InfoAut
Immagine di copertina per il post

I Balcani dopo il fallimento della Transizione

Le misure propedeutiche all’ingresso nell’UE hanno portato all’assunzione da parte di Sofia di politiche di austerity pesantissime per la popolazione, già stremata dallo schizzare dei prezzi di gas ed elettricità, in una fase di recessione e di disoccupazione galoppante. Le politiche di austerity di Bruxelles già viste all’opera in altri stati hanno effetti devastanti anche qui, nella Bulgaria post-socialista sospesa tra un passato troncato di netto e un presente sull’orlo del precipizio.

La Bulgaria non è l’unico stato dei Balcani e dell’Europa Centrale ad avere una simile situazione sociopolitica. Romania, Albania, Croazia, Slovacchia,Slovenia, sono tutti paesi dell’area centroeuropea che hanno visto forti mobilitazioni sociali negli ultimi anni, dovuti piu che altro all’insostenibilità delle misure di austerity e allo strapotere delle grandi imprese che gestiscono le utilities a livello transnazionale (Evn, Cez, Energo Pro) e che scaricano i costi della crisi sugli strati più deboli della popolazione con l’appoggio delle politiche governative.

Le proteste non hanno avuto la stessa eco mediatica della situazione greca, o delle proteste crescenti in Spagna, Portogallo e Italia, non essendo stati fondamentali negli equilibri mondiali come quelli appena citati. Eppure queste zone sembrano avere tutte le condizioni per essere delle vere e proprie polveriere, all’interno del fallimento della BalkanPolitik europea che sulle macerie post-1989 ha via via cercato di integrare i Balcani con politiche di stampo neocoloniale. 

La cosiddetta Transizione sta crollando su sè stessa, insieme alle promesse da “fine della storia” che in una vera e propria nemesi hanno preso la forma dello strangolamento propedeutico all’accesso nell’eldorado UE. Privatizzazioni, riduzioni di salari, nuove tasse, tagli al welfare sono le politiche applicate a livello universale, dei veri e propri dogmi dettati da Bruxelles che ne ha fatto la base della sua strategia politica nell’area, con effetti disastrosi.

La soluzione del rifiuto del debito, così come quella della nazionalizzazione delle compagnie energetiche sono osteggiate dagli stati centroeuropei che adducono le motivazioni del peso che questo processo avrebbe sulle finanze pubbliche, sugli investimenti stranieri, sulla credibilità internazionale. Insomma, sulle condizioni di dipendenza dettate dal neoliberismo all’occidentale, il vero sistema economico e politico sotto attacco in Centro Europa, sia che prenda le forme dei memorandum greci, dell’aumento delle tariffe bulgare, della dilagante corruzione slovena e cosi via.

Ma non c’è solo Bruxelles a contare nell’area. A livello geopolitico anche gli interessi russi sono evidenti: attraverso il controllo delle forniture di gas Putin riesce a tenere sotto la sua morsa non solo l’Ucraina e la Bielorussia ma anche gran parte dell’Europa in ebollizione: una direttrice strategica della politica estera russa invariata nel corso degli anni.

L’instabilità politica bulgara è preoccupante per Mosca, che ha in cantiere la costruzione del gasdotto South Stream: la proposta di Putin potrebbe allora essere quella di concedere temporanei sconti nella fornitura di gas ai bulgari (sul cui territorio passerà il gasdotto) per calmare la mobilitazione sociale. Una mobilitazione che spaventa anche Bruxelles, che è però anche il più grande promotore del progetto Nabucco, ovvero di un oledotto concorrente al South Stream, che passa anch’egli dal territorio bulgaro e sul quale si gioca una grande battaglia sotterranea con la Russia.

Una situazione geopolitica intricata, nella quale le mobilitazioni sociali hanno dimostrato di poter contare molto e di potersi ergere a elemento destabilizzante di guerre di potere che avvengono ai piani alti ma che concordano nel costruire un futuro di impoverimento massificato basato sulle dottrine dell’austerity.

