La parola agli abitanti: ritirato l’accordo per l’hub militare
Mentre il fronte del NO al progetto del mega hub militare tra i tre comuni madoniti si allargava ora dopo ora con numerose adesioni di associazioni, comitati e movimenti, ieri mattina i Comuni di Gangi e di Nicosia hanno diffuso la notizia della revoca della delibera di giunta riguardo l’accordo di collaborazione tra i Comuni di Gangi, Sperlinga, Nicosia e il Ministero della Difesa per la costruzione dell’Hub militare.
da Antudo
Rimane ancora il Comune di Sperlinga, il cui sindaco si dichiara ancora favorevole alla costruzione di questa ennesima opera di militarizzazione e devastazione.
Il consiglio comunale di Gangi
Nel pomeriggio erano previsti due consigli comunali aperti: quello di Nicosia è stato annullato, quello di Gangi invece si è regolarmente svolto nel palazzo comunale in serata.
Giunto allo scontro politico tra opposizione e maggioranza comunale, il sindaco ha affermato il proprio passo indietro rispetto al tentativo di intesa con l’Esercito. Di fronte ad un’aula gremita e dopo due ore e mezza di consiglio comunale, la decisione di Gangi rimane nitida. Gli abitanti del territorio hanno fatto valere la propria volontà: respingere un progetto che non ha nulla a che vedere con la loro idea di tutela e sviluppo del territorio madonita.
Ancora una volta le comunità che abitano e animano i territori giocano un ruolo centrale: facendo sentire la propria voce salvaguardano il proprio territorio e riaffermano l’importanza della decisionalità. Il futuro dei territori di Gangi, Nicosia e Sperlinga sta nelle mani degli abitanti stessi. Una partita, quella che si gioca oggi, il cui esito sarà ancora discusso in questi giorni, in attesa della decisione del Comune di Sperlinga – il quale adesso si ritrova da solo di fronte al Ministero della Difesa.
I Comitati territoriali hanno espresso più di una volta la volontà di non abbassare la testa, anzi, di programmare delle iniziative nei prossimi giorni. Oggi si è tenuta infatti un’ assemblea studentesca, all’interno del liceo gancitano dove i Comitati hanno illustrato le ragioni del NO a questa opera militare di deturpazione dei territori madoniti.
La concreta possibilità di bloccare il progetto che metterebbe a rischio l’ambiente, la natura, la possibilità di vita e il futuro stesso degli abitanti in nome della guerra e della militarizzazione, oggi si avvicina sempre di più.
Riportiamo di seguito il comunicato del Movimento No Muos, che ieri aveva mostrato vicinanza ai comitati madoniti nell’opposizione al progetto del poligono militare, che rappresenta un’altro tassello nell’utilizzo coloniale della Sicilia come base logistica per gli esercizi bellici della Nato.
L’8 maggio 2023 è stato firmato un accordo tra esercito italiano e i sindaci dei comuni di Gangi, Nicosia e Sperlinga, per la creazione di una nuova base militare in una vasta area che interessa i tre comuni.
La notizia di questo patto era stata accolta da alcune associazioni che, da anni, si battono per chiudere il poligono di tiro di Punta Bianca (Agrigento) come l’esito positivo di anni di battaglie.
Lo stesso esercito, infatti, ha presentato il progetto della nuova base militare come alternativa a Punta Bianca. Peccato che ad oggi non esiste nessun documento che attesti, da parte del Ministero della Difesa, l’intenzione di lasciare Punta Bianca e chiudere il poligono Drasy.
Nei giorni scorsi, infatti, le associazioni Mare Amico e MareVivo, promotori di una lunga campagna di opposizione al poligono di Punta Bianca, si sono rivolte al presidente della Regione Siciliana chiedendo di non rinnovare la concessione per l’uso militare della zona di Punta Bianca (in scadenza il 31 luglio di questo anno), e di essere ascoltate “dal Comitato paritetico per le servitù militari per poter esporre le problematiche di tipo socio-ambientali, paesaggistiche ed economiche generate dalle esercitazioni militari a Punta Bianca, per chiedere che esse vengano sospese per sempre e non venga rinnovato l’uso del poligono dell’area di Drasy, a conclusione del piano quinquennale delle servitù militari”.
Ci preme evidenziare che associazioni e cittadini siciliani continuano a contestare la presenza di poligoni e di basi militari nei territori, come ad Agrigento per il poligono di Punta Bianca, e che la mobilitazione ha dato e continua a dare i risultati attesi dalle popolazioni locali.
Come movimento No MUOS respingiamo la scelta di trasformare i territori della Sicilia in poligoni e in campi di addestramento militare per le guerre della Nato e USA nel mondo, sial nel caso che questa nuova base sostituisca una delle esistenti, sia nel caso che questa vada semplicemente ad aggiungersi alle tante altre presenti sul territorio siciliano.
Nonostante l’esercito abbia detto che il progetto è stato accolto bene dai sindaci dei tre Comuni, in realtà stanno già emergendo voci contrarie da parte delle popolazioni locali.
Condividiamo la protesta delle associazioni e dei cittadini dei territori e auspichiamo la nascita di un coordinamento di realtà che possa contrastare la scelta operata sulle teste dei cittadini dei Comuni interessati.
Movimento NO MUOS
Intervista a Stefano Vespo, portavoce del Comitato Identità e Sviluppo
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