InfoAut
Immagine di copertina per il post

Mahmoud Sarsak rifiuta l’invito del Barcellona



Ecco il testo della lettera di Sarzak:

Lettera aperta dei calciatori di Gaza al Barcellona F.C. Non schieratevi con l’Oppressione!

Caro Presidente Sandro Rossel,

Noi, calciatori palestinesi, atleti, funzionari ed organizzazioni sportive, apprendiamo costernati che la grande squadra del Barcellona ospiterà Gilad Shalit per il “Classico”, Barcellona-Real Madrid il 7 Ottobre, mentre più di 5.000 prigionieri politici continuano a marcire, molti dei quali sono in isolamento, molti senza poter essere visitati, molti in sciopero della fame senza alcun tipo di attenzione e sollecitudine affinché vengano rilasciati.

L’arresto arbitrario di migliaia di palestinesi – tra questi anche l’astro di Gaza della Nazionale palestinese di calcio Mahmoud Kamel As-Sarsak, detenuto senza processo e senza che il suo arresto venisse pubblicamente motivato – è prassi quotidiana dell’Occupazione israeliana. Mahmoud è stato rilasciato soltanto dopo 95 giorni di sciopero della fame. Mentre noi scriviamo molti altri sono in una prigione israeliana in sciopero della fame ed alcuni sono prossimi a morire. Mahmoud As-Sarsek ha perso tre anni della sua carriera calcistica ed è stato sul punto di morire protestando con gli unici mezzi a sua disposizione. Merita di essere ospitato!

Joseph S. Blatter, Presidente della Fifa (Fédération Internationale de Football Association) ha espresso “grave preoccupazione” per le pratiche e le restrizioni adottate da Israele nei confronti dei giocatori palestinesi, in particolar modo quelli incarcerati nelle prigioni israeliane, a cui è impedito di aggregarsi alla Nazionale. Michele Platini ha dichiarato: «Israele deve scegliere se permettere allo sport palestinese di continuare e di crescere o essere costretta ad affrontare le conseguenze a causa del suo comportamento».

L’illegale occupazione militare israeliana della Palestina e i cinque anni di assedio su Gaza hanno soffocato le aspirazioni di uomini, donne e bambini palestinesi che praticano sport. Ma quali sono le conseguenze? Il sostegno politico alle pratiche israeliane invitando uno dei soldati della Forza d’Occupazione israeliana da parte di uno dei club più prestigiosi al mondo?

I palestinesi a Gaza tifano Barcellona più di qualunque altra squadra, soprattutto i bambini che costituiscono la maggioranza della popolazione. Noi, a Gaza, viviamo sotto un assedio ermetico, tra regolari bombardamenti e frequenti incursioni. L’uso di una forza distruttiva durante l’Operazione Piombo Fuso nell’inverno 2008-2009 ha preso di mira larghe aree di Gaza tra cui anche lo Stadio di calcio nazionale di Rafah, ha ucciso i calciatori Ayman Alkurd, Shadi Sbakhe e Wajeh Moshate, insieme ad oltre 1.400 persone. Il portiere della Nazionale, Omar Abu Rwayyis, è stato arrestato dalla polizia israeliana nel 2012 con “accuse di terrorismo”, espressione questa utilizzata per persone la cui vita è stata il calcio, non la politica. In molte occasioni la Nazionale palestinese non ha potuto riunirsi, allenarsi o partecipare a competizioni a causa delle illegali restrizioni israeliane sul movimento dei giocatori.

Ai nostri calciatori è continuamente vietato entrare o uscire da quella che molte tra le principali organizzazioni dei diritti umani definiscono la più grande prigione a cielo aperto. Già saprete di quanto è successo lo scorso anno quando Israele non ha permesso a sei membri della Nazionale palestinese di viaggiare da Gaza per una partita contro la Mauritania. Come tutti bloccati a Gaza, i portavoce israeliani dissero che ai giocatori era negato l’accesso per “motivi di sicurezza”, sostenendo che non avevano il permesso adatto, riportando alla mente la “Pass Law” la famigerata legge razzista ai tempi dell’Apartheid in Sud Africa. Questa politica continua e sistematica nei confronti di noi tutti ha decimato il nostro coinvolgimento nello sport internazionale. Le incertezze derivanti da permessi rifiutati a lasciare ed entrare la Striscia e la durezza incostante dell’Assedio e dell’Occupazione israeliana costituiscono un grande ostacolo e di conseguenza la West Asian Union Federation1 non sempre programma partite dove a partecipare sono le nostre squadre.

