Gli appetiti imperialisti sulla Siria
Per avere un’idea di quello che potrebbe essere un domani la Siria che hanno in mente questi “liberatori”, basterebbe guardare a quello che ne è stato della Libia, dove regna oggi una guerra civile tra bande armate (non di rado qaediste) senza altro progetto che il dominio sugli alleati di ieri, prolifiche però nel riempire le fosse comuni di “negri” colpevoli di avere la pelle troppo scura. L’occupazione militare dell’aereoporto di Tripoli, avvenuta ieri, la dice del resto lunga sulla pace che regna nella Libia del post-Gheddafi. Senza nulla concedere ai raiss caduti o a quelli ancora saldi sulle loro poltrone, è bene riconoscere la propaganda “demokratica” made in Occidente per quel che è: pura stampella di servizio agli interessi imperialistici di Stati Uniti ed Europa, che mentre si fanno una guerra spietata su quale delle due sponde dell’Atlantico deve pagare la crisi della finanzirizzazione, vanno invece a braccetto, di comune accordo cone le evolutissime monarchie del Golfo, su quale deve essere il destino del resto del mondo non ancora capace di forza ed autonomia economica e militare (come i Brics): restare in quel sottosviluppo da sempre funzionale alla centralità euro-atlantica (il Terzo Mondo di ieri) o venir frammentato e diviso su infinite linee di frattura etnico-religiosa laddove permangono consolidate entità statuali non-allineate.
Al centro degli interessi reali, la rotta dei gasdotti e, in proiezione strategica, l’attacco all’Iran e la continuazione dell’accerchiamento politico-militare di Russia e Cina.
Ascolta l’intervista con Manlio Dinucci, collaboratore del Manifesto intervistato questa mattina durante lo spazio redazionale di Radio Blackout:
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sull’argomento vedi anche:
SYRIA: NATO’s Next “Humanitarian” War? ( by Prof. Michel Chossudovsky – Global Research)
Mistero su missione militare al confine con la Siria, coinvolti 19 paesi
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