InfoAut
Immagine di copertina per il post

Pensate che uno sciopero della fame sia senza conseguenze?

di Samer Issawi Campaign Group (1)

Dal 2010 ci sono continuamente prigionieri politici palestinesi in sciopero della fame per protestare contro l’arresto e la detenzione arbitraria (2). Dal ’69 ad oggi ci sono stati numerosi scioperi massicci e prolungati nei vari carceri (3).
Lo sciopero della fame può avere conseguenze gravi e permanenti per la salute.
Ecco cosa accade al fisico umano durante uno sciopero della fame:
1 ° giorno. Si consumano le riserve di glucosio immagazzinato nel fegato e nei muscoli.
2 ° giorno. Si abbassa il glucosio nel sangue e si utilizzano gli acidi grassi e corpi chetonici. Il glicogeno muscolare può fornire energia per circa 12 ore.
5 ° giorno. Cominciano a danneggiarsi organi importanti come il fegato e i reni. L’organismo è passato da consumare glucosio e glicogeno immagazzinato a consumare i grassi che costituiscono la riserva di energia del corpo stesso. Nel corpo umano ci sono circa 10-11 chili di grasso che possono durare più di 40 giorni.
7 ° giorno. Una volta raggiunta la settimana sciopero, l’acidosi (basso pH del sangue) colpisce la funzionalità cardiaca peggiorando la circolazione. Il cervello comincia ad avere dei problemi dovuti alla scarsa affluenza di sangue.
14 ° giorno. I corpi chetonici, che sono prodotti di degradazione del grasso, in questo momento vengono utilizzati per la formazione di energia.
20 ° giorno. si iniziano a utilizzare principalmente le proteine muscolari. L’albumina ed gli edemi sono la prova di autofagia e autodigestione proteine.
30 ° giorno. La denutrizione colpisce tutti i sistemi del corpo, e si comincia a sperimentare una stanchezza enorme, che impedisce di parlare.
40 ° giorno. A partire dai quaranta o cinquanta giorni, il deterioramento diventa evidente per l’usura fisica, causando immobilità e arrivando a produrre perdita di conoscenza per mancanza di energia.
Si manifestano: Vomito continuo – diarrea – respiro debole – pressione arteriosa bassa – dolori ai reni – dolori alle articolazioni – rialzo della frequenza cardiaca – difficoltà nei movimenti – mancanza di sonno – stanchezza – sensazione di freddo – vertigini e nausea  – grave diminuzione delle proteine del sangue, ipoglicemia e ipocalcemia.
Non sempre i soggetti possono ritornare ad un perfetto stato di salute: facilmente vanno incontro a infezioni (tubercolosi, endocardite lenta), e talora a distanza compaiono  cirrosi epatica, insufficienza renale anche grave, ulcera, emorroidi, alterazioni endocrine a carico di varie ghiandole, anemia.
La morte da fame può essere causata anche da mancanza di sangue al cervello o insufficienza cardiaca.
Dal 1970 al 1992, il regime sionista ha lasciato letteralmente morire di fame, a seguito di scioperi, sei prigionieri politici (4).

SAMER ISSAWI HA PORTATO AVANTI UNO SCIOPERO DELLA FAME PER PIÙ DI 8 MESI, perdendo 45 chili, il suo battito cardiaco era arrivato a 28 pulsazioni al minuto e i suoi reni non funzionavano più. Con il suo prolungato sciopero della fame ha costretto il regime d’occupazione a riconoscere che la sua condanna era illegale, mutando una condanna a 26 anni a una detenzione fino a dicembre. Attualmente, però, gli vengono negati i controlli medici e il trasferimento in ospedale. La sua salute è compromessa, le sua sopravvivenza in grave rischio.
Come gruppo di attivisti per la Palestina stiamo portando avanti una battaglia per chiedere che Samer Issawi sia trasferito in ospedale e riceva le cure mediche adeguate. Issawi è un caso emblematico che rappresenta la battaglia per tutti i prigionieri politici palestinesi. È il punto di partenza.
Abbiamo creato una petizione rivolta a Amnesty International, che è giunta alle 2000 firme con un fatto nuovo e importante: per la prima volta più di 850 palestinesi si sono fidati e affidati a un’agenzia internazionale perché faccia la sua parte a portare giustizia in Palestina. Anche Shireen Tariq Issawi, sorella di Samer, collabora alla campagna e il 29 giugno ha scritto personalmente ad Amnesty per chiedere di agire. https://www.change.org/petitions/let-s-save-samer-issawi-salviamo-samer-issawi-لنحمي-سامر-العيساوي

