Egitto nel caos: centinaia i morti. Dichiarato lo Stato d’Emergenza
Riportiamo qui sotto la cronaca di Nena News riguardo a quanto avvenuto oggi al Cairo, all’interno di un quadro non ben definito e in continua evoluzione.
Sarebbero almeno cento i morti e 2mila i feriti (gli ultimi aggiornamenti, non confermati, parlano di 250 morti e oltre 5mila feriti) per le cariche della polizia egiziana volte a sgomberare le piazze el Nahda e Rabaa al Adawiyeh, i due presidi che tengono i Fratelli Musulmani al Cairo per protestare contro il golpe militare del 3 luglio e la destituzione del presidente islamista Mohamned Morsi. Lo comunica Gihad el Haddad, il portavoce dei Fratelli Musulmani. Altre fonti riferiscono di un bilancio più basso.
Le forze di sicurezza affermano di avere il controllo di piazza el Nahda. Fratelli Musulmani e polizia si scambiano accuse sull’uso armi da fuoco. Secondo diverse agenzie di stampa, questa mattina la polizia ha attaccato i due sit-in dei sostenitori dei Fratelli Musulmani, in Al-Nahda Square e alla moschea di Rabaa Al-Adawiya: i poliziotti hanno circondato i manifestanti e lanciato gas lacrimogeni.
L’agenzia di stato Mena ha riportato la notizia di un incendio appiccato dai sostenitori del deposto presidente Morsi contro una chiesa copta a Sohag, città nel centro del Paese. I manifestanti hanno lanciato contro la chiesa di Mar Gergiss delle bombe incendiarie. Date alle fiamme anche due chiese nella provincia di El-Menia.
Scontri in corso ad Alessadria, dove i manifestanti islamisti hanno dato fuoco ad un edificio governativo nel quartiere di Kom el-Deka e si sono scontrati con le forze di sicurezza. A Luxor, gli scontri si stanno svolgendo in piazza Abu Haggag: i sostenitori di Morsi hanno attaccato alcuni negozi e incendiato auto della polizia. A Giza presa di mira una stazione di polizia.
Intanto il generale Abdel Fattah Othman, del Ministero dell’Interno, ha annunciato l’arresto di alcuni leader della Fratellanza: “Abbiamo arrestato alcuni leader dei Fratelli Musulmani ma è presto per annunciare i loro nomi”.
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