InfoAut
Immagine di copertina per il post

Lettera da George Abdullah, dalle carceri francesi

||||

I miei sinceri saluti a tutti coloro che partecipano alle attività di lotta per celebrare la Giornata del prigioniero palestinese.

Care sorelle, fratelli, cari compagni,
lLa Giornata dei prigionieri palestinesi quest’anno si presenta in circostanze eccezionali ed estremamente complesse e difficili, non ultime le ripercussioni del posizionamento sfacciato e inequivocabile della maggioranza dei regimi borghesi arabi nel campo nemico sionista. Questo processo di posizionamento non è nato dal nulla e le sue caratteristiche e le sue basi non hanno messo radici dall’oggi al domani. Piuttosto, è il risultato del corso di quattro decenni, iniziato all’inizio degli anni ottanta del secolo scorso e costato alle masse del nostro popolo, e lo è ancora, molto sangue e distruzione da Beirut a Baghdad, Damasco e Sana’a. Durante questa fase, con il ferro e il fuoco, si è affrontata la borghesia araba “litigiosa”, che in una certa misura si opponeva all’egemonia imperiale. Il “caos non creativo” ha prevalso nelle varie entità del nostro Oriente arabo, e attraverso di esso, sui palestinesi.

L’insistenza a correre dietro al miraggio di soluzioni pacifiche e alle illusioni dei leader fatiscenti fino a giungere ad Oslo e al labirinto dei suoi accordi vergognosi. Leader, che hanno sempre confuso i loro interessi diretti con i diritti storici del nostro popolo, sacrificando spesso questi ultimi sull’altare dei loro benefici immediati legati agli interessi e alle aspirazioni della borghesia alle loro spalle…

Questo processo, con le sue varie fasi, soprattutto le più sanguinose, rientra nel quadro delle implicazioni della crisi strutturale che affligge le fondamenta del sistema globale e fa del mondo arabo un teatro primario per gli effetti delle contraddizioni tra i vari stati imperialisti e le loro risorse nella regione. In questo contesto, cade l’accordo americano e la conseguente promozione dei percorsi di normalizzazione con l’entità sionista, che sono principalmente guidati dalla volontà di liquidare la questione palestinese in tutte le sue dimensioni.

Certo, non è difficile per uno disegnare un quadro oscuro che rifletta parte della realtà a cui è giunta la situazione generale di tutte le forze della rivoluzione palestinese e l’entità del rischio di un’effettiva liquidazione a cui è esposta la questione.

Forse ad alcuni sembra invitante teorizzare le possibilità di successo dell’attuale offensiva imperialista-sionista. Soprattutto l’orrore degli eventi che affliggono le varie entità della nazione araba, consentendo ad alcuni di mascherare tutti gli assiomi storici ed esentare molti anche dal minimo riferimento alla complicità dei regimi reazionari e alla loro incessante ricerca di dirottare ogni movimento di massa con tutti i mezzi, per piegarlo e impedirgli di attecchire e formulare l’alternativa storica alle varie dittature. La borghesia che controlla il collo delle nostre masse nel mondo arabo … Certo, ad alcuni dei mercenari colti della Casa dei Saud e al resto dei principi dei protettorati del Golfo piace persistere nel negare tutte le conquiste del nostro popolo resistente, e lavorare con tutti i mezzi per oscurare ciò che la resistenza armata ha ottenuto in Libano, la Resistenza nazionale libanese e in un certo senso la Resistenza, che è diventata uno scudo protettivo contro l’entità dello stupro sionista, contro le potenze imperialiste dietro ad esso e contro le forze reazionarie arabe.

