InfoAut
Immagine di copertina per il post

Ribelli libici, tra al-Qaeda e Cia


Un interessante articolo di Enrico Piovesana (Peace Reporter)

Martedì scorso, durante un’audizione al Senato americano, l’ammiraglio James Stavridis, comandante delle forze Usa in Europa a capo del quartier generale europeo delle forze Nato (Shape), ha dichiarato che ci sono ”tracce” di al-Qaeda tra gli insorti anti-Gheddafi, seppur ”non significative”.

Tracce che partono dal videomessaggio del 13 marzo con cui il libico Abu Yahya al-Libi (foto), uno dei principali leader di al-Qaeda, esortava i suoi connazionali a proseguire e intensificare la lotta contro Gheddafi: “I libici hanno sopportato sofferenze di ogni tipo per oltre quarant’anni a opera di Gheddafi, che li ha usati per sperimentare le sue idee marce, le sue stravaganze e le sue politiche folli”.

Tracce che proseguono con le notizie pubblicate il 22 marzo dal Sole24Ore a proposito della presenza sul fronte di Ajdabiya di qaedisti libici reduci dall’Iraq e dall’Afghanistan. A iniziare da Abdul-Hakim al-Hasidi: catturato dalle forze Usa in Afghanistan nel 2002, oggi al comando dei ribelli di Derna, ha dichiarato che ”i membri di al-Qaeda sono patrioti e buoni musulmani”.

”Non c’è dubbio che la succursale libica di Al Qaeda, il Gruppo combattente islamico in Libia (Lifg), faccia parte delle forze che si oppongono a Gheddafi; quel che non sappiamo è che peso abbia”, ha dichiarato mercoledì alla stampa indiana Bruce Riedel, ex analista della Cia esperto di terrorismo, per anni consigliere militare della Casa Bianca, membro anziano del Consiglio per le relazione estere e della Brookings Institution.

Il Lifg è stato creato nel 1995 da mujahedin libici reduci della guerra contro i sovietici in Afghanistan, allo scopo di rovesciare il regime di Gheddafi, contro il quale, a Sirte nel marzo del 1996, organizzarono un fallito attentato con l’aiuto logistico e finanziario (100mila sterline) dell’intelligence britannica, l’Mi6. In seguito il Colonnello chiese, primo al mondo, un ordine di cattura internazionale per Osama, ma Londra e Washington bloccarono la procedura.

A capo del gruppo qaedista libico (dal 2001 nella lista nera del terrorismo internazionale islamico) erano Anas al-Liby, che scappato dalla Libia ottenne asilo politico in Gran Bretagna (dove ha vissuto fino al 2000, poi se ne sono perse le tracce), e Mohammed Benhammedi, che da Liverpool fino al 2006 (poi anche lui è scomparso) ha finanziato le attività del Lifg con i proventi del narcotraffico gestito dal barone inglese della droga Curtis Warren.

L’altra sigla storica dell’opposizione al regime libico, tornata d’attualità in questi giorni, è il Fronte nazionale per la salvezza della Libia (Nfsl), movimento laico creato negli anni ’80 da dissidenti esiliati negli Usa e apertamente sostenuto dalla Cia. Anche l’Lnsf aveva tentato di uccidere Gheddafi, nell’aprile del 1984, con una vera e propria azione militare contro il quartier generale del Colonnello a Bab al Aziziyah (morirono ottanta persone, tra libici, cubani e tedeschi dell’est).

altL’esponente più noto dell’ Nfsl è Khalifa Belqasim Haftar (foto), ex colonnello dell’esercito libico rifugiatosi negli Usa nel 1988 dopo la sconfitta della Libia nella guerra con il Ciad. Da allora ha vissuto a Fairfax, Virginia (10 chilometri dal quartier generale della Cia), da dove ha diretto per anni le attività del braccio armato dell’Nfsl: l’Esercito di liberazione libico. Poche settimane fa è riapparso a Bengasi per prendere il comando militare dei ribelli, ruolo che ricopre formalmente dal 24 marzo.

