InfoAut
Immagine di copertina per il post

Furia salafita contro Hezbollah

Senza dimenticare l’ascesa al potere in Iraq della maggioranza sciita dopo l’invasione anglo-americana e la caduta di Saddam Hussein e lo status di «potenza» regionale ottenuto dell’ala militare del movimento sciita libanese Hezbollah.

Non che in questi anni sunniti e sciiti non si siano affrontati in armi o nelle piazze (in Pakistan le stragi sono quotidiane ma nessuno ne parla). Conflitti a bassa intensità si sono svolti e ancora si svolgono in Yemen, tra governativi sunniti appoggiati dai sauditi e i ribelli houthisti. In Bahrain le proteste popolari per diritti e democrazia sono liquidate dalla monarchia sunnita al potere come «manovre sciite iraniane contro la stabilità del Golfo». Nell’Est dell’Arabia saudita polizia ed esercito usano il pugno di ferro contro le riccorenti proteste sciite.

L’elenco è lungo e alla sua testa c’è il massacro tra sunniti e sciiti andato avanti per anni in Iraq e che negli ultimi mesi è ripreso, anche in conseguenza della crisi siriana.

Tuttavia la “novità” che rischia di scatenare una devastante escalation è la partecipazione di Hezbollah alla guerra civile siriana a sostegno dell’Esercito governativo. I giornali arabi ne scrivono da giorni: la capacità bellica dei (molto motivati) guerriglieri delle unità di élite di Hezbollah è stata determinante a Qusayr. Proprio questo aiuto decisivo di Hezbollah – che a quanto pare continuerà anche a Homs, Hama e Aleppo – ha provocato una crisi di nervi ai leader religiosi sunniti che più di altri covano sentimenti anti-sciiti. Questo perchè, come nei secoli scorsi così oggi, i sunniti più radicali non riconoscono come musulmani gli sciiti e ancor meno gli alawiti al potere in Siria attraverso Assad e il suo entourage.

«È il momento per il jihad», ha tuonato l’altro giorno davanti alle telecamere di una televisione saudita l’influente sceicco Mohammed el-Zoghbi, invitando i giovani di Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Kuwait, Giordania, Yemen a combattere in Siria. «Dobbiamo andare tutti a liberare la Siria da questo regime infedele, con i suoi sciiti provenienti dal Iran, sud del Libano (Hezbollah) e Iraq», ha detto. Prima di lui il predicatore egiziano Yousef Qaradawi aveva rabbiosamente denunciato Hezbollah. «E’ il partito di Satana – ha detto – alleato dell’Iran che intende fare strage di musulmani… Come possono 100 milioni di sciiti sconfiggere 1,7 miliardi di sunniti? – ha chiesto – ciò avviene perché i musulmani (sunniti) sono deboli». Giovedì Abdulaziz al Sheikh, ritenuto il religioso saudita più importante, ha lanciato accuse durissime a Hezbollah. Il giorno prima i ministri degli esteri delle petromonarchie del Golfo avevano promesso l’adozione di misure, anche economiche, contro il movimento guerrigliero libanese.

Da giorni le televisioni salafite trasmettono velenosi sermoni antisciiti e chiamano alla guerra santa. In Siria già combattono migliaia di jihadisti stranieri provenienti da vari Paesi islamici, dalla Tunisia alla Somalia, spesso sotto le bandiere del Fronte al Nusra, alleato di al Qaeda. Ma i leader sunniti chiedono di più, chiedono di ripetere simbolicamente la battaglia di Karbala del 680 d.c.che, con l’uccisione di Hussein, il figlio del califfo Ali sostenuto da quelli che saranno poi noti come sciiti, segna l’inizio del dominio sunnita sull’Islam.

Chi rischia di più è il Libano – già teatro di una guerra civile lunga 15 anni – dove le tensioni tra sunniti e sciiti vanno avanti da anni. Tripoli, il nord-est del paese e la Valle della Bekaa di fatto sono già parte del conflitto siriano. E tra poco potrebbe toccare a Beirut. Nei giorni scorsi alla periferia meridionale della capitale libanese, la roccaforte di Hezbollah, migliaia di persone hanno festeggiato la vittoria di Qusayr con caroselli d’auto e con la distribuzione di dolci ai passanti. Nemmeno a Damasco si sono viste scene del genere. La rabbia dei sunniti libanesi perciò è salita alle stelle.

Parlando a Tripoli, uno dei fondatori del partito salafita in Libano, Sheik Islam al-Shahal, ha detto che «è ora di combattere». «L’occupazione iraniana del Libano deve finire – ha urlato – ogni famiglia sunnita e ogni giovane sunnita deve difendere la sua fede, la sua casa e il suo onore». Sui social networ da giorni è in corso la battaglia delle parole e delle minacce. Un giovane sunnita ha mostrato in strada un poster con una scritta molto eloquente in riferimento ai festeggiamenti sciiti a sud Beirut: «Oggi distribuiscono dolci, poi prepareranno il caffè amaro» (del lutto). La vendetta non tarderà ad arrivare e le forze di sicurezza libanesi sono in stato di allerta per evitare il peggio.

da Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

hezbollahlibanosiria

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Regione Sardegna apre all’ampliamento della fabbrica di bombe RWM

