloccati i check-in di Turkish Airlines in solidarietà con il Rojava. Violenze contro i manifestanti

Ieri mattina, 9 gennaio 2025, in risposta ai continui attacchi della Turchia alla Amministrazione Autonoma Democratica del Nord Est della Siria (Rojava, DAANES), molti giovani hanno bloccano il check-in del volo a Milano Malpensa.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: attacchi continui (ma respinti) dei turcojihadisti tra Manbij e la diga di Tishreen. L’aggiornamento con Jacopo Bindi dell’Accademia della Modernità Democratica

Nella Siria del Nord e dell’Est, dove da una dozzina d’anni è attiva l’esperienza rivoluzionaria dell’Amministrazione autonoma (Rojava), continuano gli attacchi incessanti contro le Forze democratiche siriane. Aerei da guerra turchi e droni dal cielo, oltre ai mercenari turcojihadisti via terra, colpiscono i fronti sud ed est di Manbij, per cercare di avanzare nella regione della […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il nuovo disordine mondiale / 27 – Crisi europea, guerra, riformismo nazionalista e critica radicale dell’utopia capitale

“Vorrei solo riuscire a comprendere come mai tanti uomini, tanti villaggi e città, tante nazioni a volte sopportano un tiranno che non ha alcuna forza se non quella che gli viene data” (Etienne De La Boétie. Discorso sulla servitù volontaria, 1548-1552) di Sandro Moiso, da Carmilla E’ davvero straordinario come l’attenzione alle trasformazioni reali del mondo […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Popcorn, zucchero filato e massaggi. All’interno del nuovo ‘resort’ dell’esercito israeliano nel nord di Gaza

Un nuovo rapporto dell’organo di informazione israeliano Ynet rivela un quadro inquietante: mentre i palestinesi nel nord di Gaza rischiano di morire di fame e di essere sterminati, è stato creato un vicino ‘resort’ per i soldati israeliani, che possono rilassarsi e distendersi tra un intervento e l’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: le SDF resistono agli attacchi turco-jihadisti. Il punto con il giornalista Murat Cinar

Le Forze democratiche siriane continuano la propria resistenza agli attacchi di stato turco e milizie jihadiste del sedicente Esercito nazionale siriano, controllato da Ankara.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Riassunto di un anno palestinese: genocidio, resistenza e domande senza risposta

La storia della guerra israeliana a Gaza può essere riassunta nella storia della guerra israeliana a Beit Lahia, una piccola città palestinese nella parte settentrionale della Striscia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ospedale Kamal Adwan incendiato ed evacuato: cala il sipario sull’ultimo presidio di umanità nel Nord della Striscia

Come prevedibile, Israele ha approfittato delle feste di Natale per portare a termine la distruzione fisica del sistema sanitario nel nord di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato dei combattenti italiani Ypg sulla situazione in Siria

Ripubblichiamo l’appello dei combattenti italiani Ypg uscito in questi giorni sulla situazione in Siria

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele e Turchia premono sulla Siria del Sud-Ovest e del Nord-Est

In queste giornate di repentini cambiamenti vogliamo fare il punto con Eliana Riva, caporedattrice del giornale di informazione Pagine Esteri, rispetto a due elementi di particolare pressione sul territorio siriano, ossia Israele da un lato e la Turchia dall’altro.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Kobane pronta a resistere all’imminente invasione guidata dalla Turchia

Le Forze Democratiche Siriane (SDF), martedì, hanno lanciato un duro monito contro l’imminente invasione di Kobane da parte della Turchia. Sottolineando la storica resistenza della città, le SDF hanno giurato di difenderla insieme al suo popolo, facendo appello alla solidarietà internazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: la sfida di una ricostruzione indipendente dagli interessi imperialisti

Abbiamo posto alcune questioni a Yussef Boussoumah, co-fondatore del Partito degli Indigeni della Repubblica insieme a Houria Bouteldja e ora voce importante all’interno del media di informazione indipendente Parole d’Honneur a partire dalla caduta del regime di Bachar Al Assad in Siria.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Oltre 800 banche europee investono 371 miliardi di euro in aziende che sostengono gli insediamenti illegali in Cisgiordania

La Coalizione Don’t Buy Into Occupation nomina 58 aziende e 822 istituti finanziari europei complici dell’illegale impresa di insediamenti colonici di Israele.

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

Sciopero generale: l’opposizione al governo Meloni si fa nelle piazze

Qualcosa oggi è successa. Lo sciopero lanciato da CGIL e UIL ha parzialmente travalicato gli apparati sindacali ed ha aperto uno spazio di partecipazione, ancora politicamente frammentata, nella contrapposizione al governo Meloni. A fronte dell’eterno Aventino delle opposizioni istituzionali parti di società hanno occupato le piazze e questa è una buona notizia. Ci saranno sviluppi […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

29 novembre: sciopero generale

Proponiamo di seguito una rassegna di approfondimento verso lo sciopero generale del 29 novembre a partire dalle voci collezionate durante la settimana informativa di Radio Blackout

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Una fragile (sanguinosa) tregua

Alle 10 di questa [ieri] mattina è partita la tregua di 60 giorni (rinnovabile) tra Israele e Hezbollah, orchestrata dagli Stati Uniti e in parte dalla Francia. Una tregua fragile e sporca, che riporta la situazione ad un impossibile status quo ex ante, come se di mezzo non ci fossero stati 4000 morti (restringendo la guerra al solo Libano) e 1.200.000 sfollati su un paese di circa 6 milioni di abitanti.