InfoAut
Immagine di copertina per il post

Israele spara: 20 morti e 300 feriti

DI EMMA MANCINI

Betlemme (Cisgiordania), 05 giugno 2011, Nena News (nella foto, i dimostranti portano un ferito durante gli scontri sulle Alture) – L’esercito israeliano spara contro i profughi palestinesi al confine con la Siria: sarebbero almeno 13 i palestinesi uccisi e 225 i feriti nel giorno della commemorazione del 44° anniversario della Naksa, l’espulsione di migliaia di palestinesi al termine della Guerra dei Sei Giorni del 1967.

Dopo le decine di morti e feriti dello scorso 15 maggio, in molti si attendevano duri scontri tra le forze di sicurezza israeliane e i manifestanti palestinesi. Le marce per il diritto al ritorno dei profughi si sono tenute in tutta la Cisgiordania e a Nord dello Stato d’Israele, dove la violenza dell’esercito israeliano ha spento nel sangue la rabbia dei rifugiati.

Forte la tensione al confine tra la Siria e le Alture del Golan, occupato nel 1967 dallo Stato d’Israele. L’esercito israeliano ha aperto il fuoco contro centinaia di profughi palestinesi in marcia verso i confini, nel tentativo di attraversarli e riprendersi la propria terra. Un tentativo simile a quello del 15 maggio, quando i morti furono decine. Secondo quanto riportato dalle agenzie di stampa siriane, le forze di sicurezza israeliane hanno disperso la folla lanciando gas lacrimogeni. Quando circa 500 palestinesi sono arrivati a circa 20 metri dal confine, i soldati hanno sparato: secondo la tv di stato siriana il bilancio sarebbe di 13 morti (tra loro ci sarebbe un bambino di 12 anni) e 225 feriti.

Un portavoce dell’IDF, intervistato dal quotidiano israeliano Ha’aretz, ha affermato che al confine con la Siria l’esercito ha intimato ai manifestanti di allontanarsi. Al loro rifiuto, i soldati hanno sparato alcuni colpi diretti alle gambe dei profughi in marcia. “Chiunque proverà ad attraversare il confine sarà ammazzato”, hanno urlato nei megafoni i militari, secondo quanto raccontato da alcuni testimoni. Nella città siriana di Quneitra sarebbero esplose quattro mine anti-carro, ferendo numerosi manifestanti.

Diversa la situazione in Libano, dove non si è assistito alle violenze del 15 maggio. Nei giorni scorsi l’esercito libanese aveva vietato qualsiasi marcia di protesta verso i confini, dichiarando l’area “zona militare chiusa”.  Molte delle manifestazioni previste sono state rimandate. Non sono però mancate dimostrazioni simboliche in sostegno al diritto al ritorno: nel villaggio di Adaisseh, vicino al confine con Israele, una ventina di manifestanti sono stati fermati dalla polizia libanese, mentre nei 12 campi profughi palestinesi del Paese tutti i negozi sono rimasti chiusi e sono state issate bandiere nere in segno di lutto.

Donne parlano con i soldati durante la manifestazione nel villaggio di Al-Walaje

Manifestazioni di protesta anche in Cisgiordania. Nel villaggio di Al-Walaje, nel distretto di Betlemme, una cinquantina tra palestinesi residenti e internazionali si sono messi in marcia dalla moschea del paese, intenzionati a raggiungere il confine del 1967. L’esercito israeliano li ha subito bloccati, tentando di disperdere la manifestazione con il lancio di bombe sonore. I dimostranti hanno cercato di raggiungere il confine attraverso i campi, ma i soldati li hanno nuovamente bloccati. Alcune donne del villaggio hanno parlato a lungo con i militari, in particolare con alcune soldatesse.

Più grave la situazione a Qalandiyah, tra Gerusalemme e Ramallah. Sarebbero una cinquantina i feriti al termine degli scontri tra manifestanti ed esercito. Centinaia di palestinesi hanno raggiunto il checkpoint più temuto della Cisgiordania, dove sono stati bloccati da lacrimogeni, proiettili gomma e bombe sonore dei soldati israeliani. “Andiamo a Gerusalemme”, “La libertà è un diritto umano”, dicevano i cartelli portati dai manifestanti diretti verso il Muro di Separazione, costruito a cinque chilometri dai confini ufficiali del 1967. Mentre dalle retrovie è partito il lancio di sassi contro l’esercito, alcuni dimostranti hanno creato una catena umana nel tentativo di attraversare il checkpoint: i soldati li hanno spinti indietro e evacuati con la forza. Alla fine della manifestazione, sono stati due i feriti gravi e circa 40 quelli portati in ospedale dopo aver inalato il gas dei lacrimogeni e essere stati colpiti da proiettili di gomma.