La fabbrica RWM da anni attiva in Sardegna in una porzione di territorio, il Sulcis, di proprietà della tedesca Rheinmetall, vedrà molto probabilmente il via libera per il suo ampliamento.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il fumo di Gaza oscura le fiamme della Cisgiordania: il Progetto Coloniale reso permanente

Mentre gli occhi internazionali sono puntati su Gaza, Tel Aviv sta portando avanti la sua più aggressiva campagna di Pulizia Etnica e furto di terre nella Cisgiordania Occupata dal 1948.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ucraina, prof Carpi: “Gli accordi veri saranno saranno sugli interessi riguardanti la futura ricostruzione”

“Ho poca fiducia che l’Europa possa effettivamente svolgere un ruolo di mediazione; gli europei stanno procedendo in ordine abbastanza sparso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Contro la falsa “pace” – Manifestazione regionale piemontese

In Palestina la Pace di Trump non è mai esistita, sono state oltre 400 le violazioni della tregua compiute da Israele

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torturato Marwan Barghouti

Il noto prigioniero politico palestinese Marwan Barghouti è stato aggredito brutalmente dalle guardie carcerarie israeliane, secondo le informazioni trasmesse alla sua famiglia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: oltre 10 mila violazioni dalla tregua da parte di Israele

In queste settimane si sono verificati nuovi bombardamenti in Libano, in particolare nel sud, mentre si registrano droni che sorvolano la zona e che hanno lanciato esplosivi in diverse città come nel caso di Aitaroun, con la scusa di voler colpire Hezbollah.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Germania: “Non siamo carne da cannone”, sciopero studentesco contro il servizio militare. Il Bundestag approva la leva

Nuova giornata di sciopero contro il servizio militare da parte di studenti e studentesse tedeschi, mentre si votava nelle aule del Bundestag la riforma della leva del governo di Friedrich Merz.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Armi e appalti: l’Italia mantiene aperto il canale con l’industria militare israeliana

Nonostante la campagna di sterminio contro la popolazione palestinese della Striscia di Gaza, Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato continuano ad equipaggiare i propri reparti di pronto intervento rifornendosi presso le più importanti aziende israeliane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bambini sfruttati e affumicati nei campi della California

Molto lontano dai campi di Entre Ríos o Santa Fe, i bambini contadini della California lavorano dagli 11 ai 12 anni, sfruttati, mal pagati, in terreni affumicati con pesticidi e con il terrore di essere deportati insieme alle loro famiglie di migranti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bombardamenti israeliani contro il Libano: 5 morti, tra cui l’Alto comandante di Hezbollah, Haytham Ali Tabatabaei

Beirut-InfoPal. Il ministero della Salute Pubblica libanese ha diffuso il bilancio ufficiale dell’attacco israeliano senza precedenti contro un’area residenziale alla periferia sud di Beirut, domenica 23 novembre: cinque morti e 28 feriti.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Il caso di Ahmad Salem, in carcere da 6 mesi per aver chiamato alla mobilitazione contro il genocidio

Ahmad Salem è un giovane palestinese di 24 anni, nato e cresciuto nel campo profughi palestinese al-Baddawi in Libano, arrivato in Italia in cerca di protezione internazionale e che dopo il suo arrivo, si è recato a Campobasso per presentare richiesta di asilo politico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele sta costruendo un “muro per l’accaparramento delle terre” nel sud del Libano meridionale mentre continuano gli attacchi aerei

Immagini di un muro in costruzione da parte dell’esercito israeliano nei pressi di postazioni occupate nel sud del Libano sono circolate online, mentre continua la pressione per disarmare Hezbollah

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: continuano gli attacchi israeliani nonostante la tregua del novembre 2024. Due persone uccise

Ancora bombardamenti israeliani nel sud del Libano, nonostante l’accordo di tregua concordato nel novembre 2024.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

La società della resistenza e la liberazione degli oppressi. La lunga storia di Hezbollah

Appena il governo di Beirut ha deciso il disarmo di Hezbollah, immediatamente nella capitale sono scoppiate proteste e cortei, non solo opera del partito sciita, ma di molti altri partiti e semplici cittadini.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Georges Ibrahim Abdallah uscirà di prigione il 25 luglio, dopo 41 anni di reclusione

Abbiamo tradotto questo testo apparso su ContreAttaque in seguito alla notizia della decisione di fare uscire dal carcere Georges Ibrahim Abdallah dopo 41 anni di reclusione ingiusta, simbolo della persecuzione e dell’attacco da parte di Stati Uniti e Israele in primis e, di conseguenza della totale complicità di uno Stato europeo come la Francia, nei confronti di un militante anti-imperialista, rivoluzionario marxista libanese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Siria: il bilancio degli scontri settari a Sweida sale ad almeno 250 morti. Israele bombarda anche Damasco

Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani il bilancio delle vittime degli scontri settari intorno alla città meridionale a maggioranza drusa di Sweida è di almeno 250 morti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Anche con l’avvenuto scioglimento del Pkk, la fine del conflitto curdo-turco appare lontana

Nonostante il PKK si sia auto-dissolto con il XII Congresso, da parte di Ankara non si assiste a comportamenti speculari.