InfoAut
Immagine di copertina per il post

Salvini in visita in Israele: un inchino al sionismo

||||

Matteo Salvini, vicepresidente del consiglio e ministro dell’interno da ieri, 11 dicembre 2018, è in visita in Israele per 24 ore.

La visita del ministro è iniziata in maniera assai inusuale. Come prima tappa si è recato al confine con il Libano, direttamente dall’aeroporto di Tel Aviv con un elicottero militare israeliano. Diventa subito l’occasione per scattare alcune foto e video con le forze di occupazione Israeliana, a uso e consumo dei suoi seguaci sul web. In realtà l’agenda del ministro sembra essere più rituale e meno stravagante di quanto riportato dai giornali Italiani: arrivo a Gerusalemme, città di residenza, incontro con il patriarca latino di Gerusalemme, incontro con il ministro dell’Interno Israeliano ed a seguire una conferenza stampa, anche se unilaterale. Poi il muro del pianto, il santo sepolcro e lo Yad Vashem, il memoriale dell’olocausto, l’incontro con il primo ministro Israeliano Benjamin Netanyahu e con il ministro del turismo.

In tanti, tra giornalisti e commentatori, si sono soffermati esclusivamente sulle “gaffe” di Salvini definendolo “inesperto” “incauto” ed “inadatto” rispetto al definire Hezbollah come gruppo terroristico, ci teniamo a ricordare che Hezbollah è un partito Libanese e  che il Libano è ufficialmente ancora in guerra con Israele. D’altronde bisogna dirlo Salvini è sempre bravo a far notizia: questa visita altrimenti, anche sulla stampa nostrana, sarebbe passata inosservata. Bisognerebbe invece chiedersi perché Salvini si sia recato in Israele ed analizzare la sua agenda e le sue dichiarazioni senza piagnistei o peggio isterismi sulla sicurezza dei militari Italiani presenti in Libano.
Il segretario della lega ha fatto una scelta precisa di posizionamento perchè non è andato in visita come “rappresentante del popolo italiano” bensì come capo di un partito politico in forte ascesa in Italia. Inoltre ha preso la decisone forte di non andare nei territori Palestinesi, evitando anche Betlemme, tappa solitamente obbligatoria anche per i più strenui sostenitori del sionismo – ci andò anche Donald Trump.

Salvini ha deciso di schierarsi con Israele e contro il popolo Palestinese per varie ragioni, la prima delle quali è sicuramente quella di dover pagare un tributo ad uno stato neocoloniale occidentale estremamente influente in vista delle elezioni europee, momento cruciale per consolidare la propria posizione di potere.
Questa scelta è stata una mossa, a dire il vero, non troppo originale nel panorama italiano: prima di lui già Renzi (nel settembre 2015) e Fini (nel lontano 2003), tra gli altri, si recarono in Israele per consolidare la propria posizione di leader politici.

Particolarmente significativa è anche la tappa allo Yad Vashem, memoriale dell’olocausto, durante la quale alcuni attivisti Israeliani hanno intitolato una manifestazione contro la visita di Salvini “Yad Vashem lavatrice Israeliana”. Questo santuario per conservare la memoria dei crimini nazisti contro il popolo ebraico infatti ha il potere di lavare i panni sporchi di coloro i quali, più o meno ambiguamente, si accostano a movimenti di estrema destra, razzisti e antisemiti.
Matteo Salvini ha il problema oggi diripulirsi dalle accuse di antisemitismo per le amicizie ambigue di quei “bravi ragazzi” che si definiscono fascisti del terzo millennio. Quale migliore lavatrice allora se non il monumento alla memoria dell’olocausto e la benedizione della nazione ebraica “in terra santa”? D’altronde sappiamo bene che non c’è nessuna contraddizione sostanziale tra estrema destra e sionismo. Infatti come ben sottolinea un articolo di Ramzy Baroud e Romana Rubeo per Aljazeera c’è un forte legame tra l’alt-right Americana, l’estrema destra Europea e il sionismo.

