#ErdoganNotWelcome. L’Italia protegge il Sultano: cariche sui curdi
Nei giardini di Castel Sant’Angelo duecento curdi e solidali sono stati accerchiati e caricati dalla polizia mentre provavano a muoversi in corteo in direzione di San Pietro dovre il presidente turco Erdogan veniva ricevuto dal papa prima di incontrare Gentiloni e Mattarella.
Mentre scriviamo i manifestanti sono ancora circondati dalla polizia che pretende di identificare tutti. Si registrano un anche un fermo e un ferito. L’Italia riceve dunque con tutti gli onori il dittatore turco che muovendo le sue pedine nell’area mediorientale prova a spianarsi la strada per l’Unione Europea. L’Italia nel frattempo arma la Turchia che aggredisce l’esperienza rivoluzionaria e libera della Confederazione della Siria del Nord la quale sul campo combatte senza tregua Daesh e le forze jiahdiste. La resistenza confederale che in questi giorni resiste ai bombardamenti su Afrin da parte dell’esercito di Erdogan rappresenta il principale ostacolo per gli interessi imperialistici del Sultano sull’area mediorientale. Le mani di Erdogan sono sporche di sangue ma in Italia viene ricevuto con tutti gli onori: il linguaggio della democrazia occidentale, come di quella turca, è lo stesso: attacco al dissenso e criminalizzazione dell’esperienza rivoluzionaria. Con coraggio, nel contesto di una massiccia mobilitazione internazionale di sostegno ad Afrin oggi anche a Roma si è sceso in piazza sfidando l’imponente dispositivo di sicurezza italo turco. Un segnale irrinunciabile.
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