InfoAut
Immagine di copertina per il post

La mia visita a Lyd, dove l’oppressione sionista storica e contemporanea si incontrano

||||

La Palestina si estende dal fiume Giordano al Mediterraneo e attraversa l’antica città palestinese di Lyd.

Fonte: english version

Di Miko Peled – 19 agosto 2021

LYD, PALESTINA — Una delle sfide più difficili che devono affrontare coloro che combattono per la giustizia in Palestina è rescindere il modello sionista, che limita il nome Palestina alla Cisgiordania e alla Striscia di Gaza. Queste due delimitazione del territorio non hanno significato storico né geografico. Non sono diverse dalle altre parti della Palestina, tranne per il fatto che sono state disegnate dai sionisti che, dopo la sanguinaria campagna di pulizia etnica del 1948, decisero che non avrebbero incluso queste due aree all’interno dei confini dello Stato sionista.

Nel 1967 lo Stato di Israele occupò queste due aree, e oggi la Cisgiordania esiste solo nell’immaginazione collettiva, mentre la Striscia di Gaza funziona come una prigione. Dopo l’inizio del disastroso processo di Oslo nel 1993 e la nascita dell’Autorità Palestinese, queste due aree sono diventate note al mondo come lo Stato di Palestina.

Lyd com’era

Nel luglio 2021 ho visitato la città di Lyd, dove ho incontrato la consigliera Fida Shehada, un membro palestinese del Consiglio Comunale di Lyd che è stata così gentile da trascorrere una giornata con me nella sua città. Mi ha fatto fare un giro della città prima di sederci per una lunga e minuziosa intervista, che sarà presto pubblicata sulla mia pagina Patreon.

“Lyd ha siti archeologici che mostrano che è antica quanto la città di Gerico”, mi ha detto Shehada. Tuttavia, lo Stato e il Comune si astengono dallo scavo perché questi siti non hanno alcun valore per la narrativa sionista. Lyd è forse più famosa per ospitare la Chiesa di San Giorgio. La chiesa fu costruita sulla tomba del famoso San Giorgio di Lyd, che fu sepolto nella città natale della madre palestinese dopo essere stato martirizzato all’inizio del quarto secolo.

Anche la band Hip-Hop di fama mondiale “Dam” proviene dalla città di Lyd. Secondo il loro sito web, “Colpito dalla sorprendente somiglianza della realtà delle strade in un video di Tupac con le strade del loro quartiere a Lyd, Tamer Nafar, Suhell Nafar e Mahmood Jrere sono stati ispirati a raccontare le loro storie attraverso l’Hip-Hop”.

 1948 bagno di sangue

Sta diventando chiaro oggi che la città di Lyd potrebbe essere stata il luogo dei peggiori massacri da parte delle milizie sioniste nel 1948. Con una mossa più cinica di quanto si possa immaginare, il Comune di Lyd fu ribattezzato Lod in ebraico e una piazza fu costruito per commemorare il Palmach proprio di fronte alla Moschea Dahmash. Il Palmach era la più grande delle milizie sioniste ed era responsabile dei massacri commessi in città.

La stessa moschea è stata il luogo di un orribile bagno di sangue quando i cittadini della città, che stavano fuggendo dalla sparatoria, vi si sono accalcati all’interno cercando riparo dalla violenza. Ma una milizia sionista guidata da Moshe Dayan e Yitzhak Rabin non ha avuto pietà di coloro che vi cercarono rifugio e ha massacrato tutti nella moschea. Più di 150 uomini, donne e bambini sono stati uccisi.

Coloro che non furono uccisi alla moschea o per le strade furono costretti a lasciare la città e si stima che 40.000 uomini, donne e bambini parteciparono a quella che divenne nota come “La Marcia della Morte”.

Nel suo libro “Palestinian Women, Narrative Histories and Gendered Memory” (Donne Palestinesi, Storie Narrate e Memoria di genere), pubblicato nel 2011 da Zed Books, la dottoressa Fatma Kassem ha raccolto le testimonianze delle donne palestinesi di Lyd sopravvissute ai massacri e all’espulsione forzata.

Alcune delle donne intervistate dalla dottoressa Kassem avevano assistito al massacro nella moschea. Una di esse ha ricordato:

“I primi giorni quando i sionisti arrivarono, le persone si rifugiavano nelle moschee, pensando che gli ebrei non li avrebbero uccisi lì. Ma si sbagliavano”.