LO STATO ATTUALE DEI PRIGIONIERI POLITICI PALESTINESI
In questo momento sono quasi 5.000 i palestinesi detenuti dal regime d’occupazione, tra cui 236 bambini, 13 membri eletti del Consiglio Legislativo Palestinese e circa 160 detenuti amministrativi (la detenzione amministrativa è una procedura che permette all’esercito israeliano di trattenere i prigionieri indefinitamente, su informazioni segrete e senza formulare accuse a loro carico o senza permettere loro di affrontare il processo).
L’Israeli Prison Service (servizio carcerario israeliano) infligge diversi tipi di punizioni ai detenuti che partecipano agli scioperi della fame: trasferimenti da un carcere all’altro, privazione del sale per l’acqua, perquisizioni corporali continue, multe da 100 euro al giorno, ecc. Inoltre, varie organizzazioni per i Diritti Umani affermano che circo l’80% dei detenuti, di qualsiasi età e sesso, riferisce di aver subito torture e maltrattamenti in carcere e durante gli interrrogatori.
Dal 1967, più di 52 prigionieri politici sono morti per negligenza medica e 73 per la tortura durante gli interrogatori; il caso più recente è quello di Maysara Abu Hamdiyeh, 64 anni, a cui è stata negata la cura per il cancro(5).
Dall’inizio di maggio Abdallah Barghouthi e altri quattro palestinesi con cittadinanza giordana, detenuti in carceri israeliane, sono in sciopero della fame. Chiedono di scontare la propria pena in Giordania, come prevede il trattato di pace israelo-giordano del 1994. Non solo: chiedono di conoscere il destino di venti detenuti giordani di cui non si hanno piu’ notizie e di dare una degna sepoltura ai morti nelle carceri israeliane, che sono tumulati in tombe numerate, senza nome.
Il prigioniero Awad Zaki Mohammed Saidi ha iniziato uno sciopero della fame a tempo indeterminato contro il regime di isolamento nel carcere di Eichel e il deterioramento della sua salute. È da notare che Awad Zaki Saidi, di 35 anni, dal campo profughi Nuseirat nella Striscia di Gaza e ha avuto una condanna dal tribunale militare dell’occupazione israeliana a 15 anni dal 2004, e che si trova in cella di isolamento dal 5/4/2012. Il Department of Corrections (il dipartimento del carcere dell’occupazione israeliana) lo aveva condannato a un incremento di condanna di 4 anni , che cosi diventa di 19 anni, con l’accusa di avere colpito un agente penitenziario in difesa del suo compagno il prigioniero politico Abbas Said aggredito dagli agenti sionisti. Così come l’amministrazione penitenziaria lo ha anche condannato a una sanzione di 50 mila shekel (10.000 euro) e di multa e 10.000 shekel ( 2000 euro) di compensazione per l’ufficiale picchiato(6).
Quattro prigionieri nel carcere militare dell’occupazione israeliana Nafha, continuano lo sciopero della fame a partire dall’inizio di questo mese (giugno 2013), nel contesto delle azioni della lotta iniziata da certo un numero di prigionieri politici circa un mese fa, per essere riconosciuti come prigionieri di guerra, per essere sotto la protezione delle convenzioni internazionali.

