Cosa sta succedendo in Honduras?
Non è Venezuela, per questo i media internazionali non ne parlano, ma l’Honduras vive la crisi più grande dopo il colpo di stato del 2009, quando il presidente eletto, Manuel Zelaya, fu espulso dal governo con un golpe militare pianificato dal Partido Nacional e appoggiato dagli Stati Uniti. Questa volta le elezioni sono state truccate per mantenere al governo Juan Orlando Hernàndez, nonostante l’incostituzionalità della sua candidatura. Così il Paese si ritrova a vivere un altro incubo dopo le persecuzioni, la criminalizzazione della protesta, gli assassinati selettivi ( come quella dell’attivista Berta Càceres), i saccheggi dei territori e dei beni comuni, la corruzione e l’impunità. L’approfondimento di cronachelatinoamericane.
Mappa del conflitto in Honduras
Nonostante sia vietato dalla costituzione, Juan Orlando Hernadèz cerca la rielezione come presidente. Sulla sua testa e su quella del partito pendono gravi accuse di corruzione, spreco di soldi e vincoli con il narcotraffico.
Il 26 di gennaio si sono svolte le elezioni sotto l’ombra della frode elettorale, perché un milione di persone morte sono comparse nelle liste dei seggi abilitate per il voto. Nonostante questo la giornata si svolse senza particolari incidenti. Una volta chiuse le urne è cominciato il conteggio dei voti in forma aleatoria, come nelle scorse elezioni ci si aspettava che il conteggio veloce delle schede riflettesse la tendenza del voto nelle prime tre ore, la trasmissione dei dati era continua.
Dopo aver contabilizzato più del 50% del totale dei seggi era evidente che il candidato oppositore Salvador Nasralla stava vincendo di 5 punti, staticamente si poteva confermare che era lui il vincitore. Vari partiti annunciarono di avere copie di tutti i seggi e che i loro conti lo confermavano. Il presidente del Tribunale Elettorale, alleato di Juan Orlando Hernandèz, annunciò che non poteva dichiarare nessun vincitore fino a quando non sarebbero stati contabilizzati tutti i seggi. Il candidato dell’altro partito d’opposizione Luis Zelaya riconobbe Nasralla come vincitore.
Il tribunale elettorale smise col conteggio aleatorio dei seggi e cominciò a registrare solo i seggi dove Juan Orlando aveva vinto. Così piano piano la tendenza cominciò a cambiare. I seggi che davano Nasralla come vincitore vengono separati per essere “monitorati”, iniziano i sospetti che si stia mettendo in atto una truffa elettorale.
Cominciano le anomalie nel centro operativo del Tribunale Elettorale, il sistema “cade” varie volte e cominciano a circolare nei social network immagini di schede adulterate, senza le firme dei membri dei tavoli e altre falsificate. Il Ministero Pubblico perquisisce un ufficio del Partido Nacional dove si stavano falsificando schede.
Perfino gli osservatori elettorali rimangono sorpresi quando succede qualcosa di statisticamente impossibile, si inverte la tendenza e Juan Orlando Hernàndez passa in avanti superando Nasralla di 1.5 punti. La frode elettorale è evidente, la cosa strana è che le percentuali dei risultati delle elezioni dei deputati e dei sindaci non sono mai cambiate da domenica. La frode si concentra sulla presidenza.
Dopo sette giorni il 95% delle sezioni era stato scrutinato, ma il Tribunale Elettorale non si era ancora pronunciato ufficialmente. Lunedì dopo otto giorni il Tribunale Elettorale dichiara la fine dei conteggi e la vittoria di Juan Orlando Hernàndez, la differenza tra questo e Nasralla è di 52.347 voti, questa decisione genererà una crisi politica e istituzionale nel paese.
Da mercoledì 29 le basi dell’Alianza de Oposiciòn e altri cittadini indignati stanno protestando in molte città. Sono indignati per la frode elettorale che garantisce impunità a Hernàndez e al suo partito[1].
Le proteste
Dopo giorni di incertezza e in mancanza di risultati ufficiali le proteste contro la truffa si sono prese le strade. Giovedì sono cominciati invece i blocchi stradali, copertoni sono stati bruciati e si sono verificati i primi scontri con la polizia che come risposta ha fatto largo uso di gas lacrimogeni, pallottole di gomma e proiettili. Venerdì la situazione è precipitata, le principali vie di Tegucigalpa sono state bloccate. Si sono verificati saccheggi e incendi di varie attività commerciali non solo nella capitale ma anche a San Pedro Sula al grido di “ fuera JOH[2]”. Vari caselli autostradali sono stati dati alle fiamme. Scontri si sono verificati anche a La Ceiba, Progreso, Lima y Sigualapeque[3].
Nel quartiere “El Pedregal” di Tegucigalpa un bambino di 12 anni è stato ferito da un proiettili sparato dalla polizia militare,più di 21 persone sono state soccorse negli ospedali della capitale.
Il Coprifuoco
Di fronte all’insurrezione del Paese, il governo ha dichiarato il coprifuoco e ha sospeso i diritti costituzionali per dieci giorni per permettere alla polizia e ai militari di reprimere i manifestanti e provare a farli desistere, ma la rabbia è tanta. La gente è stanca, sembra di rivivere il colpo di stato del 2009, questa volta attraverso le urne. I manifestanti denunciano il furto della previdenza sociale, la sospensione di vari giudici della Corte Suprema di Giustizia, la rielezione vietata dalla costituzione, ma soprattutto la frode e la mancanza di risultati immediati.