Un’altra donna ha ricordato:

“Mio padre e molti altri sono entrati nella moschea per proteggersi. Non stava combattendo. Era un vecchio. Mio padre e mio cugino furono spinti nella moschea e la milizia sparò a tutti loro.”

La legge di Kaminitz

Nel 2017, la Knesset ha approvato una legge che condanna la costruzione “illegale”. Le disposizioni della nuova legge si basavano su una relazione scritta dal vice procuratore generale di diritto civile Erez Kaminitz. Secondo Fida Shehada, questa legge ha portato a oltre 40.000 ordini di demolizione per le case palestinesi solo nella parte settentrionale e centrale del paese, senza contare il Naqab, Gerusalemme o la Cisgiordania. La legge Kaminitz è una delle tante leggi razziste progettate per impedire ai cittadini palestinesi di Israele di costruire case.

“Ricordo che un giorno vidi sette case demolite tutte contemporaneamente, nello stesso istante”, mi disse Shehada. “Volevo capire perché questo stava accadendo e come evitare che ciò accada in futuro”.

Questo ha spinto Shehada a studiare urbanistica. Ma, ha detto, “poi ho visto che quando disegnano i piani per la città, hanno piani solo per la popolazione israeliana, non per i palestinesi”. La città non tiene conto della crescita della popolazione palestinese, che costituisce circa il 30%-40% della popolazione della città.

“Abbiamo il 30% della popolazione palestinese, ma il 40% dei bambini in età scolare”, ha detto Shehada, sorridendo alla vista dello sguardo perplesso sul mio viso. Ufficialmente, a verbale, i palestinesi costituiscono il 30% della popolazione. Tuttavia, a causa di un’altra legge razzista, chiamata Legge sulla cittadinanza, che limita i diritti dei palestinesi di sposare altri palestinesi, alcune sono donne palestinesi sposate con uomini palestinesi, private della cittadinanza.

I loro figli sono cittadini ma non possono frequentare le scuole pubbliche, “mentre le loro madri non possono studiare, lavorare o uscire di casa”. Quindi, se il padre muore, la madre deve andarsene, e se porta i figli con sé in Cisgiordania o a Gaza, perderanno il loro status, che, con tutte le sue difficoltà, è ancora migliore di quello dei palestinesi in Cisgiordania e a Gaza.

Una nuova realtà?

Nel tentativo di instillare l’amore per l’attività di insediamento nei cuori degli ebrei israeliani, i coloni sionisti religiosi hanno fatto di Lyd la loro casa. Hanno i loro bilanci comunali e appartamenti di lusso costruiti esclusivamente per loro, anche se i palestinesi lottano per trovare un alloggio in città. Durante la rivolta del maggio 2021, oltre 500 coloni armati del movimento razzista e violento di Regavim si sono trasferiti nel comune della città. Miravano a incitare alla violenza e terrorizzare la popolazione palestinese.

Quando la consigliera Shehada ha interpellato il sindaco su questo, ha minacciato di denunciarla allo Shabak (Shin Bet). Lo Shabak è la polizia segreta israeliana, nota per aver preso di mira, detenuto e torturato attivisti politici palestinesi. Ha dovuto ricordargli che lo Shabak non lavora per l’ufficio del sindaco.

La cosa più sorprendente che ho visto o sentito durante la mia visita a Lyd è stato un commento della consigliera Shehada: “Sono molto ottimista”, ha detto con un sorriso. “Le cose stanno cambiando, abbiamo visto molti palestinesi resistere e organizzarsi, e credo che oggi ci troviamo di fronte a una nuova realtà.”

Se c’è spazio per l’ottimismo, Shehada ha sicuramente un ruolo importante. “Ho deciso di candidarmi a sindaco alle prossime elezioni”, mi ha detto. Le elezioni locali sono previste per l’autunno del 2021. Anche se il mondo non ha fatto i conti con la realtà, la Palestina si estende dal fiume Giordano al mare Mediterraneo e attraversa l’antica città palestinese di Lyd.

Miko Peled è uno scrittore e attivista per i diritti umani, nato a Gerusalemme. E’ autore di “The General’s Son. Journey of an Israeli in Palestine” e “Injustice, the Story of the Holy Land Foundation Five”.

