Serbia: assediato il parlamento contro la gestione dell’emergenza Covid da parte del governo
In Serbia negli scorsi giorni è scoppiata una dura protesta contro il governo di centro destra di Aleksandar Vucic.
Ieri il presidente ha annunciato che l’aumento dei contagi e la condizione delle strutture sanitarie si è fatta allarmante e ha lanciato nuove misure di contenimento. Ma il provvedimento ha destato la rabbia di molti, dato che in Serbia era già stato imposto un significativo lockdown, poi interrotto il 7 maggio.
Secondo i manifestanti questo primo lockdown è stato interrotto in vista delle elezioni e il governo e i media hanno spinto su una narrazione di “normalizzazione” della situazione, facendo presagire che il peggio era passato. I serbi spinti da questa retorica hanno ricominciato a frequentare i concerti, gli eventi sportivi e in generale hanno ripreso la vita quotidiana pre-distanziamento. Una volta concluse le elezioni però è emerso che il governo aveva mentito sui reali numeri dei contagi e delle morti che erano almeno il doppio di quanto veniva raccontato dai media.
Dunque le proteste dei giorni scorsi sono state determinate dalla rabbia generata dalla gestione della pandemia da parte del governo, che dopo aver mentito sui numeri reali dell’emergenza per scopi elettorali, adesso impone nuove misure.
I manifestanti ieri a Belgrado hanno cinto d’assedio il parlamento, riuscendo anche per un breve momento a sfondare il cordone di polizia ed entrare all’interno dell’assemblea. La polizia ha duramente attaccato chi è sceso in piazza con veri e propri pestaggi anche su passanti che non avevano a che fare con le manifestazioni.
La piazza ha chiesto le dimissioni del presidente e denunciato le scellerata gestione e la corruzione del governo.
Lo scenario serbo è estremamente complesso con un governo clientelare dominato da un partito pigliatutto e le elezioni del 21 giugno che sono state boicottate dalle opposizioni che hanno giudicato il voto come non libero. I media serbi e quelli internazionali stanno narrando le proteste come egemonizzate e gestite dall’estrema destra di Bosko Obradovic e del suo movimento “Dveri”, ma l’impressione è che la protesta sia per il momento in larga parte popolare e spontanea.
Difficile intravedere quali potrebbero essere gli scenari che si apriranno e se effettivamente sarà l’estrema destra a porsi alla testa del conflitto, o se i limiti delle politiche liberiste, corrotte e clientelari del governo evidenziati dalla pandemia, come in altri contesti, attiveranno dinamiche diverse nella storia ossificata del paese dopo le guerre dei Balcani.
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