A ben guardare, la coesistenza di uomini di al-Qaeda e dei servizi segreti anglo-americani nelle fila dei ribelli libici è una contraddizione solo apparente. Afghanistan docet.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

guerraLibia

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Porti, ferrovie e nuove basi: così il governo Meloni sta militarizzando l’Italia

Il governo accelera sulle infrastrutture militari: nuovi porti, ferrovie e basi in tutta Italia, mentre cresce la protesta contro il traffico di armi

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

L’11 settembre No al summit della guerra a Roma!

È stato annunciato dal Sole 24 Ore il primo “Defence Summit”, appuntamento programmato dal giornale di Confindustria per l’11 settembre a Roma.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Vicenza – Corteo 13 settembre: “No more bases”

Il corteo è stato organizzato in occasione dell'”Italia-America Friendship Festival” organizzato dall’amministrazione e dalla National Italian American Foundation (NIAF) in occasione dei per i 70 anni di presenza delle basi militari in città.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

To Kill a War Machine. Un documentario su Palestine Action

Palestine Action è un collettivo che da anni porta avanti una campagna di sabotaggi ed iniziative in solidarietà con il popolo palestinese. Di recente il collettivo è stato dichiarato organizzazione terroristica da parte dello stato britannico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Appello per un campeggio No Base territoriale: 5-6-7 Settembre al presidio di Pace “Tre Pini” San Piero a Grado

Mentre crescono le connessioni tra le nostre lotte, sentiamo l’urgenza di continuare ad organizzarci insieme in un nuovo campeggio al Presidio di pace “Tre Pini”, per trasformare il diffuso rifiuto della base militare e della guerra in opposizione concreta.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Si prepara a partire verso Gaza la Global Sumud Flotilla, con il pensiero a Vittorio Arrigoni

Decine di barche con centinaia di persone a bordo, provenienti da 44 Paesi, salperanno da diversi porti del Mediterraneo tra agosto e settembre per raggiungere insieme la Striscia.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Strage di giornalisti a Gaza: Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea assassinati da Israele

Questa notte i giornalisti Anas Al-Sharif e Mohammed Qreiqea sono stati assassinati da Israele in un attacco con drone che ha colpito una tenda di giornalisti davanti all’ospedale Al-Shifa nella città di Gaza.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Genova: armamenti e mezzi cingolati al porto. Procura apre inchiesta, presidio dei portuali

La Procura di Genova ha aperto un fascicolo per atti relativi alla nave Bahri Yanbu, il cargo saudita su cui sono stati trovati armamenti e mezzi militari cingolati.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

“Guerra alla guerra”: dopo l’assemblea nazionale in Val di Susa inizia un percorso di mobilitazione sui territori verso e oltre l’8 novembre a Roma

Riportiamo di seguito gli interventi introduttivi dell’assemblea nazionale tenutasi domenica 27 luglio durante il Festival Alta Felicità in modo da sottolineare le caratteristiche del percorso di mobilitazione contro guerra, riarmo e genocidio in Palestina proposto in tale occasione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

No Muos: spropositato dispositivo di polizia contro chi si oppone a Muos e guerra

Ci teniamo a raccontare cosa è successo il giorno della manifestazione per rendere noto a tutti/e come in Contrada Ulmo si vive in uno stato di polizia.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

‘Nessun paradiso senza Gaza’: intervista esclusiva di Palestine Chronicle al rivoluzionario libanese Georges Abdallah

Traduciamo da The Palestine Chronicole questa lucida e approfondita intervista del 13 agosto 2025, a Georges Abdallah.

Immagine di copertina per il post
Formazione

Guerra alla guerra: come organizzarci nelle scuole?

Nei contesti che attraversiamo occorre ripartire dalla concretezza del rifiuto per sabotare e opporsi realmente alla ristrutturazione, definendo con l’esperienza pratiche di conflitto riproducibili per bloccare sul nascere la guerra.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

E’ uno sporco lavoro / 3: Hiroshima Nagasaki Russian Roulette

Sono ancora una volta delle parole, in parte esplicite e in parte giustificatorie, quelle da cui partire per una riflessione sul presente e sul passato di un modo di produzione e della sua espressione politico-militare.

Immagine di copertina per il post
Approfondimenti

Il laboratorio della guerra. Tracce per un’inchiesta sull’università dentro la «fabbrica della guerra» di Modena

Riprendiamo questo interessante lavoro d’inchiesta pubblicato originariamente da Kamo Modena sul rapporto tra università e guerra.