Tutte mobilitazioni sociali slegate dalla dimensione partitica e sindacale, a trazione giovanile, che non sopportano più le conseguenze sociali di questo sistema economico e che notano la dimensione transnazionale del conflitto. Basti pensare allo sciopero generale svoltosi in Grecia immediatamente dopo le dimissioni di Borisov con la parola d’ordine di cacciare il governo Samaras. Oltre a quella contro i tagli e al debito, la lotta alla corruzione ha dimostrato di essere un elemento potenzialmente massificante e ricompositivo.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

balcani

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vertice Nato: servili o complici?

Entro il 2035 la spesa militare dei 32 paesi della Nato dovrà raggiungere il 5% del PIL.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La Russia formalmente sostiene l’Iran, ma mantiene un difficile equilibrio nello scacchiere mediorietale.

Con l’Iran la Russia ha un accordo strategico che però non prevede l’assistenza militare reciproca formalizzato nel Trattato di partenariato strategico del gennaio 2025, in realtà  è un accorod molto più all’insegna del pragmatismo e degli interessi reciproci anche perchè Mosca continua ad avere buone relazioni con Israele non fosse altro perchè un sesto circa della popolazione israeliana è costituito da russi di origine più o meno ebraica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roma: bilancio delle due manifestazioni nazionali di sabato 21 giugno contro guerra, riarmo e genocidio

Sabato 21 giugno, a Roma, si sono svolte due manifestazioni nazionali contro la guerra, il riarmo e il genocidio a Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Francia: le loro armi, i loro profitti, i nostri morti

Più di 4.000 persone hanno manifestato e portato avanti delle azioni contro l’Air Show di Parigi, il commercio della morte e a sostegno della Palestina.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Gli USA bombardano l’Iran, ogni maschera è caduta

Ieri notte gli USA hanno bombardato tre siti nucleari in Iran, quello di Fordo, di Isfahan e di Natanz ufficializzando di fatto l’entrata in guerra al fianco di Israele.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: media e organizzazioni documenteranno con una Missione di Osservazione la persecuzione politica a Eloxochitlán

Si tratta della prima missione di osservazione a Eloxochitlán che sorge “come una risposta urgente” alla violenza politica e giudiziaria contro la popolazione

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Difendere Anan, Alì e Mansour significa difendere la resistenza del popolo palestinese

Udienze ed iniziative all’Aquila Il 25, 26, 27 giugno si terranno al tribunale dell’Aquila tre udienze consecutive del processo ad Anan, Alì e Mansour, tre palestinesi accusati di proselitismo e finanziamento del terrorismo, contemporaneamente si terranno alcune giornate di mobilitazione. La corte ha intenzione di arrivare alla sentenza entro il 10 luglio. Le iniziative proposte […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

l’Occidente che uccide:retoriche vuote per giustificare l’ingiustificabile.

L’idea che si possa “difendere la civiltà” a suon di bombe e crimini di guerra è il paradosso fondativo del progetto coloniale. E oggi è il cuore della propaganda bellica israeliana, e di chi la sostiene in Occidente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello a mobilitarsi contro il salone del Bourget a Parigi.

Dal 16 al 22 giugno 2025, presso il centro espositivo di Le Bourget, a nord di Parigi, si terrà il 55° Salone internazionale dell’aria di Parigi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

MAGA vs neocons: la coalizione trumpiana si spacca sulla guerra all’Iran

Qualcosa di interessante sta accadendo all’interno della coalizione che ha portato alla vittoria Donald Trump: la tentazione di entrare in guerra direttamente contro l’Iran al fianco di Israele sta creando scompiglio.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roghi e lotta per la vita in Macedonia: avete acceso le fiamme, ora preparatevi al fuoco

Il 16 marzo, 59 giovani sono morti tra le fiamme a Kocani, in Macedonia, in un club notturno. Avevano tra i 14 e i 25 anni.