LA NEGLIGENZA MEDICA
L’IPS ha adottato una politica sistematica di negligenza medica in prigioni e centri di detenzione. Anche se tutte le prigioni comprendono un ambulatorio medico, i medici sono in servizio irregolare e il personale medico specializzato è generalmente assente. I prigionieri devono attendere per lunghi periodi di tempo prima di essere esaminati, e alla maggior parte dei detenuti sono prescritti semplici antidolorifici senza alcun esame medico approfondito. I trasferimenti in ospedali per le cure necessarie possono avvenire anche dopo settimane o mesi.
Ad esempio, il prigioniero politico palestinese Naim Nassar, di Ramallah, arrestato il 31/8/2006, ha cominciato a soffrire di forti dolori alla testa, e l’amministrazione penitenziaria militare ha condotto degli esami ma non lo hanno informato dei risultati, noto che il prigioniero soffre di debolezza generale, ha perso molto peso e soffre di nausea costante, ma i carcerieri gli danno solo antidolorifici(7).
Le condizioni di detenzione hanno un enorme impatto sulla salute dei detenuti. La mancanza di luce naturale, la presenza di umidità nelle prigioni e centri di detenzione, aggravata da una dieta povera e squilibrata, le restrizioni imposte all’uso del cortile della prigione per l’esercizio fisico, spesso portano a problemi di salute cronici.
Le Organizzazioni per i Diritti Umani stimano che, dall’inizio dell’Intifada nel 2000 fino al 2008, 17 prigionieri politici palestinesi sono morti in carceri e centri di detenzione a causa di negligenza medica (8).
Aiutateci a smuovere l’opinione pubblica mondiale per una campagna per i sepolti vivi nelle carceri israeliane.

NOTE:
(1)
Samer Issawi Campaign Group: lavoriamo in rete, il nostro contatto è internetintifadagrou@libero.it
(2)
Ci sono stati vari scioperi della fame generali ultimi anni:  2010 (più di 1.000 detenuti), 2012 (circa 2.000 detenuti), 2011 ( circa 6.000 partecipanti) e 2013. Attualmente, per ragioni differenti e in diverse carceri, ci sono più di venti detenuti politici in sciopero della fame.
(3)
Gli scioperi generali dei detenuti sono avvenuti a:
Ramleh il 18/02/’69 (11 giorni)
Neve Tirza del 28/04/’70 (9 gg)
Asqalon il 13/09/’73 (24 gg)
Asqalon del 11/12/’76 (45 gg) rinnovato il 24/02/’77 (20 gg)
Nafha il 14/07/’80 (32 gg)
Jneid nel Settembre ’84 (13 gg) e ripreso il 25/03/’87 (poi esteso a tutte le prigioni e durato 20 gg)
Nafha il 23/06/1991 (17 gg)
Scioperi generali del 27/09/’92 (15 gg), del 15/08/’94 (19 gg).
(da: http://www.facebook.com/notes/ivan-guillaume-cosenza/dossier-prigionieri-palestinesi-31-05-2010-di-mantovani-antonio-thawra69liberoit/10150219179410512 )
(4)
I detenuti lasciati morire di fame durante queste lotte sono stati:
01) Abdel Qader Jabir Ahmad Abu Al-Fahim, di Jabalia (Gaza) morto il 11/05/1970 durante le lotte a Asqalon.
02) Rasim Mohammad Halaweh, di Jabalia (Gaza) morto il 20/07/1980 durante le lotte a Nafha.
03) Ali Shehadeh Mohammad Al-Ja’fari, from Dheisheh RC, Gaza morto il 4.07.1980 durante le lotte a Nafha.
04) Anis Mahmoud Douleh, from Qalqilia morto il 31.08.1980 in Asqalon.
05) Ishaq Mousa Al-Maraghah, from Silwan, Gerusalem morto il 16.11.1983 in Beir Al-Sabi’.
06) Hussein As’ad Ubeidat, from Jerusalem, morto il 04.10.1992 durante le lotte a Asqalon.
(da: http://www.facebook.com/notes/ivan-guillaume-cosenza/dossier-prigionieri-palestinesi-31-05-2010-di-mantovani-antonio-thawra69liberoit/10150219179410512 )
(5)
Fonte dei dati sullo stato di salute dei prigionieri e sulla mancanza di assistenza medica: ADDAMEER, Prisoner Support and Human Rights Association http://www.addameer.org
Addameer Monthly Detention Report – 1 May 2013:
Total Number of Political Prisoners: 4979
Administrative Detainees: 156 (8 PLC)
Female prisoners: 17
Child prisoners: 236 (44 under 16)
Palestinian Legislative Council members: 13
Prisoners serving life sentences: 529
Prisoners serving a sentence above 20 years: 454
Prisoners serving a sentence above 20 years: 77
Prisoners serving a sentence above 25 years: 25
(6)
Queste ultime informazioni dal sito del Ministero degli Affari dei Detenuti Politici:  http://www.freedom.ps/
(7)
idem
(8)
Questo articolo non pretende di essere esaustivo. I dati inseriti nell’articolo sono esemplificativi della situazione attuale, ma sicuramente incompleti, sia a causa della difficoltà di reperire dati aggiornati, sia perchè la situazione è in continuo mutamento. Un ringraziamento a Ornella, Dino, Amin, Antonio, Mario, Ctg per l’aiuto nel reperire i dati sopra esposti

