Roma: cresce la protesta contro l’accordo ACEA – Mekorot
I promotori dell’appello sottolineano che la Mekorot è il braccio esecutivo delle politiche israeliane che sottraggono acqua ai palestinesi e ne negano il diritto all’accesso nei Territori Palestinesi Occupati, come documentate da organizzazioni internazionali, (quali Amnesty International e ONU), Palestinesi (Al Haq) ed israeliane (Who Profits e B’Tselem).[1] La Mekorot, infatti, alla quale sono state “trasferite” nel 1982 tutte le infrastrutture idriche palestinesi dalle autorità militari israeliane, pratica una sistematica discriminazione nella distribuzione dell’acqua. Riduce e raziona le forniture idriche ai palestinesi a favore delle colonie illegali e dell’agricoltura intensiva israeliana, creando nella regione una vera e propria “apartheid dell’acqua”. Il consumo pro capite giornaliero dei coloni israeliani è dì 369 litri [2] mentre quello dei loro vicini palestinesi è di 73 litri, al di sotto della quantità minima raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (100 litri).
Per queste ragioni, la società idrica Vitens, il primo fornitore di acqua in Olanda, a seguito delle indicazioni del suo governo ha recentemente interrotto un accordo di collaborazione con la Mekorot, motivando la decisione con l’impegno verso la legalità internazionale. Un impegno assunto anche da altre imprese europee nelle ultime settimane, che vogliono evitare legami con le colonie israeliane, come il fondo pensione olandese PGGM, la Danske Bank, la più grande banca danese, e il fondo statale norvegese.
Una lettera firmata da organizzazioni della società civile palestinese impegnate sulle questioni di acqua, agricoltura e ambiente ricorda l’obbligo legale degli Stati e delle sue istituzioni di “non dare copertura o assistenza alle violazioni israeliane del diritto internazionale” ribadendo che la “proposta di collaborazione tra ACEA e Mekorot equivale a una violazione di tale obbligo giuridico”.
I promotori della campagna sottolineano che questa iniziativa, come le altre che in tutto il mondo chiedono il boicottaggio economico e commerciale, il disinvestimento e le sanzioni verso Israele (BDS), è tesa a sviluppare una sempre maggiore pressione sul governo di Israele affinché rispetti il diritto internazionale, ed in particolare la Convenzione dell’Aja e la IV Convenzione di Ginevra che vietano alla potenza occupante di sfruttare le risorse del paese occupato. Il movimento BDS sostiene la parità di diritti per tutti e perciò si oppone ad ogni forma di razzismo, fascismo, sessismo, antisemitismo, islamofobia, discriminazione etnica e religiosa.
La campagna contro l’intesa tra ACEA e Mekorot, che ha trovato un convinto sostegno nei movimenti per l’acqua pubblica impegnati nella lotta contro la minacciata completa privatizzazione di ACEA, si svilupperà nelle prossime settimane con iniziative di pressione sul Comune di Rome e sull’ACEA perché non dia seguito al memorandum di intesa con la società israeliana.
PER INFO:
Comitato No Accordo Acea – Mekorot
[1] Jad Isaac & Jane Hilal (2011): Palestinian landscape and the Israeli––Palestinian conflict, International Journal of Environmental Studies, 68:4, 413-429 – http://dx.doi.org/10.1080/00207233.2011.582700
[2] Amnesty International, Troubled Waters: Palestinians Denied Fair Access to Water (2009)
OCHA, How Disposession Happens (2012)
Human Rights Watch, Separate and Unequal: Israel’s Discriminatory Treatment of Palestinians in the Occupied Palestinian Territories (2010)
Al Haq, Water For one People only: Discriminatory Access and ‘Water-Apartheid’ in the OPT (2013)
Who Profits, Il coinvolgimento della Mekorot nell’occupazione israeliana (2013)
B’Tselem, The Water Crisis (2011)
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