Marocco: violenti scontri a Jerada contro povertà e disoccupazione
A Jerada – città nel nord-est del Marocco – la popolazione si è scontrata violentemente con la polizia nel corso di una protesta contro la povertà e la marginalizzazione economica.
Jerada, capoluogo dell’omonima provincia nordorientale al confine con l’Algeria, per anni ha costruito la sua economia attorno all’attività estrattiva del carbone. Con la chiusura delle miniere, avvenuta alla fine degli anni ’90, la città si trova da tempo stretta in una morsa di povertà e marginalizzazione. Nonostante i siti estrattivi siano ufficialmente chiusi e abbandonati da anni, diversi abitanti (soprattutto giovani) continuano a entrarvi per estrarre il carbone con le mani e senza un equipaggiamento adatto. Un’economia della sopravvivenza letale, che li espone continuamente a incidenti e pericoli ma verso cui una popolazione senza alternative economiche viene continuamente spinta.
È in queste “miniere della morte” che lo scorso dicembre due giovani fratelli sono annegati all’interno di un tunnel a diversi metri di profondità. In seguito alla loro morte a Jerada si susseguono ormai da mesi manifestazioni, scioperi e proteste contro la povertà e l’abbandono economico e sociale della regione da parte delle autorità centrali del Marocco. Negli ultimi giorni la tensione è salita in seguito all’arresto di due leader della protesta e all’annuncio da parte del ministero dell’interno di voler agire con la forza per mettere fine alla mobilitazione.
Ieri migliaia di persone sono tornate a protestare, radunandosi in un grosso sit-in. Quando la polizia, che aveva schierato centinaia di uomini, ha circondato la manifestazione, la rabbia dei residenti di Jerada è esplosa in violenti scontri. Le forze di sicurezza hanno caricato e sparato lacrimogeni sulla folla, che ha risposto con lanci di pietre e dando alle fiamme due auto della polizia. Diversi poliziotti sono rimasti feriti e alcuni manifestanti arrestati.
Le manifestazioni che da diverse settimane scuotono Jerada hanno molti punti di contatto con quelle del Rif, altra regione del nord del Marocco che nei mesi scorsi è stata attraversata da grosse proteste contro la Monarchia e che con Jerada condivide una situazione economica e sociale di abbandono e marginalità.
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