InfoAut
Immagine di copertina per il post

Proteste e scontri in Bahrain, la F1 ignora i morti

Il circo della F1 volta lo sguardo dall’altra parte in nome di “supremi” interessi economici, proclama l’estraneità dello sport alla politica e prosegue per la sua strada. Roma, 20 aprile 2013, Nena News – «Per il secondo anno consecutivo, la gara procederà in pompa magna… Per il secondo anno consecutivo la sofferenza della nostra gente sarà ignorata. Per il secondo anno consecutivo (i piloti) si sfideranno sul nostro sangue». Yousif Al-Mahafdah, del Centro per i diritti umani del Bahrain, punta l’indice contro piloti e scuderie di F1 che da ieri sono impegnati nelle prove del Gp di Sakhir, la vetrina della monarchia assoluta al Khalifa. Così come era accaduto nel 2012 anche quest’anno il circo della F1 volta lo sguardo dall’altra parte in nome di “supremi” interessi economici, proclama l’estraneità dello sport alla politica e prosegue per la sua strada. Incurante di ciò che accade nelle strade del Bahrain dove da settimane si ripetono le manifestazioni di protesta contro il regime e la polizia politica ha intensificato le retate degli oppositori, molto spesso appena adolescenti.
Il giovane campione Sebastian Vettel non mostra alcun interesse per la condizione dei giovani del Bahrain. «Siamo qui per lo sport, non per la politica» ha commentato. Per Vettel il Gp di Sakhir è solo una gara e niente di più. Le polemiche che accompagnano l’appuntamento sportivo, non toccano il pilota tedesco della Red Bull. Intervistato dalle agenzie di stampa Vettel ha detto di non volere entrare nel dibattito relativo all’opportunità di disputare la gara in un contesto caratterizzato dalle proteste di chi invoca da anni riforme e uguaglianza. Anzi il campione tedesco ha espresso fiducia nei confronti di chi deve garantire la sicurezza e auspica che «possiamo dedicarci allo sport nel modo più sicuro possibile». Come dire, più le forze di sicurezza useranno il pugno di ferro contro chi protesta e meglio ci sentiremo noi piloti. Sulla stessa linea il collega della “Force India” Adrian Sutil. «Da quello che ho visto – ha detto – è tutto ok».

Tutto ok per Sutil. Appena qualche giorno fa la polizia ha compiuto un raid contro la scuola “Jabreya” di Manama, vicino all’ambasciata statunitense. Gas lacrimogeni e granate stordenti sono stati lanciati contro gli studenti che chiedevano il rilascio di un 17enne arrestato il giorno precedente, Hassan Humiden. Nelle ultime due settimane, oltre cento persone sono state arrestate, in buona parte nei villaggi vicini al circuito di Sakhir. Arresti «preventivi» per impedire nuove manifestazioni e che, al contrario, hanno radicalizzato le proteste. I giovani della «rivoluzione del 14 febbraio» hanno fatto saltare in aria un’automobile in pieno centro a Manama. Un atto simbolico, che non ha fatto vittime. Che però conferma che a due anni dalla repressione violenta dell’accampamento di Piazza della Perla, attuata dalle forze di polizia con l’aiuto di militari sauditi inviati in soccorso di re Hamad al Khalifa, i giovani bahraniti non sono più disposti a sopportare la repressione senza reagire. Non sorprende che sia sceso al punto più basso il sostegno alla partecipazione dell’opposizione al «dialogo nazionale» voluto dalla monarchia che continua a non dare alcun risultato concreto. 

La Formula Uno non vuole sapere nulla di ciò che accade nelle strade di questo piccolo arcipelago che ospita, nella base di Juffair, la V Flotta americana. Strade dove sono morti decine di manifestanti e altre centinaia sono rimasti feriti. Senza dimenticare gli arresti e le pesanti condanne subite da buona parte dei leader dell’opposizione. «La Formula Uno ignora consapevolmente le violazioni dei diritti umani commessi in Bahrain, aumentate negli ultimi tempi proprio in occasione del Gp», ha denunciato Sarah Leah Whitson, responsabile per il Medio Oriente di Human Rights Watch, «gli organizzatori del Gp preferiscono mettere la testa sotto la sabbia e non sapere cosa sta provocando la loro corsa». Tutto regolare per il patron della F1, Bernie Ecclestone. «Non vedo perchè il Gp di Sakhir non dovrebbe rivelarsi un successo…Proteste? Non so che dirvi, io non so nulla di queste proteste», ha detto rispondendo alle critiche. L’indifferenza di Ecclestone, della Ferrari, della Red Bull e delle altre scuderie in ogni caso non ferma la lotta dei bahraniti. «No alla Formula Uno insaguinata», «La vostra corsa è un crimine», scandivano ieri sera nei villaggi sciiti centinaia di giovani.

di Michele Giorgio per Nena News

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

arrestiBahrainF1interessi economiciscontri

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Roghi e lotta per la vita in Macedonia: avete acceso le fiamme, ora preparatevi al fuoco

Il 16 marzo, 59 giovani sono morti tra le fiamme a Kocani, in Macedonia, in un club notturno. Avevano tra i 14 e i 25 anni.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Ravenna: sequestrato materiale militare. Era diretto in Israele senza licenza

Ottocento pezzi acquistati dall’azienda Imi Systems, che rifornisce l’esercito. Il porto romagnolo teatro di proteste e di blocchi dei portuali di armi e navi israeliane

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Ancora negazionismo, ad un giorno dall’anniversario del colpo di stato il Governo ha demolito un monumento allo scrittore Osvaldo Bayer