Non è la prima volta che le masse del popolo palestinese e le loro avanguardie militanti hanno affrontato tentativi di liquidare la loro rivoluzione e la loro causa. L’intera storia della Palestina moderna è un percorso di lotta per un popolo che è riuscito, in un modo o nell’altro, a sventare tutte le cospirazioni per emarginare la sua rivoluzione e distruggere i suoi presupposti storici della liberazione e del ritorno. Le masse del popolo palestinese e a fianco di loro le masse della nostra nazione araba, del nostro mondo islamico e del resto delle persone libere del mondo non possono fare a meno di trionfare. Un percorso storico tracciato e coltivato dai rivoluzionari della Palestina, protetto dal sangue dei martiri giusti, e la cui azione rivoluzionaria ha rafforzato le fiaccole della libertà nelle fortezze della dignità. I nostri saldi eroici prigionieri.

Un percorso di lotta inciso nella coscienza collettiva di tutti i lavoratori del nostro popolo…Più che mai, siamo chiamati a costruire il Fronte di resistenza rivoluzionario arabo, una vittoria per la Palestina e per tutti i suoi percorsi di lotta, Resistenza…

Nonostante tutte le difficoltà e i sacrifici che richiedono, le masse del nostro popolo palestinese possono superare e far cadere gli ostacoli generati dalle trame e dai piani avversi. Oggi la Palestina è qui, e con il sangue dei suoi bambini, bambine e dei giovani motivati dalla rivolta, è chiamata a disegnare le caratteristiche della fase successiva … Certo, non servirà a molto, cantare slogan vuoti nel loro contenuto, come “la democrazia delle elezioni sotto le lance dell’occupazione” o “disegnare un percorso alternativo” in termini propri delle democrazie imperiali. No, non basta che i militanti di Beirut, Damasco e Amman si alzino per salutare la fermezza delle fiaccole della libertà dei nostri sal died eroici prigionieri. E’ diventato necessario ed urgente per le masse dei campi profughi nei paesi prossimi alla Palestina riguadagnare il loro ruolo storico nell’incarnare l’arabismo della Palestina, l’arabismo della sua resistenza e le conseguenze del percorso di Resistenza … È diventato necessario e urgente fare di questo compito, la missione di liberare i prigionieri palestinesi della rivoluzione, un punto di accesso favorevole a “costruire il fronte globale della resistenza araba”. Questo è il “percorso primario”, che le masse dei campi profughi nell’immediata prossimità devono ascoltare e mantenere, vegliando sulla sua cura e la sua realizzazione, trasmettendolo alle avanguardie del nostro popolo, ai/alle combattenti per la libertà e ai/alle militanti…

La reale uscita dai labirinti di Oslo richiede questo … la liberazione dei prigionieri richiede questo … la cessazione dell’effettivo coordinamento della sicurezza richiede questo … la fine della divisione scandalosa richiede questo … non i compromessi… o le trattative… o il trucco di accordi pubblici… o l’adulazione…

Vittoria alle masse e ai popoli in lotta!
Vergogna ai traditori e agli altri arresi!
Abbasso l’imperialismo e i suoi cani da guardia, i sionisti e i reazionari arabi!
Gloria ed eternità ai nostri martiri!
Insieme, compagni, vinceremo e vinceremo solo insieme!
La solidarietà è un’arma, usiamola!

Un cordiale saluti a tutti voi,
vostro compagno George Abdullah

Dichiarazione originale in arabo: https://youtu.be/Mv-eAiaNMCA

Da Palestina Rossa
 

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

Georges Abdallahpalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Li hanno uccisi senza che muovessero un muscolo”: Esecuzioni sommarie, fame e sfollamenti forzati da parte dell’esercito israeliano nel Nord di Gaza

La squadra sul campo dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo ha documentato strazianti episodi di uccisioni sommarie ed esecuzioni extragiudiziali di civili da parte di soldati israeliani, eseguite senza alcuna giustificazione. Fonte: English version Dell’Osservatorio Euro-Mediterraneo per i Diritti Umani – 17 novembre 2024Immagine di copertina: Il fumo si alza da un edificio residenziale dopo un attacco israeliano a Beit […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Nuova Zelanda: migliaia di indigeni Maori assediano il Parlamento

Dopo poco più di una settimana, la marcia lanciata dal popolo Maori in difesa dei propri diritti è arrivata a Wellington.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele: manifestazione regionale a Torino

