Guerrigliero racconta come è avvenuta la morte del comandante “Uriel” dell’ELN
Dieci giorni dopo l’abbattimento del comandante Uriel dell’ELN, questo gruppo guerrigliero ha confermato che la sua morte è avvenuta per lo sparo di un franco tiratore e che una delle minori che stava con lui pochi minuti prima della sua morte era sua figlia.
Dialogando con Colprensa, un portavoce del Fronte di Guerra Occidentale ha riconosciuto che dei guerriglieri di questo gruppo hanno risposto al fuoco dopo che il comandante guerrigliero era stato colpito e ha affermato che alcune persone che accompagnavano “Uriel” sono rimaste ferite da schegge di granata.
– Come è avvenuta la morte di alias “Uriel”?
Sì, è stato un franco tiratore che ha ucciso Uriel, che in quel momento era disarmato e dava le spalle a questa persona. Il franco tiratore faceva parte di un attacco che è stato fatto al comandante e alle persone che lo accompagnavano.
Contestiamo il tema della pena di morte in Colombia che, si suppone, non esiste. Cosicché se avevano un’indagine così avanzata e hanno aspettato che Uriel si sedesse a lavorare al computer per compiere la missione, perché non lo hanno catturato? Chi ha deciso di giustiziarlo in modo incostituzionale? Diciamo che la Colombia è uno Stato di Diritto, ma noi che esercitiamo il legittimo diritto alla ribellione siamo condannati a morire per mano di un narco-stato che non rispetta i Diritti Umani.
– C’è stato uno scontro tra ambedue le parti?
Due combattenti dell’ELN hanno risposto al fuoco dello stato colombiano, lo hanno fatto dopo che il comandante Uriel era stato colpito, per salvare la vita delle persone che lo stavano accompagnando, molte delle quali non fanno parte dell’Esercito di Liberazione Nazionale. Persone non combattenti e anche disarmate che hanno visto pendere le proprie vite ad un filo in una operazione presuntamente impeccabile. Una di loro è stata raggiunta dalle schegge delle granate lanciate dall’Esercito Nazionale.
– Sapevate della perquisizione che voleva fare la Procura nel luogo dove si trovava “Uriel”?
Siamo coscienti che ci può sempre essere un attacco, ma non eravamo a conoscenza di tale operazione. Non è stata una perquisizione, è stato un atto di guerra nel quale cercavano il comandante, ma hanno anche attaccato a man salva senza che gli importassero i danni fisici e psicologici di coloro che lo accompagnavano.
– Oltre ad “Uriel”, sono cadute altre persone nell’operazione?
Per la reazione che hanno avuto i membri dell’ELN nell’operazione, le persone non combattenti che ci accompagnavano in quel momento hanno potuto uscire vive nonostante che per l’attacco ci fosse un ferito.
– Si è parlato di minori di età nel luogo dove è stato abbattuto. Erano familiari di “Uriel”, facevano parte del gruppo?
Effettivamente, nell’accampamento c’erano due minori che non fanno parte dell’ELN e che si trovano sani grazie alla pronta reazione delle nostre unità, dato che l’Esercito Nazionale ha sparato a man salva nonostante la loro presunta intelligence dei giorni precedenti.
Tra i minori, c’era la figlia di Uriel, che era andata ad accompagnarlo per alcuni giorni, dato che oltre ad essere comandante, era un padre che si preoccupava di passare del tempo con lei e che non le mancasse nulla. Questa situazione faceva sì che in termini di sicurezza Uriel potesse essere più vulnerabile.
– Che significa la perdita di “Uriel” per il Fronte Occidentale?
La reale importanza della mancanza di Uriel è la perdita di un dirigente politico, ideologico e mediatico della classe popolare e della rivoluzione in Colombia. Il ritardo di un processo di trasformazione, di presa di coscienza e di superamento delle politiche corrotte, escludenti, oppressive e abusive che tengono le maggioranze in condizioni disumane.
Per la struttura è un forte colpo, nonostante ciò, la scuola dell’ELN che anche il comandante Uriel incarnava, continua ad essere viva in generazioni della classe popolare, tra le quali si contano combattenti, militanti, la milizia, persone normali, operai, contadini, studenti e tutte quelle che sentono indignazione per le sofferenze di quelli della loro classe.
– Come rimane l’organigramma del Fronte? C’è un rimpiazzo di “Uriel”?
Nonostante il vuoto che Uriel lascia nelle file dell’ELN, il processo intrapreso già vari decenni fa lascia persone sufficientemente preparate per dare continuità al suo lavoro e continuare ad avanzare nella lotta politica, ideologica, mediatica e militare della classe popolare.
– Il forte di Uriel, secondo quanto dicevi, erano le cellule urbane, continueranno a muoversi in questo modo?
Una delle caratteristiche forti del comandante Uriel era, convincere, mediante l’esempio e la pratica, della necessità delle trasformazioni nei campi e nelle città. Abbiamo la certezza che nelle città non terminerà l’influenza della nostra Organizzazione, “Uriel” era una componente importante, ma non l’unica.
04 novembre 2020
Vanguardia
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