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Marocco: la rivolta di Taza chiama alla solidarietà

Ma dopo poco anche precari, disoccupati e giovani proletari si sono uniti alla protesta che è stata fin da subito duramente repressa dalla polizia. Il duro intervento degli agenti non ha però isolato il movimento che nei giorni seguenti si è conquistato la solidarietà del resto degli abitanti che sono scesi in piazza per manifestare l’appoggio alle rivendicazioni sociali e politiche. Nei giorni seguenti la repressione si è fatta più dura con l’obiettivo di soffocare le iniziative di lotta che a dispetto dei commissariati sono aumentate.

Oggi però arriva la notizia che il reame marocchino sta attivando un vero e proprio giro di vite contro il movimento aumentando i plotono di celere e rendendosi protagonista delle peggiori brutalità contro la popolazione. Sembra che con il pretesto degli arresti la polizia stia entrando nelle case degli abitanti di Taza compiendo violenze di ogni genere.

L’immagine del Marocco tranquillo e in pieno sviluppo democratico ed economico che Mohamed VI sta tentando in tutti i modi di far passare nel mainstream internazionale inizia ad andare in pezzi tra immolazioni di precari e disoccupati e rivolte contro la povertà duramente represse. La tensione è alta in Marocco dove da mesi gli slogan che rivendicavano aperture e riforme isituzionali e più equità sociali si sono ormai mutati nella storica frase della rivoluzione araba “Il popolo vuole la caduta del regime”. Di seguito una video cronaca della rivolta di gennaio e la traduzione di una denuncia e appello alla solidarietà contro la repressione apparsa oggi nei social network mentre a Taza era in corso l’operazione di polizia contro gli abitanti della città in lotta.

 

Cronaca video dei primi giorni della rivolta

“Si confermano le informazioni circa l’aggravarsi della repressione poliziesca che sta avvenendo in questi momenti a Taza.” Le forze dell’ordine irrompono con forza nelle case, per ricercare i ragazzi che hanno partecipato alle manifestazioni e aggrediscono bestialmente chiunque sia vicino, senza risparmiare anziani, bambini e donne.

Un giovane manifestante è stato picchiato fino alla morte e una dozzina di altri giovani è stata brutalmente gettata fuori dalla grande porta di Taza.[una cronaca in lingua araba che denuncia la repressione della polizia, ndr]

Taza continua vive una vera e propria guerriglia, continuano gli scontri tra la polizia e i giovani, che continuano a chiedere la liberazione degli arrestati durante gli scontri del 4 gennaio.

Gli abitanti di Koucha, uno dei quartieri più poveri, decisero di protestare contro le bollette di acqua e luce, la manifestazione accolse il consenso anche da parte degli abitanti dei quartieri vicini. A quel punto scoppiò una feroce repressione che si tradusse in guerriglia urbana, il numero dei feriti non si poteva contare e tutt’ora non è stato fornito un bilancio.

Lo scenario è incredibile, i poliziotti sono armati di fionde, e con inimmaginabile destrezza mirano contro i manifestanti.

Altri invece, come mostra il video, mimano gesti ad evidente sfondo sessuale.

È ancora da confermare la notizia per cui la polizia ha usato vere munizioni causando qualche morto e diversi feriti.

Uno dei giovani di Taza testimonia: “Tutta Taza è in fiamme, mio fratello è stato ferito, e i rinforzi di polizia dalla città di Fez continuano ad arrivare”.

 

Un video fatto dagli attivisti di Taza durante la giornata di repressione di oggi

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