Gaza, prolungamento tregua incerto. Per Netanyahu “I morti tutta colpa di Hamas”
[FOTO: Bambino ferito da cannonata israeliana sulla spiaggia di Gaza (Mohammed Talatene, Reuters)]
AGGIORNAMENTI
ore 14.15 DELEGATI PALESTINESI AL CAIRO ATTENDONO RISPOSTE ISRAELE
I delegati palestinesi al Cairo attendono la risposta israeliana alle richieste che hanno presentato attraverso i mediatori egiziani. Allo stesso tempo tempo Hamas e Jihad continuano a rifiutare una estensione della tregua poichè sino ad oggi Israele ed Egitto non hanno accolto alcuna delle condizioni poste dai due movimenti islamici per mettere fine ai combattmenti.
ore 14 MANIFESTAZIONE DI HAMAS A GAZA A SOSTEGNO RESISTENZA
Molte migliaia di persona stanno prendendo parte a Gaza city a una manifestazione indetta dal movimento islamico Hamas a sostegno della resistenza e dei delegati palestinesi impegnati al Cairo nelle trattative indirette con Israele per un accordo di cessate il fuoco permanente.
ORE 11.30 EGITTO PRONTO A RIAPRIRE IL VALICO DI RAFAH, JIHAD
Khaled al Batch, uno dei leader del Jihad Islami, ha detto alla televisione al Jazeera che l’Egitto è “completamente pronto” a riaprire il valico di Rafah, l’unico accesso a Gaza non controllato da Israele. L’annuncio è stato fatto da Khaled al-Batch. Ha pero’ avvertito che per il Jihad un’eventuale supervisione britannica sul passaggio – una ipotesi emersa nelle ultime ore – sarebbe una questione “molto delicata” dato che solo palestinesi ed egiziani sono coinvolti nella gestione di Rafah.
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Gerusalemme, 07 agosto 2014 – Scade domani mattina la tregua umanitaria a Gaza di 72 ore e non c’è ancora un accordo per la sua estensione. Israele ieri sera ha dato il via libera a un prolungamento illimitato e senza condizioni della cessazione delle ostilità. Hamas ha però replicato che non è stata raggiunta alcuna intesa al Cairo e ha avvertito i mediatori egiziani di essere pronto a riprendere i combattimenti.
Il disaccordo evidenzia la distanza tra gli obiettivi delle due parti. Il governo Netanyahu e i comandi militari israeliani ritengono, con l’Operazione Margine Protettivo, di aver inflitto un duro colpo ad Hamas e al suo braccio armato (le Brigate Ezzedin al Qassam), di aver distrutto depositi di armi e razzi ed eliminato tutti i tunnel sotterranei usati dai combattenti palestinesi. Pertanto chiudere le ostilità con un cessate il fuoco illimitato e incondizionato completerebbe il “successo” ottenuto e placherebbe le polemiche sollevate dai tanti israeliani che vedono con favore il proseguimento dell’attacco militare contro Gaza e si lamentano per l’interruzione dei bombardamenti sui palestinesi.
E’ una linea dettata anche dalla impossibilità di raggiungere il primo obiettivo dichiarato, ossia il disarmo del movimento islamista palestinese. Ieri sera il numero due di Hamas, l’ex premier del governo di Gaza, Ismail Haniyeh è stato categorico quando ha escluso che la sua organizzazione possa cedere o distruggere le armi in suo possesso. Il governo Netanyahu ora sembra accontentarsi di un accordo con gli alleati egiziani che impedisca il riarmo di Hamas.
Al contrario i leader del movimento islamico hanno bisogno di un cessate il fuoco che includa almeno la revoca dell’embargo israelo-egiziano di Gaza per non rendere vano il sangue versato da tanti palestinesi nelle ultime settimane.
Vite innocenti perdute che il premier Netanyahu, rispondendo ieri sera alle critiche internazionali, ha di nuovo attribuito ad una presunta scelta di Hamas di lanciare i suoi razzi anche da aree residenziali, esponendole, ha aggiunto, alle successive reazioni delle forze armate israeliane. Di fronte alle critiche sempre più aperte delle agenzie dell’Onu e delle organizzazioni umanitarie internazionali, Israele sta impegnando risorse ed energie umane per addossare ad Hamas e alle altre fazioni armate la responsabilità del massacro dei tanti civili (circa il 75% delle 1875 vittime palestinesi). Netanyahu ieri, incontrando la stampa estera, ha fatto riferimento anche a informazioni ed immagini raccolte da giornalisti stranieri, nei giorni scorsi a Gaza, per affermare che è Hamas la causa delle vittime civili. «Siamo dispiaciuti profondamente per ogni singola vittima civile a Gaza, la responsabilità è di Hamas», ha detto. Ha poi parlato di risposta israeliana «proporzionata» alla minaccia di oltre 3mila razzi sparati da Gaza.Poi, facendo leva sui timori generali per le recenti conquiste territoriali dei qaedisti in Medio Oriente, ha paragonato le azioni degli uomini di Hamas a quelle dello “Stato Islamico” in Iraq e Siria.
Una versione dell’accaduto che difficilmente eviterà a Israele una indagine dell’Onu per crimini di guerra.
da Nena News
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