Nel 2007 alla Nazionale è stato impedito di viaggiare per giocare una partita di qualificazione per il Mondiale a Singapore ed è stata eliminata, nel Maggio 2008 per l’AFC Challenge Cup2 e gli è stata negata la qualificazione per la coppa asiatica 2011. Ai giocatori olimpici di Gaza è stato interdetto l’accesso in Cisgiordania e alle squadre giovanili spesso è stato negata la possibilità di uscire e di rientrare.

Durante gli attacchi criminali israeliani su Gaza nel 2009 il nostro stadio nazionale è stato colpito e distrutto così come l’edificio dell’Associazione Calcio Palestinese. Il progetto di un nuovo stadio a Gaza, Beit Lahiya, è stato fermato a causa del continuo assedio israeliano che non permette l’arrivo nella Striscia di cemento e di altre attrezzature sportive. L’unico campo in erba a Gaza è stato fatto saltare in aria da un missile israeliano obbligando la nazionale a giocare le partite in uno stadio del Qatar, di fatto vuoto.

Proprio come ha dimostrato l’efficace boicottaggio della squadre sportive del regime d’Apartheid sudafricano, la vita sportiva e quella politica non possono essere separate. Noi vi chiediamo di non solidarizzare con l’esercito che opprime, arresta e uccide uomini e donne di sport in Palestina, ma invece di schierarvi con quei calciatori palestinesi dai sogni distrutti e dalle mancate opportunità a causa esclusivamente delle politiche di Apartheid attuate contro di loro dal regime israeliano.

Mahmoud As-Sarsek ha detto:

Come prigioniero rilasciato, calciatore della Nazionale palestinese e grande tifoso del Barcellona F.C, condanno con forza la decisione del club di invitare il soldato israeliano Gilad Shalit a una delle sue partite e li invito pertanto ad annullare questa decisione. Ci sono quasi 5.000 prigionieri politici ostaggi nelle prigioni israeliane che soffrono quotidianamente le loro orrende pratiche che violano la legge umanitaria internazionale e gli accordi internazionali. I nostri prigionieri, molti dei quali calciatori ed atleti, affrontano pratiche di tortura fisica e psicologica tra le più brutali. Solo ex prigionieri come me conoscono l’intera storia di tale oppressione e umiliazione che ci ossessionerà per molti anni a venire. Io chiedo al Barcellona F.C. di boicottare la partecipazione di squadre sportive israeliane e invito al boicottaggio, disinvestimento e sanzioni di Israele finché non permetterà ai palestinesi di godere dei loro diritti fondamentali incluso il diritto a partecipare liberamente alle manifestazioni sportive. Non invitate il soldato delle forze di Occupazione israeliane Gilad Shalit quando così tanti palestinesi marciscono nelle prigioni israeliane per il crimine di essere palestinesi che desiderano giocare a calcio e praticare altri sport.

Invitare Gilad Shalit è come sfoggiare un soldato del SADF (1) durante gli anni ottanta in una partita di calcio europeo. L’avreste fatto voi del Barcellona?