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

palestinaprigionieri politiciprigioniero palestineseSamer Issawi

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: i portuali pronti a rifiutare di caricare il cargo di armi per Israele

I portuali in Francia si rifiutano di caricare il cargo di armi per Israele: pronti al blocco anche a Genova.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Militari israeliani in “libera uscita” in Italia

Stress da genocidio? Se vuoi rilassarti vieni nel Bel Paese! Non è uno slogan pubblicitario di un mondo distopico, ma potremmo rappresentarcela così l’offerta, comprensiva di relax,  tour turistici alle bellezze naturalistiche e culturali delle Marche, di cui ha usufruito a fine 2024 un gruppo di giovani militari israeliani in “libera uscita”, ma pur sempre scortati e protetti dalla DIGOS per garantirne la massima riservatezza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

El Salvador: Sei anni di Bukele con poteri ampliati, stato d’emergenza e detenzione degli oppositori

La deriva autoritaria del presidente di El Salvador.

Bukele celebra il suo sesto anno di mandato e il primo dalla sua controversa rielezione, sostenendosi su un regime d’emergenza che accumula denunce per violazioni dei diritti umani e la persecuzione delle voci critiche.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Catania: salpata la nave umanitaria della Freedom Flotilla “per rompere l’assedio di Gaza”

In circa una settimana di navigazione, l’imbarcazione umanitaria Madleen della Freedom Flotilla dovrebbe raggiungere le acque basse della Striscia di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Non lasceremo loro nulla”. La distruzione del settore agricolo e dei sistemi alimentari di Gaza /2

Questo rapporto “Non lasceremo loro nulla” (*) affronta la distruzione del settore agricolo e delle strutture legate alla produzione alimentare durante l’assalto militare israeliano in corso sulla Striscia di Gaza dal 7 ottobre 2023. di Palestinian Centre for Human Rights, da ECOR Network Qui la prima parte. II. La distruzione israeliana del settore agricolo e dei sistemi […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Brescia: contestato il Ministro Tajani “Contro il genocidio in Palestina e le complicità anche italiane. Palestina Libera!”

