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Guatemala: manifestanti incendiano palazzo del Congresso contro i tagli di bilancio

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In Guatemala ieri la tensione che covava da diversi giorni è arrivata all’apice.

E’ da giovedì 19 novembre che in migliaia scendono in piazza contro la scelta del governo di tagliare le voci di bilancio che riguardano l’istruzione, la lotta per i diritti umani, la lotta contro la malnutrizione, la cura dei malati Covid a fronte di un aumento di risorse per i ministeri come quelli delle Infrastrutture e degli Alloggi.

I due ministeri in questione sono quelli dove tradizionalmente nel paese avvengono le spartizioni di denaro e gli episodi di corruzione politica più clamorosa (come si direbbe qui da noi sono “i bancomat dei partiti”). Il bilancio infatti non vede unicamente un taglio delle spese sociali, ma anche un probabile aumento del debito per le risorse impegnate in altre voci.

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La protesta, convocata dalle 14, ha visto già dalla mattina centinaia di persone scendere in piazza chiedendo che i tagli al bilancio vengano ritirati, che ci sia maggiore trasparenza nella spesa pubblica e la fine della corruzione tra i congressisti.

I manifestanti sono quindi riusciti a sfondare il portone della sede del Congresso e ad incendiarlo. Una parte significativa della struttura è stata consumata dalle fiamme.

Il Capo di Stato del Guatemala Alejandro Giammattei ha duramente condannato le proteste minacciando un duro intervento della legge, ma allo stesso tempo ha promesso di rivedere i tagli di bilancio.

Le tensioni sociali sono esplose in un momento in cui l’intero centro America è alle prese con la pandemia ed è sconvolto dai danni della tempesta Eta che in Guatemala due settimane fa ha provocato 200 tra morti e feriti. Forte è stata la solidarietà con il popolo guatemalteco in lotta in tutta l’America Latina in cui ci sono stati diversi presidi a favore delle proteste davanti alle ambasciate.

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