#NoG20 Hamburg: un corteo oceanico chiude la contestazione. Rappresaglie poliziesche sugli stranieri
Dopo due giorni di scontri, partiti giovedì notte dopo l’assalto della polizia al corteo “Welcome to Hell“, sabato notte terza serata di guerriglia. Dopo gli enormi cortei di ieri pomeriggio, “Grenzenlose Solidarität statt G20“ e “Block G20“, con oltre 100 000 partecipanti, le azioni sono tornate a concentrarsi sullo Schulterblatt, dove nelle sere scorse si erano avuti i disordini più violenti, con barricate e intere notti di resistenza contro le cariche, gli idranti e la militarizzazione. Dopo le dieci di sera di ieri sono tornate davanti alla Rote Flora le barricate, strade bloccate da manifestanti sdraiati a terra per impedire il passaggio degli idranti e dei mezzi, guerriglia diffusa in tutto il quartiere con copertoni in fiamme e cori “Tutta Amburgo odia la polizia!“.
Nel mentre vengono tirate le somme dei tre giorni di controvertice: il sindaco di Amburgo Scholz e la cancelliera Merkel si sono fatti fotografare con i poliziotti, sperticandosi in ringraziamenti e condanne della violenza. La stampa tedesca invece riporta opinioni diverse: anche dai giornali tradizionalmente più ostili ai movimenti viene criticata la scelta di Amburgo come sede per il G20, con disagi alla mobilità, militarizzazione, forze speciali in azione, coprifuoco: “se proprio devono fare il G20, la prossima volta che lo facciano su una portaerei, o su un’isola deserta!“ (Der Spiegel). Sotto accusa anche la gestione dell’ordine pubblico da parte della polizia. Lo Spiegel riporta i casi dei poliziotti che prendono a cazzotti dimostranti pacifici, picchiano un uomo ingessato e provocando spesso l’escalation dello scontro.
Nel contesto della rappresaglia da ieri la polizia tedesca ha scatenato una caccia all’uomo ai manifestanti stranieri, in particolar modo italiani, francesi, spagnoli e greci. Non si contano i fermi arbitrari. Circa 290 manifestanti sono stati trattenuti con il solo pretesto de “stiamo cercando italiani pericolosi”, tenuti ore sui cellulari e trattenuti nelle celle di sicurezza delle caserma senza possibilità di comunicare con l’esterno. Stato d’eccezione? Si potrebbe pure chiamarlo così, ma di fatto le giornate di Amburgo hanno messo in crisi un dispositivo complessivo di controllo poliziesco. Fermi e arresti sembrano segnalare un tentativo maldestro di recuperare ex post il fallimento della cosiddetta gestione europea del conflitto. Una cinquantina di attivisti del nord-est e delle Marche sono stati fermati e rilaciati con provvedimenti di allontanamento da Amburgo. Mentre scriviamo un compagno siciliano sta per essere rilasciato dopo un lungo stato di fermo, altri sono stati fermati o si trovano ancora in stato di fermo prolungato. Un altro compagno siciliano, Alessandro, sembra trovarsi in questo momento in stato di arresto. Ale libero!
” Ganz Hamburg hasst die Polizei!”
Tutta Amburgo odia la polizia!
Sotto una video cronaca di queste intense giornate di lotta ad Amburgo
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