Il coprifuoco è di 12 ore al giorno e coincide con il fatto che i risultati elettorali fino a domenica non erano stati resi pubblici, questo equivale a un colpo di stato istituzionalizzato per proteggere Hernàndez e i gruppi di potere che finora hanno governato l’Honduras. Le strade del Paese sono militarizzate, ma nonostante questo migliaia di honduregni le hanno occupate per ribadire la propria rabbia[4].
Situazione irreversibile
Ad oggi si contano 12 morti, centinaia di feriti, 500 arresti. Nonostante il coprifuoco, le proteste non si fermano. Come già successe in Paraguay e in dimensioni più piccole in Ecuador, il fantasma della truffa elettorale e la violazione della costituzione evidenziano il menefreghismo dei governi nei confronti della popolazione e fino a dove sono disposti ad arrivare per mantenersi al potere.
Lo scontento generalizzato e la profonda rabbia accumulata sono conseguenza dalla situazione economica e dalle politiche di austerità dei governi. I pilastri della democrazia crollano davanti alla sfiducia generalizzata nelle istituzioni e all’impossibilità di questa di garantire lo svolgimento delle elezioni in totale normalità.
Davanti alla truffa elettorale, l’unica soluzione possibile secondo i manifestanti è quella di prendersi le strade e bloccare il paese. Il colpo di stato e la sconfitta del 2009 è stata una lezione per il popolo dell’ Honduras. Ironicamente quella volta i militari spaccarono l’ordine costituzionale con la scusa di evitare che Zelaya facesse un referendum per considerare la rielezione, la doppia morale del potere. Ora la società è più organizzata, c’è più comunicazione e capacità d’articolazione tra le organizzazioni di base e quelle per i diritti umani.
Vari gruppi si sono pronunciati, tra questi la Piattaforma di Movimenti Sociali e Popolari dell’Honduras ha dichiarato il suo rifiuto categorico al processo elettorale truffa che vuole legittimare il modello di repressione e morte orchestrato da Juan Orlando Hernàndez[5]. Allo stesso tempo invita tutte le organizzazioni, comunità e municipi alla mobilizzazione permanente contro l’imposizione e l’illegalità della rielezione. Invita le comunità anche a difendere i territori dalla militarizzazione e dalla repressione. La Mesa Nacional de Derechos Humanos denuncia l’uso eccesivo della forza, la stessa che si sta trasformando in terrorismo di stato con attacchi ai manifestanti e ai giornalisti.
Il ruolo degli Stati Uniti e degli organismi internazionali come l’OEA e l’Unione Europea, nonostante all’inizio fosse incognito, ora, dopo l’annuncio della vittoria di Hernandèz, è chiaro: cercare di legittimare l’illegalità della rielezione presidenziale e garantire il riconoscimento internazionale delle elezioni truffa. Allo stesso modo denunciano apertamente i disordini di questa settimana e chiedono che i risultati vengano rispettati, ignorando le ragioni politiche per cui tanta gente è scesa nelle strade.
Dopo una settimana di fuoco e l’annuncio della vittoria di Hernàndez bisogna vedere cosa succederà nei prossimi giorni. Lunedì pomeriggio le forze speciali della polizia “Los Cobras” e alcuni reparti anti sommossa si sono dichiarati in sciopero e si rifiutano di reprimere il popolo, hanno anche lanciato gravi accuse al governo e agli Stati Uniti, organizzatori secondo loro, della truffa elettorale[6]. In serata invece è uscito un comunicato della polizia di scontento contro il governo[7].Si parla anche di elementi dell’esercito in stato di agitazione.
Questa settimana ci sarà il riconteggio di 5.000 schede, ma l’Alleanza contro la Dittatura[8] ha dichiarato che non parteciperà a questa farsa perché le schede da controllare sarebbero 18.000.
Sempre per questa settimana il Partito Libertà e Rifondazione ha convocato uno sciopero generale che ha l’intento di bloccare le principali autostrade del paese. I movimenti sociali invitano il popolo a creare comitati di approvvigionamento e a organizzare la distribuzione visto che gli alimenti iniziano a scarseggiare. Invitano a non ascoltare quei settori che cercano di smobilitare il popolo in cambio di favori politici. Chiedono le dimissioni immediate di Hernàndez e che si installi un governo provvisorio composto dai movimenti e le forze democratiche del Paese, in attesa che Salvador Nasralla assuma la presidenza[9]. Quello che è sicuro è che una ferita si è aperta nella società honduregna e che sarà difficile da chiudere, questo è solo l’inizio[10].
[1] https://desinformemonos.org/fraude-pueblo-levantado-honduras/
[2]Juan Orlando Hernàndez
[3] https://www.youtube.com/watch?v=9cNqwbKXuXo ,
https://www.youtube.com/watch?v=Ta7kjVcOTkE
https://www.youtube.com/watch?v=q7FkvRtmgbs
[4] https://desinformemonos.org/miles-hondurenos-desafian-toque-queda/
[5] http://www.plataformamovimientosocial.org/pmsph-comunicado-urgente-sobre-el-proceso-electoral-hondureno-2017/
[6] https://www.youtube.com/watch?v=FfTXDSPA82M
https://www.youtube.com/watch?v=MVyulgV4h0g
[7] https://www.facebook.com/unetvhn/photos/a.897401963721852.1073741829.752294238232626/1408528459275864/?type=3&theater
[8] Alleanza di sinistra che ha sostenuto il candidato Salvador Nasralla.
[9] https://www.facebook.com/notes/plataforma-del-movimiento-social-y-popular-de-honduras/comunicado-plataforma-del-movimiento-social-y-popular-de-honduras/509739966064730/
[10] http://www.latribuna.hn/2017/12/04/libre-anuncia-paro-nacional-esta-semana/
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