Insegnante con bimba di sei mesi in carcere in Turchia per aver denunciato i massacri
Ripubblichiamo la traduzione di questo articolo apparso ieri sulla testata online ahvalnews.com. Il testo fa luce una volta di più sulla durezza del regime erdoganiano in Turchia. Non solo dissentire e schierarsi esplicitamente contro le politiche nazionaliste e volte al massacro sociale da parte dell’ AKP e di chi lo appoggia; anche denunciare i drammi umanitari ormai è motivo di incarcerazione e discriminazione da parte degli apparati di Stato turchi, nell’accondiscendenza di una Unione Europea sempre maggiormente supina alla grandeur dittatoriale a cui aspira il regime di Istanbul. Buona lettura.
Ayşe Çelik, un’insegnante turca condannata a un anno e tre mesi di carcere per presunto “inneggiamento al terrorismo e ad un’organizzazione terroristica” nel 2016, dovrebbe iniziare la sua pena detentiva questo venerdì con la sua bimba di sei mes i al seguito.A meno che la Corte costituzionale turca si rivolga all’appello formale fatto da Çelik entro venerdì, la madre si sommerà alle centinaia di donne che scontano pene detentive con i loro bambini, riferisce il sito di notizie di sinistra “Artı Gerçe.
Çelik è stato condannata a un anno e tre mesi ad aprile 2017; tuttavia, la sua condanna è stata posticipata al 20 aprile 2018 per motivi di gravidanza. Çelik, che ha dato alla luce una bambina poco dopo, ha fatto domanda alla Corte costituzionale, chiedendo che la sentenza fosse rovesciata.
L’avvocato di Çelik, Mahsuni Karaman, ha detto che la Corte costituzionale deve ancora affrontare il loro appello e che se non lo faranno entro venerdì, Çelik sarà costretta a iniziare a scontare la pena di detenzione insieme a sua figlia.
Çelik aveva detto quanto segue in un programma televisivo:
“Sei consapevole di cosa sta accadendo nell’est del paese? Quello che sta succedendo qui è mistificato in televisione. Non stiamo zitti! Per favore mostriamo più sensibilità come esseri umani! Guardaci, ascoltaci e dacci una mano! Mi piacerebbe rivolgermi agli insegnanti che hanno abbandonato i loro studenti. Come potranmo tornare da loro lì? Come faranno a guardare quei bambini innocenti negli occhi? Che miseria! Non lasciamo che le persone muoiano. Non lasciamo che i bambini muoiano. Non permettiamo alle madri di piangere. “
L’ufficio del procuratore capo di Diyarbakır ha avviato un’indagine su Çelik dopo lo spettacolo per “inneggiare al terrorismo e ad un’organizzazione terroristica”, e il Procuratore capo di Bakırköy ha avviato un’indagine separata su Öztürk e Çelik su accuse simili. Secondo il ministero della Giustizia turco, ci sono 669 bambini nelle carceri turche, il 64% di loro sotto i tre anni.
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