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Bosnia: In migliaia in piazza contro i femminicidi e la violenza sulle donne

Dopo l’episodio avvenuto a Gradačac, in migliaia sono scesi nelle piazze di tutta la Bosnia Erzegovina per manifestare contro i femminicidi e la violenza sulle donne, e per chiedere alle autorità di garantire alle donne una protezione concreta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un 2023 di guerre?

Mentre il conflitto in Ucraina non accenna a fermarsi, si riaccendono sotteranei altri conflitti nei “punti caldi” del globo. Non solo la pace sembra lontana, ma i rischi di un’escalation generalizzata, in particolare alle porte dell’Europa, aumentano.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

L’anno degli anniversari / 1991-2021: inizio delle guerre nell’ex-Jugoslavia

di Elisabetta Michielin da Carmilla “Che queste mie memorie siano la coscienza sporca dei giorni che state vivendo” Fra tutti gli anniversari celebrati quest’anno uno è passato più sotto silenzio degli altri: l’inizio delle guerre nella ex Jugoslavia 30 anni fa, nel 1991, con la dichiarazione di indipendenza di Slovenia e Croazia. Eppure le guerre […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Serbia: assediato il parlamento contro la gestione dell’emergenza Covid da parte del governo

In Serbia negli scorsi giorni è scoppiata una dura protesta contro il governo di centro destra di Aleksandar Vucic. Ieri il presidente ha annunciato che l’aumento dei contagi e la condizione delle strutture sanitarie si è fatta allarmante e ha lanciato nuove misure di contenimento. Ma il provvedimento ha destato la rabbia di molti, dato […]

Immagine di copertina per il post
Intersezionalità

Immigrazione: in migliaia tra fango e confini lungo i Balcani

Le migliaia di profughi hanno trascorso un’altra notte sotto pioggia e fango mentre un nuovo treno, con 2.000 persone a bordo, è fermo da stamani sul confine tra la Slovenia e la Croazia, a Rigonci. Il totale delle persone ospitate nei centri di raccolta sloveni è di 8.390, di cui 3.693 nei centri di prima […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Bosnia in fiamme: una ribellione nella periferia dell’Europa

  di Mate Kapović – 12 Febbraio 2014   Con le sue richieste radicali e le assemblee popolari, la ribellione in Bosnia ed Erzegovina mostra che il ciclo globale di lotte è lontano dall’essersi esaurito. Venerdì 7 Febbraio, i palazzi erano in fiamme in tutta la Bosnia ed Erzegovina. Il loro popolo, a lungo silente, […]

Immagine di copertina per il post
Bisogni

Bosnia: una lotta operaia contro il modello Dayton

Quanto sta avvenendo in questi ultimi giorni in diversi centri della Bosnia-Herzegovina è importante e (ci si augura) denso di conseguenze per il futuro. Dopo due decenni di sanguinosi scontri fratricidi, istanze di classe infiammano l’intero paese, liberando bisogni reali, fuori dalla morsa nazionalista. Proponiamo qui di seguito un’intervista realizzata questa mattina da un nostro […]

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Bosnian Babylution

Una breve introduzione Il nome che è stato dato alle proteste bosniache di questi giorni è quello di “baby-lution”, poichè le proteste sono state originate dal caso della mancata concessione dei documenti d’identità ad una bambina che li necessitava al fine di andare a farsi curare in Germania (bambina che poi è deceduta, contribuendo a […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bosnia, Bulgaria: rimane alta la tensione nei Balcani

Con quello di ieri é il quinto giorno di proteste a Sofia contro il governo bulgaro, partite inizialmente da una richiesta di dimissioni al Capo della Sicurezza Delyan Peevski, nominato di recente, perchè ritenuto coinvolto dentro cicli di corruzione mafiosa. Ben presto le proteste sono divenute esponenziali portando migliaia di persone in strada giorno dopo giorno. Così, […]