Honduras: iniziata la settimana di mobilitazione generale per buttar giù il presidente Hernandez!
I blocchi e gli scioperi in corso in Honduras da quasi due mesi in protesta contro la rielezione fraudolenta del presidente conservatore Juan Orlando Hernandez (popolarmente noto come JOH) non accennano a fermarsi.
Nonostante la violentissima repressione coordinata da esercito e polizia e costata la vita ad almeno 35 oppositori. Tra i quali l’anziano Telmo Villareal, assassinato nella città di Sabà nel weekend e il cui volto chino sulla camicia insanguinata dagli squadristi di Hernandez ha fatto il giro dei social.
Non che la tensione si sia mai abbassata tra dicembre e gennaio, soprattutto nei fine settimana: sassaiole, barricate ed armi improvvisate da una parte e lacrimogeni, testuggini e pallottole dall’altra. Nel corso di un’azione è stata anche bersagliata la principale base statunitense nel paese da sacchi di spazzatura. Non sono mancate tuttavia azioni conflittuali meno violente come balli popolari e beffardi twerking all’indirizzo delle forze dell’ordine.
In primissima linea nelle proteste anche l’ex-presidente progressista Manuel Zelaya, estromesso nel 2009 da un golpe militare che ha portato al potere il partito di Hernandez. Lo scarto dai moti di allora, oltre alla radicalità ed alla tenuta della piazza, sembra darsi in una capillare strategia mediatica dell’opposizione. La quale è stata capace di imporre le proprie ragioni sui social network con la diffusione degli hashtag #yovoyaparoporque e #johnoesmipresidente, oltre all’immancabile #FueraJOH. Un tormentone lanciato dal brano “Joh es pa fuera que vas“ del popolare cantautore Macario Mejia e ripreso anche dai Daft Punk.
Con l’avvicinarsi della data ufficiale dell’insediamento di JOH (che avrebbe già ottenuto anzitempo dal Tribunale Supremo Elettorale le credenziali presidenziali) il 27 gennaio, è stata lanciata da sabato una settimana di mobilitazione e sciopero generale per mettere l’aspirante dittatore con le spalle al muro. Non resta che da vedere se e quanto – in un panorama mediatico in cui si sentirà al massimo parlare di Honduras per l’Isola dei Famosi e nel silenzio imbarazzato o complice dell’OSA, dell’UE e degli USA – questa pressione dal basso riuscirà a risultare insostenibile per un potere familiarmente ottuso ed autoreferenziale.
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