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Paesi Baschi: nuovi arresti per ‘apologia del terrorismo’ sui social networks

L’operazione di questa mattina è la seconda parte di un’altra operazione condotta nell’aprile scorso, denominata “Operación Araña” (ragno ndr), che a suo tempo portò all’arresto di 21 persone (15 solo nei Paesi Baschi). A differenza dell’ultima volta, quando le persone arrestate furono accusate di apologia del terrorismo e di umiliare le vittime dell’organizzazione armata ETA attraverso commenti via twitter e su facebook, oggi a portare avanti l’accusa non sono soltanto riferimenti all’organizzazione basca, bensì ad altri gruppi armati non più esistenti da diversi anni. La nota diffusa dal Ministero degli Interni segnala infatti un accanimento senza precedenti negli ultimi anni contro chi esprime la propria opinione sui social networks.

In un video diffuso dalla polizia spagnola in seguito all’operazione si possono leggere alcuni commenti o status di Facebook incriminati, pescati dai social networks con un lavoro certosino tipico di chi prosegue la propria caccia alle streghe. Sembrerebbe infatti che il Ministero degli Interni e il Tribunale di Madrid continuino imperterriti a cercare in ogni angolo, ormai anche virtuale, l’organizzazione armata Eta o “dissidenti” presunti tali, in una guerra che lo Stato spagnolo persegue in via unilaterale, calpestando i più basilari diritti di espressione in un clima surreale, emblematico di chi fatica ancora a leggere la realtà e preferisce riempire i tribunali di scartoffie e le carceri di persone.

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