Palestina: considerazioni sull’offensiva da Radio Onda d’Urto
Palestina. All’alba di sabato 7 ottobre 2023 è iniziata un’offensiva senza precedenti, lanciata dalla resistenza palestinese, a mezzo secolo esatto dalla cosiddetta guerra del Kippur. Almeno 5mila razzi sono partiti dalla Striscia di Gaza, mentre decine di miliziani palestinesi sono penetrati nel territorio di Israele, utilizzando anche paracaduti e parapendii a motore.
I razzi hanno superato, in diversi casi, il sistema Iron Dome, colpendo sud e centro di Israele, da Tel Aviv e Gerusalemme. La situazione è convulsa e di guerra vera e propria, si combatte in almeno una decina di città israeliane di confine.
I media locali danno conto dell’assalto militare palestinese nella stazione della polizia di Sderot, con scontri a fuoco in mezzo alla città e numerosi mezzi militari israeliani portati dentro la Striscia: almeno 3 le località israeliane vicine al cosiddetto “border” in mano ai miliziani partiti da Gaza, compreso il valico di Erez. Manifestazioni in sostegno della resistenza palestinese si stanno svolgendo in tutte le grandi città della Cisgiordania, da Nablus a Ramallah. 6 qui le vittime.
Per ora (ore 23.00) ci sono sul fronte israeliano 250 morti, 1400 feriti e 57 soldati e coloni israeliani (Hamas parla di numeri più alti, almeno 160) catturati e portati nella Striscia. Le bombe israeliane sganciate invece a Gaza hanno già ucciso 232 palestinesi, ferendone oltre duemila. Tolta l’elettricità a tutta la Striscia.
Nella zona sud di Gaza, due ospedali supportati da Medici Senza Frontiere sono stati colpiti dalle forze israeliane,l’Indonesian Hospital e il Nasser Hospital. Durante gli attacchi, un infermiere e un autista di ambulanza sono rimasti uccisi, molti i feriti. Danneggiato anche un deposito di ossigeno. A dirlo la stessa Medici Senza Frontiere.
Le parole di Ramzy Baroud, giornalista palestinese-statunitense, editor dello storico portale informativo “Palestine Chronicle”, tradotto dall’inglese all’italiano dalla nostra Redazione. Ascolta o scarica
L’esercito di Israele ha dichiarato lo stato di allerta militare in guerra, richiamando decine di migliaia di riservisti. Decine di aerei stanno bombardando la Striscia di Gaza, dove il reticolato israeliano che dal 2007 chiude Gaza in una prigione a cielo aperto è stato abbattuto, per centinaia di metri, dai bulldozer palestinesi.
La Farnesina va sapere di “essere in contatto” con tutti gli italiani presenti a Gaza – sono una ventina – e le varie organizzazioni internazionali di riferimento.
Lato politico: Hamas parla di “inizio dell’operazione alluvione Al-Aqsa”, portata avanti sul terreno dalle brigate al-Qassam. Il capo militare di Hamas, Muhammad Deif ha dichiarato che l’attacco è una reazione” all’occupazione di Al Aqsa e alle azioni dei coloni israeliani penetrati nei villaggi palestinesi, saccheggiando, distruggendo e uccidendo degli abitanti. Questo è il giorno della più grande battaglia per porre fine all’ultima occupazione sulla terra e liberare i nostri prigionieri”, a migliaia nelle carceri occupanti. Deif ha poi fatto appello a tutti i palestinesi di unirsi alla lotta armata contro “l’occupazione sionista”.
In forte difficoltà il governo israeliano di ultradestra, preso di sorpresa. Hamas “ha lanciato una guerra” ha detto il ministro della difesa Yoav Gallant, del partito Likud, aggiungendo che l’esercito “sta combattendo contro il nemico in ogni luogo”. Si è fatto sentire anche il premier Netanyahu: “non è una cosiddetta operazione militare, non un altro round di combattimenti, ma una guerra. Ho ordinato una vasta mobilitazione di riservisti per contrattaccare con una forza che il nemico non ha mai conosciuto”. Offerto all’opposizione un governo unitario di guerra.
Domenica atteso un Consiglio straordinario di sicurezza Onu su quanto accade in Palestina.
Le valutazioni sulla situazione di Alberto Negri, giornalista ed editorialista del quotidiano Il Manifesto. Ascolta o scarica
da Radio Onda d’Urto
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