A Nord della Striscia di Gaza, alcuni dimostranti hanno marciato da Beit Hanoun verso il valico di Erez. Sono stati bloccati con la forza dalle forze di sicurezza di Hamas che ha creato dei checkpoint per fermare le proteste. Sarebbero una decina gli arrestati.

A Gerusalemme Est, nel quartiere di Silwan, quattro palestinesi sono stati arrestati dalle forze di sicurezza israeliane per aver lanciato delle pietre contro i soldati. Tre gli arresti a A-Tur.

Oggi, 5 giugno, la Palestina commemora la seconda grande catastrofe della sua storia: l’occupazione della Cisgiordania e di Gerusalemme Est da parte israeliana, dopo la Guerra dei Sei Giorni del giugno 1967, e l’espulsione di migliaia di palestinesi dalle proprie terre e dai propri villaggi. Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Golanisraelepalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ecuador: il trionfo di un popolo che non rinuncia alla sua sovranità

Nel referendum del 16 novembre il popolo ecuadoriano ha detto NO

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: il Giappone ai tempi del neogoverno nazionalista della Premier Sanae Takaichi

A livello internazionale, una delle prime mosse della Takaichi è stata aprire un profondo scontro diplomatico con Pechino

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Medici per i diritti umani denuncia uccisioni prigionieri di Gaza nelle carceri israeliane

Il nuovo rapporto diffuso da Medici per i diritti umani-Israele (Phri) apre uno squarcio ulteriore su un sistema detentivo che negli ultimi due anni ha raggiunto un livello di letalità senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

«La cosa più importante è salvare il maggior numero possibile di vite umane e infrastrutture in Ucraina»

Maidan illustra quindi i principali dilemmi dei movimenti e delle mobilitazioni globali: la classe operaia ha una capacità molto limitata di organizzarsi, di articolare gli interessi di classe e di fornire almeno una leadership nazionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tunisia, a Gabes respirare è diventato un atto di resistenza

Abbiamo tradotto questo articolo di inkyfada.media che racconta la vicenda di Gabes, un paese in Tunisia dove da mesi continuano proteste significative a causa di un polo chimico che mette a rischio la salute della popolazione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Torino: Assemblea Popolare del coordinamento cittadino Torino per Gaza

Pubblichiamo il comunicato di invito all’assemblea popolare di Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bologna: “Show Israel the Red Card”. Il 21 novembre la manifestazione contro la partita di basket Virtus-Maccabi Tel Aviv

Venerdì 21 novembre a Bologna è prevista la partita di basket di Eurolega tra Virtus e Maccabi Tel Aviv, la cui curva è nota per le sue idee suprematiste e razziste.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cameri: manifestazione contro Leonardo e le fabbriche di morte del governo italiano

Il Coordinamento Novara per la Palestina e altre realtà locali hanno organizzato per sabato 15 novembre una manifestazione che partirà dal centro città di Cameri per poi giungere sino alla base militare di Cameri in provincia di Novara composta dall’aeroporto militare e da due stabilimenti Leonardo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele sta costruendo un “muro per l’accaparramento delle terre” nel sud del Libano meridionale mentre continuano gli attacchi aerei

Immagini di un muro in costruzione da parte dell’esercito israeliano nei pressi di postazioni occupate nel sud del Libano sono circolate online, mentre continua la pressione per disarmare Hezbollah

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turisti della guerra a Sarajevo: aperta un’inchiesta, almeno 5 gli italiani coinvolti

Si radunavano a Trieste e da lì partivano per sparare “per divertimento” ai civili insieme ai militari dell’esercito serbo-bosniaco che assediavano la città di Sarajevo.

Immagine di copertina per il post
Formazione

HUB DI PACE: il piano coloniale delle università pisane a Gaza

I tre atenei di Pisa – l’Università, la Scuola Normale Superiore e la Scuola superiore Sant’Anna – riuniti con l’arcivescovo nell’aula Magna storica della Sapienza, come un cerbero a quattro teste.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Fogli di via da Ronchi: la rappresaglia per il corteo del 13 settembre scorso

In una fase in cui il movimento per la Palestina ha attenuato la sua mobilitazione e pressione, la macchina burocratico-repressiva continua a funzionare a pieno ritmo.

Immagine di copertina per il post
Culture

“No Comment”: i Kneecap tornano a colpire con Banksy

Dalla Belfast ribelle al cuore dell’establishment londinese, i Kneecap tornano a colpire.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Mobilitazione studentesca in decine di città contro il riarmo per scuola e formazione

Contro l’escalation bellica, per la Palestina e non solo, ieri, venerdì, è stato sciopero studentesco in decine di città italiane