Traduzione: Beniamino Rocchetto – Invictapalestina.org

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

palestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Feroce repressione sui pensionati davanti al Congresso ha fatto 20 feriti

I manifestanti stavano sul marciapiede quando le forze di sicurezza federali sono passate all’attacco. Denunciano l’uso di un nuovo gas irritante, più potente di quelli precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccando tutto – E’ sciopero generale

Oltre 100 manifestazioni in tutta Italia. Nonostante le intimidazioni del governo le piazze si sono riempite ovunque. Superati ampiamente i numeri del 22 ottobre in molte città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccata la Global Sumud Flottila: aggiornamenti dalle piazze di tutta Italia

Dalle 20.30 di ieri sera circa è iniziato l’abbordaggio da parte delle navi militari dell’IDF nei confronti delle imbarcazioni della Global Sumud Flottilla.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele attacca la Flotilla. In mattinata ancora diverse navi in marcia verso Gaza

Ieri sera sono iniziate le operazioni di abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte dell’esercito israeliano. Ad ora solo venti navi sono state intercettate, le altre sono ancora in navigazione verso le coste di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Madagascar si ribella per l’accesso all’acqua e all’elettricità: 22 morti, il governo si dimette

«Chiediamo al Presidente di dimettersi entro 72 ore». È questa la richiesta senza compromessi formulata il 30 settembre da un manifestante della «Gen Z»

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Molte parole sul Board of Peace, il genocidio continua

Michele Giorgio, Giornalista de Il manifesto e di Pagine Esteri, nel giorno in cui gli occhi in Italia sono tutti puntati sulla Global Sumud Flottilla, racconta come questa iniziativa internazionale e internazionalista accenda speranze sebbene flebili nei Territori.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global Sumud Flotilla: prosegue la rotta verso Gaza. In Italia movimenti e sindacati pronti a “bloccare di nuovo tutto”

La Global Sumud Flotilla, nonostante la guerra psicologica portata avanti da Israele nel corso di tutta la tratta, prosegue con determinazione verso Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

I sindacati baschi convocano lo sciopero generale per Gaza

Per ora non ha aderito ELA, il maggiore sindacato basco, che però potrebbe farlo nei prossimi giorni insieme ad altre sigle di settore o indipendenti.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato di solidarietà all3 compagn3 fermate il 22 settembre a Milano: Ettore e Mina liber3 subito!

Ripubblichiamo il comunicato di solidarietà nei confronti di Ettore e Mina, ora agli arresti domiciliari a Milano scritto e pubblicato dal coordinamento cittadino Torino per Gaza

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Appunti di lotta da Milano

Riflessioni di fine estate. Ci sembra necessario un momento analitico per riuscire a navigare le correnti agitate che stanno attraversando il paese e in particolare la nostra città, dalla fine di agosto a questa parte. Oggi più che mai occorre opporsi alla generale intimidazione preventiva delle lotte che tenta di far cadere i gruppi autorganizzati […]

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La guerra è pace

Uno dei famosi slogan incisi sul Ministero della Verità del romanzo di George Orwell “1984” recita così.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Trump ritira il visto anche al colombiano Petro: troppo filopalestinese e anti-Usa

Alla tribuna dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Gustavo Petro ha scelto ancora una volta di alzare la voce contro quello che definisce l’ordine globale dell’ingiustizia.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Inaugurazione del Salone dell’Auto a Torino: la protesta silenziosa delle Red Rebels di Extinction Rebellion

La cerimonia di inaugurazione del Salone dell’Auto 2025 è stata disturbata da Extinction Rebellion, con la presenza muta e solenne delle Red Rebels. Una critica al modello di mobilità e sviluppo che ogni anno viene riproposto nel centro di Torino e una denuncia della presenza di aziende coinvolte nelle operazioni di Israele a Gaza e in Cisgiordania.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Milano: convalida degli arresti ai domiciliari e divieto di andare a scuola per i due minori fermati il 22 settembre

La giudice del Tribunale per i minorenni di Milano Antonella De Simone ha convalidato gli arresti e disposto come misura cautelare i domiciliari per due studenti di un liceo milanese, un ragazzo e una ragazza di 17 anni, accusati di resistenza aggravata e danneggiamenti dopo il corteo di lunedì a Milano.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Aggiornamenti dalla Global Sumud Flottilla e dalle mobilitazioni in Italia per la Palestina

Ieri sera l’ultimo aggiornamento dai canali della Global Sumud Flottilla riportava un avviso da parte di diversi governi di un probabile attacco israeliano, nei fatti la notte è passata con droni che hanno sorvolato continuativamente le imbarcazioni.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire

Meloni difende a spada tratta l’agito del governo su Gaza e attiva la macchina del fango nei confronti della Global Sumud Flotilla e del movimento Blocchiamo tutto.