Gli Stati Uniti consigliano a Israele di “usare bombe più piccole” per ridurre al minimo le morti civili a Gaza
Con quasi 10.000 palestinesi morti a Gaza, gli Stati Uniti hanno subito pressione per limitare quello che molti considerano un massacro sfrenato di civili da parte di Israele nell’enclave palestinese assediata.
Fonte: English Version
The New Arab Staff – 5 novembre 2023
Immagine di copertina: I devastanti bombardamenti di Israele hanno distrutto anche i campi profughi [Getty]
Secondo un rapporto del New York Times pubblicato sabato, funzionari statunitensi hanno affermato di aver delineato diverse misure affinché Israele possa ridurre le vittime civili a Gaza, compreso l’uso di bombe più piccole.
Sebbene il Segretario di Stato Anthony Blinken abbia parlato, nel suo recente viaggio in Israele e Giordania, dei “passi concreti” proposti dagli Stati Uniti a Israele per “ridurre al minimo le morti civili” a Gaza, dove fino ad ora asono state uccise quasi 10.000 persone – tra cui quasi 5.000 bambini, si era però astenuto dall’illustrare quali fossero questi “passi concreti”.
Tuttavia, funzionari statunitensi, parlando al New York Times in modo anonimo, hanno affermato che le misure proposte dagli Stati Uniti per ridurre le morti civili includono la raccolta di più informazioni sulle “reti di comando e controllo di Hamas” prima di lanciare attacchi, l’uso di bombe più piccole per distruggere la rete di tunnel e l’impiego delle forze di terra per separare i centri abitati da civili da quelli in cui sono concentrati i militanti.
Nelle prime due settimane di guerra, circa il 90% delle munizioni sganciate da Israele a Gaza sono state bombe a guida satellitare da 1.000 a 2.000 libbre, ha detto al NYT un alto funzionario militare statunitense.
Secondo gli esperti e secondo un’analisi condotta dal New York Times su immagini satellitari, foto e video, Israele ha utilizzato almeno due bombe da 2.000 libbre durante un attacco aereo martedì sui campi profughi di Jabaliya, un’area densamente popolata appena a nord di Gaza City. Almeno 50 persone sono state uccise in quell’attacco.
Gli Stati Uniti hanno affermato che questo tipo di bombe non sono adatte per attacchi aerei in un’area densamente popolata come Gaza, a causa della probabilità che il loro utilizzo provochi un numero massiccio di vittime.
La soluzione presumibilmente proposta dagli Stati Uniti è ora quella di inviare a Israele bombe più piccole, consigliando allo stesso tempo a Tel Aviv di utilizzare tattiche simili a quelle impiegate dagli Stati Uniti durante l’occupazione dell’Iraq.
Ciò avviene mentre gli Stati Uniti si trovano ad affrontare una crescente protesta interna e internazionale, in particolare da parte dei suoi alleati arabi e musulmani, poiché si rifiutano di sostenere un immediato cessate il fuoco umanitario.
Sabato, in un incontro in Giordania, i ministri degli Esteri di diversi stati arabi hanno nuovamente insistito con Blinken sulla necessità di un cessate il fuoco, per evitare ulteriori morti e una crisi umanitaria ancora più catastrofica.
Sebbene ciò abbia costretto l’amministrazione Biden a essere più esplicita nel dire che Israele deve fare di più per proteggere i civili, gli Stati Uniti continuano a opporsi a un cessate il fuoco, sostenendo che andrebbe solo a beneficio di Hamas. Gli Stati Uniti hanno invece chiesto “pause umanitarie”.
Ma dal momento che Israele si rifiuta persino di sostenere la posizione degli Stati Uniti su queste pause, potrebbe non sorprendere che si opponga anche alle proposte statunitensi di ridurre al minimo le vittime civili.
Secondo quanto riferito, Israele ha respinto le proposte di Washington di modellare le sue tattiche prendendo a modello l’occupazione americana dell’Iraq, affermando che l’invio di truppe nei presunti tunnel di Hamas sarebbe una “missione suicida” e sostenendo che l’ambiente urbano altamente abitato della città di Gaza rappresenta una sfida più grande di qualsiasi altra affrontata dalle forze americane in Iraq.
Traduzione di Grazia Parolari “Tutti gli esseri senzienti sono moralmente uguali” –Invictapalestina.org
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