A Brescia forte contestazione di almeno 150 tra studenti e attivisti contro la presenza alla facoltà di Giurisprudenza del ministro degli esteri e vicepremier Tajani, invitato dall’Ateneo per inaugurare un corso di laurea.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Indignazione per le dichiarazioni di Netanyahu: ‘Nessuna carestia a Gaza, i palestinesi sono sovrappeso’”

Il primo ministro sostiene che le immagini di migliaia di prigionieri palestinesi seminudi dimostrerebbero che hanno cibo a sufficienza, mentre esperti internazionali lanciano l’allarme su una carestia imminente.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: militarizzazione degli aiuti e silenzio internazionale. Il punto della situazione con Eliana Riva

Ogni giorno porta nuove atrocità in Palestina: oggi, almeno 17 persone sono state uccise dall’esercito israeliano in tutta Gaza, tra cui otto vittime durante un raid contro la casa del giornalista Osama al-Arbid, nel nord della Striscia. Il giornalista sarebbe sopravvissuto, ma molti dei suoi familiari sono stati uccisi.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Manifestazione nazionale contro il riarmo, la guerra e il genocidio in Palestina: 21 giugno a Roma

La data per la manifestazione nazionale a Roma contro il riarmo e la guerra è stata individuata nel 21 giugno, poco prima che si tenga il summit NATO all’Aja dal 25 al 25 giugno sulla Difesa e la spesa militare.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jatevenne! A Napoli corteo contro la Nato.

Ieri, 27 maggio, nelle strade di Napoli un corteo di un migliaio di persone ha sfilato contro la presenza del summit NATO sulla sicurezza nel mediterraneo.

Immagine di copertina per il post
Confluenza

Gli aceri di corso Belgio a Torino incontrano un gelso di Gerusalemme: la Storia e le storie narrate dagli alberi

Il Comitato Salviamo gli Alberi di corso Belgio ha organizzato domenica 18 maggio un incontro pubblico con Paola Caridi, autrice del saggio Il gelso di Gerusalemme – L’altra storia raccontata dagli alberi, pubblicato l’anno scorso da Feltrinelli. Si è scelta questa data anche per commemorare  la Nakba, la “catastrofe”, l’espulsione di 700.000 palestinesi dalle loro terre operata dagli Israeliani nel 1948. 

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Disarmiamoli: verso il 21 giugno a Roma

Ripubblichiamo il comunicato uscito dall’assemblea nazionale chiamata dalla Rete dei Comunisti, da Potere al Popolo e USB a Roma che guarda alla data di manifestazione nazionale del 21 giugno. In questa fase ogni mobilitazione nella prospettiva di attivarsi contro il riarmo generale, contro la militarizzazione della società e a sostegno della resistenza palestinese è da sostenere e attraversare.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Breaking the Wall Conference for Palestine – Convegno per la Palestina

Giovedì 29/05 – Venerdì 30/05, Polo Carmignani, Università di Pisa

In una fase storica di mobilitazione bellica globale, di intensificazione del genocidio in Palestina, di sollevazione di milioni di persone in solidarietà con il popolo palestinese, le università e la produzione della conoscenza sono diventati un terreno di scontro e di cambiamento.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il posto di Hamas (e di chi chi seguirà o precede) in Palestina

Qualche precisazione sul ruolo del movimento, all’interno di una più ampia cornice di lotta anticoloniale di Lorenzo Forlani, da lorenzoforlani.substack.com Mi sembra sia arrivato il momento, o forse non ha mai smesso di esserlo. Vogliamo parlare di Hamas? E parliamo di Hamas, una volta per tutte, tentando di scrollarci di dosso paranoie, tensioni mai sopite, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Atene: migliaia di greci in piazza in solidarietà con il popolo palestinese

Migliaia di greci hanno manifestato nella serata di giovedi 22 maggio nel centro di Atene verso l’ambasciata israeliana chiedendo la fine immediata degli attacchi genocidi israeliani contro Gaza

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Israele, oltre Israele

Ovvero di come dentro la democrazia borghese risieda il seme della barbarie.