Libia: ancora combattimenti e violenze in tutto il paese
I combattimenti fra i ribelli e le milizie fedeli a Gheddafi sarebbero ricominciati stamattina attorno alla città di Misurata, presa nei giorni scorsi dalle forze anti-regime. Fonti locali sostengono che un aereo militare è stato abbattuto dai ribelli e che l’equipaggio sarebbe stato catturato. Si parla anche di elicotteri militari che bombardano la radio della città e di scontri nelle caserme fra soldati pro e contro Gheddafi. I rivoltosi, dopo aver formato un Consiglio Nazionale a Bengasi, stanno ora iniziando a muoversi verso la zona occidentale del Paese per unirsi alle forze di opposizione presenti nei pressi di Tripoli e lanciare l’assalto finale alla capitale. Il Consiglio dei ribelli ha precisato di non volere interventi “stranieri” in terra libica. Ma la possibilità di un’azione internazionale resta concreta. Non è dunque un caso che Ibrahim Moussa, portavoce del governo di Gheddafi, abbia oggi lanciato anatemi contro la comunità internazionale. “Se gli imperialisti occidentali ci attaccano, ci saranno migliaia di morti” ha detto Moussa, ribadendo che la situazione in Libia è molto più tranquilla di come viene raccontata, che le sanzioni decise nel fine settimana dall’Onu non preoccupano Tripoli e che la rivolta è nata per colpa di Al Qaeda e dell’occidente imperialista, intenzionato ad impossessarsi del petrolio libico. Oggi, intanto, è giornata di summit a Ginevra per i ministri degli Esteri delle maggiori potenze internazionali, Stati Uniti, Russia ed Unione europea in primis. Come detto, nel frattempo, nonostante le smentite di Moussa, a quanto pare i ribelli continuano a marciare verso Tripoli. Il principale ostacolo per loro appare Sirte, città natale di Gheddafi, controllata dalle milizie fedeli al regime, che hanno creato posti di blocco all’ingresso del centro abitato. “E’ diventata una roccaforte per Gheddafi più della capitale -ha detto un membro dell’opposizione di Bengasi-. Sirte potrebbe diventare la chiave del successo di tutta l’operazione. Se cade, niente potrà fermare la marcia su Tripoli”.
Ed è possibile che la battaglia di Sirte cominci già oggi. Possiamo quindi parlare di paese in guerra civile? Lo abbiamo chiesto allo storico Angelo Del Boca. Sentiamo la sua risposta [Download]
Rispetto invece alle sanzioni decise dall’Onu nei confronti del governo di Tripoli, l’analisi del giornalista del manifesto ed analista di questioni geostrategiche Manlio Dinucci [Download]
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