Palestina. Arrestati un compagno basco e un compagno italiano
L’esercito attacca la manifestazione contro il colonialismo nel villaggio di Al Ma’sara . Report dal campo di solidarietà
Aggiornamento delle 23:35
I compagni arrestati oggi, si trovano ancora in stato di fermo in una stazione di polizia all’interno di una colonia nei pressi di Hebron.
Siamo riusciti a contattarli e ci hanno confermato che nonostante le intimidazioni e le violenze ricevute, stanno bene.
Siamo in continuo contatto con l’avvocato che li sta seguendo, il quale ci ha confermato che hanno subito entrambi l’interrogatorio; ci ha detto anche che secondo la legge israeliana non possono essere trattenuti in stato di fermo oltre le 24 h.
Dunque domani sapremo se saranno rilasciati oppure deportati nei paesi di provenienza.
In ogni caso esiste ancora la possibilita’ che essi finiscano davanti ad una corte di giustizia israeliana con l’accusa di resistenza e violenza sui soldati.
Domani seguiranno aggiornamenti.
Angelo libero subito
Igor libero subito
Free palestine,
Shebab del Summer Camp ad Aida
Ogni venerdi nei villaggi della Cisgiordania occupata vi sono manifestazioni partecipate sia da palestinesi sia da attivisti internazionali, per rivendicare la piena liberta e indipendenza della terra di Palestina, il diritto alla vita per tutti e tutte, il rispetto dei trattati e dei vincoli internazionali.
Oggi abbiamo preso parte alla manifestazione del villaggio di al Ma’sara, nella zona a sud di Betlemme, dove il Comitato Popolare del villaggio dal 2006 e’ impegnato ad impedire la costruzione del muro dell’apartheid (che gia’ circonda la citta’ di Betlemme a nord, ovest e est) e a resistere ai continui attacchi perpetrati dall’esercito e dalla colonia israeliana di Efrat, che confina con il villaggio.
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Alla marcia eravamo presenti in una quarantina tra palestinesi ed internazionali provenienti da Italia, Paesi Baschi, Francia, c’erano anche compagni/e degli anarchici contro il muro. Abbiamo attraversato il villaggio in direzione della colonia: sulla strada principale, siamo stati raggiunti e fermati dai soldati israeliani, con 5 jeep e cammionette corazzate, armati di kalashnikov, che con spintoni e violenza ci hanno impedito di procedere oltre. Nonostante ci fossimo messi sul lato della strada, a ridosso del marciapiede, proprio per non offrire pretesti per aggredirci, i soldati ci hanno colpito con spintoni e calci di fucile. Mentre ci stavamo ritirando verso l’interno del villaggio i soldati hanno arrestato un compagno basco e un compagno italiano dividendoci in due gruppi ed obbligandoci a scappare verso il villaggio. Due compagni palestinesi (tra cui un giornalista) che hanno tentato di interferire e informarsi sulla situazione sono stati dapprima arrestati, e successivamente rilasciati. Tuttora non abbiamo ancora notizie certe, quello che sappiamo e’ che i soldati aspetteranno alcune ore prima di rilasciare i nostri compagni oppure di confermare il loro arresto, con la conseguenza che saranno deportati nel giro di un paio di giorni al massimo.
L’attacco e’ avvenuto in maniera del tutto pretestuosa verso un corteo formato unicamente da bandiere e slogan e che rivendicava la liberta di movimento nel territorio palestinese, tutti i giorni calpestata dagli scarponi e dalla violenza di un esercito di occupazione, figlio di uno Stato che vive al di sopra delle leggi. Questo e’ quello che dobbiamo continuare a denunciare e combattere con tutte le nostre forze, lottando al fianco dei nostri compagni/e palestinesi/e, perche’ questa e’ anche la nostra lotta, la vostra lotta, la lotta fino alla vittoria.
Yalla gli shebab dell’Aida Camp
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