Invece di occuparsi dello stato delle strade di fronte all’abbandono delle opere pubbliche, la Viabilità Nazionale è stata utilizzata come strumento di provocazione nell’ambito di un nuovo anniversario dell’ultimo colpo di stato. Questo martedì, soltanto un giorno dopo un nuovo anniversario del sanguinoso colpo di stato perpetrato il 24 marzo 1976, il governo di Javier […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’ultimo capitolo del genocidio

Israele ha iniziato la fase finale del suo Genocidio. I palestinesi saranno costretti a scegliere tra la morte o la deportazione. Non ci sono altre opzioni. Un articolo del giornalista premio Pulitzer Chris Hedges, ex corrispondente del New York Times da Gaza. di Chris Hedges da InfoPal (Chrishedges.substack.com.) Questo è l’ultimo capitolo del Genocidio. È […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: l’arresto di Imamoglu scatena nuove proteste contro Erdogan

In Turchia sono scoppiate massicce proteste dopo che le autorità giudiziarie – all’interno di una vasta operazione contro centinaia di persone –  hanno arrestato Ekrem Imamoglu, il sindaco di Istanbul, pochi giorni prima che venisse scelto come candidato del partito di opposizione laico CHP alle presidenziali.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La crisi umanitaria a Gaza: una situazione terribile di fame e aiuti bloccati

La Striscia di Gaza, che ospita quasi due milioni di persone, sta affrontando una crisi umanitaria di portata senza precedenti.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Argentina: Un superclassico della repressione di Milei con proiettili, feriti e caccia a pensionati e tifosi

Cronaca di un pomeriggio di violenza istituzionale come non si vedeva da molto tempo.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’anomalia della guerra in Messico

Il 5 marzo il collettivo “Guerreros Buscadores de Jalisco” scopre qualcosa che innalza il livello della crudeltà del potere in Messico: un campo di sterminio del Cartel Jalisco Nueva Generación, uno dei cartelli più feroci del Paese.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tregua finita, Israele attacca Gaza. Centinaia di palestinesi uccisi

Non conosce soste la massiccia offensiva aerea lanciata da Israele nella notte  a sorpresa contro Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Sul campo di concentramento e sterminio in Jalisco. Il Ranch Izaguirre a Teuchitlán

Il ritrovamento del campo di sterminio nel ranch Izaguirre a Teuchitlán, Jalisco, lo scorso 5 marzo 2025, è un esempio della crudeltà e dell’atrocità normalizzata, istituzionalizzata e coperta in Messico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Grecia: sciopero generale a due anni dalla strage ferroviaria di Tebi, manifestazione oceanica ad Atene

Grecia paralizzata per uno sciopero nazionale indetto da tutti i sindacati con oltre 200 manifestazioni – una delle mobilitazioni più imponenti degli ultimi decenni – per chiedere verità e giustizia in occasione dell’anniversario di due anni dalla strage ferroviaria di Tebi, in cui persero la vita 57 persone, tra cui molti studenti: 85 i feriti gravi, […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Turchia: arresti durante le manifestazioni contro la violenza sulle donne

Riportiamo la traduzione di questo aggiornamento pubblicato da Secoursrouge: Il 25 novembre, piazza Taksim a Istanbul è stata messa sotto stretta sorveglianza dalla polizia in seguito al divieto di manifestare e cantare lo slogan “Jin, jiyan, azadî” (Donne, vita, libertà) in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Nonostante il divieto, […]

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

MILANO: NOTTE DI RIVOLTA AL CORVETTO DOPO LA MORTE DEL 19ENNE RAMY ELGAML

Riprendiamo questo articolo con relativi contributi audio da Radio Onda d’urto: Milano. Accertamenti in corso sul possibile impatto tra l’auto dei carabinieri e lo scooter con a bordo i due giovani che, nella notte tra sabato e domenica, si è schiantato contro un muretto in via Quaranta, zona viale Ripamonti, dopo un inseguimento durato diversi […]

Immagine di copertina per il post
Sfruttamento

USA: sciopero all’azienda Boeing

Lo sciopero alla Boeing, grande azienda statunitense che produce aerei civili e militari, ha coinvolto moltissimi lavoratori nell’area di Seattle che hanno aderito allo sciopero a seguito di una negoziazione sindacale che ha disatteso diversi obiettivi.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La polizia odia i/le giovani

Negli ultimi mesi abbiamo assistito ad un inasprimento della violenza poliziesca e delle intimidazioni nei loro confronti.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

La voce per la Palestina non si arresta!

Torino, presidio al commissariato San Paolo oggi pomeriggio alle ore 18 per Sara.

Di seguito pubblichiamo il comunicato del coordinamento cittadino Torino per Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

USA: Columbia occupata, iniziano le sospensioni, prosegue la repressione poliziesca. Centinaia di arresti

Il campus di New York è off limits anche alla stampa. E i ragazzi erigono le barricate. La Polizia entra a Columbia, centinaia di arresti

Immagine di copertina per il post
Editoriali

Cosa vuol dire un’università libera?

In TV e sui giornali si è scatenata la canea mediatica nei confronti degli studenti e delle studentesse universitarie che richiedono la fine degli accordi di ricerca militari o di dual use con le università israeliane.

Immagine di copertina per il post
Crisi Climatica

Francia: sostegno alle 17 persone arrestate dalla polizia antiterrorismo in seguito alla campagna di azione nazionale contro il mondo del cemento

Lunedì 8 aprile, 17 persone sono state arrestate in Normandia e nell’Ile de France in un’operazione condotta dalla Sottodirezione antiterrorismo. Alcuni di loro sono stati portati nella sede di Levallois-Perret e potrebbero rimanerci per 96 ore.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Grecia: passa la legge sulla creazione di università private. Scontri fuori dal Parlamento

In Grecia è passata in Parlamento la contestatissima legge che equipara le università private con quelle pubbliche nel paese.