Portogallo. Litio, distruzione ambientale, lotte dal basso
Il litio, minerale raro indispensabile per le batterie delle auto elettriche, ha costi ambientali di estrazione molto alti.
Il Portogallo ha la più grande riserva di litio in Europa e l’ottava a livello mondiale. Si tratta di “riserve” dedotte, cioè semplicemente individuate e non sfruttate.
“Qui abbiamo la tendenza a dire che siamo il quinto, il sesto, l’ottavo posto con più litio, ma non vuol dire niente – dice Carlos Leal Gomes, professore dell’università di Minho, esperto in materia -. Si conosce davvero un posto solo quando si inizia la produzione”.
Nel nord del Portogallo l’area intorno al villaggio di Covas do Barroso potrebbe diventare il sito della più grande miniera di litio dell’Europa occidentale. Il progetto, sviluppato dall’impresa britannica Savannah, prevede l’esplorazione di pegmatiti litinifere per la produzione di concentrato di spodumene.
Il 31 maggio l’Agenzia portoghese per l’ambiente ha emesso una valutazione di impatto ambientale favorevole, con alcune condizioni che Savannah deve rispettare. Ma la gente del posto non è convinta. “Non capiamo come per inquinare di meno dobbiamo distruggere le foreste, i corsi d’acqua e la vita dei residenti”, dice Nelson Gomes, presidente dell’associazione Uniti in difesa di Covas do Barroso.
L’estrazione del litio richiede una lavorazione che distruggerebbe le colline intorno al paese e ridurrebbe drasticamente le riserve d’acqua, rendendo invivibile l’area. Per estrarre quantità minime di litio occorre scavare e trattare chimicamente enormi quantità di terreno: ogni batteria prodotta si lascia alle spalle un deserto.
Lo scorso 6 novembre il governo del socialista Costa è stato costretto a dimettersi proprio per un’inchiesta che ha colpito l’agenzia per l’ambiente e numerosi esponenti governativi per episodi di corruzione per snellire le procedure autorizzative per litio, idrogeno verde ed il centro dati Sines.
In estate a Covas do Barroso ci sono state numerose iniziative di lotta contro i sondaggi della Savannah e un campeggio cui hanno partecipato abitanti dei paesi vicini e attivisti dal resto del Portogallo.
Questa vicenda ci interroga sulla grande menzogna della “transizione ecologica”. Se è vero che le auto elettriche non emettono CO2, resta il fatto che le batterie che le fanno viaggiare hanno un impatto ambientale notevole.
La logica del profitto per il profitto che anima il capitalismo rende impossibile pensare una “transizione ecologica” all’interno dell’attuale sistema economico e sociale.
Ne abbiamo parlato con Dario Antonelli, giornalista free lance, che ha condotto un’inchiesta a Covas do Barroso.
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