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In migliaia al funerale di Mohammed Abu Khdeir. Scontri in una Gerusalemme blindata

Nel frattempo, dopo la barbara uccisione del 16enne Mohammed Abu Khdeir avvenuta all’alba di mercoledì, in tutta Gerusalemme proseguono i violenti scontri con l’esercito israeliano, che ha già causato più di 200 feriti tentando di reprimere la protesta con proiettili di gomma, gas lacrimogeni e bombe stordenti. Gli scontri hanno avuto come epicentro il sobborgo di Shufat, luogo di origine di Abu Khdeir, ma si sono poi rapidamente estesi alle cittadine di Silwan, Issawiya, Sawana, Tur, ai quartieri di al-Saadia, Bab Hutta, Wadi al-Jawz, Jabal al-Makbar e al campo profughi di Shafat.

E proprio a Shufat quest’oggi si tenevano i funerali del giovane palestinese rapito e ucciso: ad accompagnare la bara del ragazzo un fiume di migliaia di persone che sventolava bandiere della Palestina e gridava “ne abbiamo abbastanza!”. In contemporanea col corteo funebre le forze israeliane hanno blindato gli accessi a Gerusalemme schierando uomini e barriere per impedire ai fedeli di raggiungere il plesso della moschea di a-Aqsa, adducendo ragioni di sicurezza. Al termine della preghiera la militarizzazione della città ha scatenato nuovi violenti scontri tra giovani palestinesi e esercito israeliano.

Intanto alcune fonti riferiscono che Hamas si è detta disponibile a interrompere il lancio di razzi verso Israele (nella sola giornata di ieri sono stati più di 30 quelli sparati verso il sud del Paese) se lo stato ebraico terminerà i propri raid nella Striscia di Gaza. Al momento la notizia non ha ricevuto commenti da parte di Tel Aviv, anche se ieri sera il Premier israeliano Benjamin Netanyahu aveva chiarito che Israele era interessato a mantenere la calma ma che se il lancio di razzi continuerà le sue forze armate sono pronte ad “agire con vigore”.

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