Nella giornata di sabato 5000 persone provenienti da tutto il Piemonte si sono radunate a Torino per dare vita ad un ricco e partecipato corteo regionale.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Libano: la Francia (forse) libererà Georges Abdallah, militante comunista incarcerato dal 1987

Originario di Kobayat, nel nord del Libano, militante del Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina prima e tra i fondatori delle Fazioni Armate Rivoluzionarie Libanesi dopo l’invasione israeliana del Libano

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Occupata la Leonardo spa dall’Intifada Studentesca a Torino

Ieri come Intifada studentesca abbiamo occupato la sede della Leonardo Spa! In 50 siamo entratə all’interno dello stabilimento mentre altre 50 persone bloccavano l’ingresso.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La coreografia pro-Palestina degli ultras del PSG è diventata un vero e proprio caso politico

Riprendiamo l’articolo di Calcio e Rivoluzione, che mette in luce il caso politico nato intorno alla coreografia pro-Palestina messa in scena dagli ultras del PSG durante una partita di Champions League. Questo episodio ha scatenato reazioni accese da parte delle autorità francesi e aperto un dibattito sul rapporto tra politica e sport, evidenziando come certi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Netanyahu si nasconde in un bunker sotterraneo per paura degli attacchi dei droni

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu avrebbe lavorato da una “camera blindata sotterranea” per paura di subire attacchi drone di rappresaglia da parte dei movimenti di resistenza regionali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La vergognosa narrazione occidentale mostra nuovamente il significato di informazione di guerra

Venerdì 9 novembre i militari dell’IDF (ricordiamo che in Israele è presente la leva obbligatoria) e tifosi del Macabi Tel Aviv hanno strappato e bruciato bandiere palestinesi dai balconi olandesi, insultato e aggredito persone e giornalisti, inneggiato alla morte degli arabi e dei bambini palestinesi per ore nel centro cittadino e fischiato il minuto di silenzio ai morti di Valencia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Amerika Trump again

Fin dalle prime ore dall’inizio dello spoglio, la vittoria elettorale di Trump si stagliava netta, ben oltre le previsioni di chi scommetteva sulla sua rielezione, macinando stato in bilico dopo stato in bilico, mentre Fox News si sbilanciava a dichiarare la vittoria in anticipo su tutte le testate nazionali del mainstream media a stelle e strisce. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Basta armi a Israele! Contro l’Occidente genocida, colonizzatore e guerrafondaio! Resistenza fino alla vittoria!

Di seguito pubblichiamo l’appello per la manifestazione regionale di sabato 16 novembre che si terrà a Torino.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Inizia l’Intifada degli studenti medi

Inizia l’intifada degli studenti medi, oggi ci siamo presi la città! Si preannunciava una grande giornata di lotta e così è stato.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Revoca immediata dei fogli di via – Tiziano libero subito!

Questo appello nasce a seguito della manifestazione del 5 ottobre scorso quando più di 10.000 persone hanno violato i divieti del governo e della questura di Roma per manifestare la loro solidarietà alla resistenza palestinese e al popolo libanese..

Immagine di copertina per il post
Formazione

Contro Stato e dirigent3 tutto e subito all3 student3!

Scendiamo in piazza, il 15 novembre, pochi giorni prima dalla giornata dell3 student3, contro un sistema scolastico devastato da continui tagli ai fondi pubblici, dall’autoritarismo e dalla repressione che tende ad insinuarsi anche nei nostri luoghi del sapere e da una didattica che non pone al centro lo sviluppo del pensiero critico bensì una valutazione numerica.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Controsaperi decoloniali: un approfondimento dall’università

n questo momento storico ci sembra inoltre cruciale portare in università un punto di vista decoloniale che possa esprimere con chiarezza e senza peli sulla lingua le questioni sociali e politiche che ci preme affrontare. Sempre più corsi di laurea propongono lezioni sul colonialismo, le migrazioni e la razza, ma non vogliamo limitarci ad un’analisi accademica: abbiamo bisogno dello sguardo militante di chi tocca questi temi con mano.