(1) Il Sadf era l’esercito sudafricano durante il regime dell’apartheid

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

calcioisraelepalestina

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Comunicato delle realtà palestinesi italiane

Roma, 4 ottobre 2025, un milione in piazza per la Palestina libera e la sua Resistenza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas accetta parte dell’accordo. Trump chiede a Israele il cessate il fuoco

Hamas ha risposto al piano del presidente Usa Donald Trump sul futuro di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: 473 i componenti della Global Sumud Flotilla rapiti. Continua il viaggio della Thousand Madleens to Gaza

Sono 473 i componenti degli equipaggi della Global Sumud Flotilla rapiti in acque internazionali dalle forze occupanti dell’esercito israeliano dopo l’assalto alle imbarcazioni iniziato la sera di mercoledì 1 ottobre 2025 a meno di 70 miglia da Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Feroce repressione sui pensionati davanti al Congresso ha fatto 20 feriti

I manifestanti stavano sul marciapiede quando le forze di sicurezza federali sono passate all’attacco. Denunciano l’uso di un nuovo gas irritante, più potente di quelli precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccando tutto – E’ sciopero generale

Oltre 100 manifestazioni in tutta Italia. Nonostante le intimidazioni del governo le piazze si sono riempite ovunque. Superati ampiamente i numeri del 22 ottobre in molte città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Giorni di protesta in Marocco

Dal 25 settembre sono in corso una serie di mobilitazioni nelle città più grandi del Marocco, da Tangeri fino ad Agadir.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Bloccata la Global Sumud Flottila: aggiornamenti dalle piazze di tutta Italia

Dalle 20.30 di ieri sera circa è iniziato l’abbordaggio da parte delle navi militari dell’IDF nei confronti delle imbarcazioni della Global Sumud Flottilla.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Israele attacca la Flotilla. In mattinata ancora diverse navi in marcia verso Gaza

Ieri sera sono iniziate le operazioni di abbordaggio della Global Sumud Flotilla da parte dell’esercito israeliano. Ad ora solo venti navi sono state intercettate, le altre sono ancora in navigazione verso le coste di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il Madagascar si ribella per l’accesso all’acqua e all’elettricità: 22 morti, il governo si dimette

«Chiediamo al Presidente di dimettersi entro 72 ore». È questa la richiesta senza compromessi formulata il 30 settembre da un manifestante della «Gen Z»

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Molte parole sul Board of Peace, il genocidio continua

Michele Giorgio, Giornalista de Il manifesto e di Pagine Esteri, nel giorno in cui gli occhi in Italia sono tutti puntati sulla Global Sumud Flottilla, racconta come questa iniziativa internazionale e internazionalista accenda speranze sebbene flebili nei Territori.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Comunicato di solidarietà all3 compagn3 fermate il 22 settembre a Milano: Ettore e Mina liber3 subito!

Ripubblichiamo il comunicato di solidarietà nei confronti di Ettore e Mina, ora agli arresti domiciliari a Milano scritto e pubblicato dal coordinamento cittadino Torino per Gaza

Immagine di copertina per il post
Antifascismo & Nuove Destre

Appunti di lotta da Milano

Riflessioni di fine estate. Ci sembra necessario un momento analitico per riuscire a navigare le correnti agitate che stanno attraversando il paese e in particolare la nostra città, dalla fine di agosto a questa parte. Oggi più che mai occorre opporsi alla generale intimidazione preventiva delle lotte che tenta di far cadere i gruppi autorganizzati […]

Immagine di copertina per il post
Culture

Sport e dintorni – A proposito di Italia-Israele di calcio e della neutralità dello sport

La retorica dello sport come ambito da mantenersi separato dal resto della realtà presuppone che quanti lo praticano o lo seguono operino una sorta di momentanea sospensione dal mondo a cui pure appartengono, sospensione che riappacifica, durante le gare, le conflittualità e le brutalità quotidiane.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Global Sumud Flotilla: prosegue la rotta verso Gaza. In Italia movimenti e sindacati pronti a “bloccare di nuovo tutto”

La Global Sumud Flotilla, nonostante la guerra psicologica portata avanti da Israele nel corso di tutta la tratta, prosegue con determinazione verso Gaza.

Immagine di copertina per il post
Editoriali

La guerra è pace

Uno dei famosi slogan incisi sul Ministero della Verità del romanzo di George Orwell “1984” recita così.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Lo storico israeliano Avi Shlaim ha abbandonato il sionismo molto tempo fa. Ora è al fianco di Hamas

Shlaim, dell’Università di Oxford, sostiene che Hamas incarna la resistenza palestinese e si allontana persino dai suoi colleghi più radicali.