Screenshot 2018 12 12 Matteo Salvini matteosalvinimi Twitter
In un solo tweet il vicepremier riporta tutta la retorica dell’estrema destra Europea: i nemici sono gli islamici i quali, sia ben chiaro, sono terroristi e pericolosi. Israele, stato neocoloniale di insediamento, deve esistere ed essere baluardo del modello europeo in medio oriente.
È interessante anche soffermarsi su alcune delle dichiarazioni rilasciate da Matteo Salvini durante la prima conferenza stampa che ha tenuto ieri a Gerusalemme. L’identificazione di Hezbollah come il terrorismo islamico infatti non è un’affermazione diplomatica in polemica con il partito libanese, quanto piuttosto l’affermazione dell’obiettivo comune una non troppo chiara “guerra al terrorismo”. Quando Matteo Salvini dice: “bisogna frenare il rafforzamento del terrorismo Islamico e dell’immigrazione clandestina”, rispetto alla collaborazione tra Italia e Israele, mette in relazione due fenomeni il terrorismo e l’immigrazione. Ma mette in relazione anche due luoghi, Italia ed il confine nord di Israele, questi sarebbero luoghi nei quali, attraverso tunnel o barconi si riversa una minaccia per la “civiltà occidentale”. In questo senso l’inusuale visita al confine nord con il Libano assume un altro significato: la difesa dei propri territori.
La guerra al terrorismo è diventata la battaglia che i governi di mezzo mondo combattono contro il mondo arabo-musulmano da quel 11 dicembre del 2001 per giustificare crescenti misure repressive interne e vere e proprie espansioni neocoloniali.

Oltre a questa identificazione di un nemico comune che lega le destre europee ed americane alla Nazione Ebraica bisogna sottolineare che Matteo Salvini dichiara di essere in Israele anche per parlare di“una maggiore presenza Italiana al livello industriale, commerciale, culturale, universitario, formativo in territorio Israeliano, argomentando che Israele destina il 4% del Pil alla ricerca e che cresce del 4% annuo” Sucessivamente all’incontro con il primo ministro Benjamin Netanyahu sembrerebbe che questa maggiore presenza Italiana si potrebbe tradurre in un gasdotto che dalle coste Israeliane arriverebbe sino al sud Italia quindi al Tap. Questa presa di posizione, in linea con quanto proposto dal governo Renzi e con la stessa retorica, per la quale Israele sarebbe un paese ad alto sviluppo tecnologico e con un’invidiabile cultura della democrazia con il quale portare avanti uno scambio tecnologico, etico e culturale. Ricordiamo, a tal proposito quanto sostenuto dall’allora primo ministro Matteo Renzi il 22 luglio 2015:
“Il vostro destino è il nostro destino, la vostra sicurezza è la nostra sicurezza, insieme costruiremo un mondo migliore – e proseguiva così nel suo intervento alla Knesset – (il parlamento Israeliano) “Chi pensa di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro. Possiamo avere opinioni diverse, è accaduto e continuerà ad accadere. Ma l’Italia sarà sempre in prima linea nel forum europeo e internazionale contro ogni forma di boicottaggio sterile e stupido”.

I governanti Italiani da diversi anni si trovano infatti in una pericolosa continuità per un sostegno incondizionato ad Israele, soprattutto per costruire, sulla pelle dei Palestinesi, la propria carriera politica. Tuttavia non ci sembra che questo sia il momento di indignarsi, sappiamo bene e da tempo a cosa puntano i politicanti nostrani vecchi o nuovi che siano.
Piuttosto occorre rilanciare con le lotte tanto invise e temute dallo stato di Israele come il BDS, che dal basso è stato in grado di costruire un fronte globale compatto di opposizione dell’Apartheid Israeliana e delle sue politiche di espansionismo coloniale ai danni dei Palestinesi e degli altri popoli arabi che vivono oltre i confini dello stato sionista. Occorre inoltre ricordarsi che combattere il sionismo ed i suoi alleati significa prima di tutto combattere i fascismi, l’antisemitismo gli altri razzismi.

Ti è piaciuto questo articolo? Infoaut è un network indipendente che si basa sul lavoro volontario e militante di molte persone. Puoi darci una mano diffondendo i nostri articoli, approfondimenti e reportage ad un pubblico il più vasto possibile e supportarci iscrivendoti al nostro canale telegram, o seguendo le nostre pagine social di facebook, instagram e youtube.

pubblicato il in Conflitti Globalidi redazioneTag correlati:

israelepalestinasalvinisionismo

Articoli correlati

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Trump ribalta Zelensky facendo dissolvere la falsa coscienza dal capitalismo “liberale”

Terre rare, materie prime, il dollaro come valuta di riferimento, porte spalancate ai capitali americani e i risparmi nazionali dritti dritti nei portafogli di società Usa. In meno di una riga di post, il neo-presidente, attaccando l’omologo ucraino, ha riassunto la dottrina che gli Stati Uniti hanno seguito per anni. L’Europa balbetta, proponendo solo nuova […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Levante: corrispondenza dall’Indonesia tra il neogoverno Subianto e le prime mobilitazioni dal basso

Levante: nuova puntata, a febbraio 2025, dell’approfondimento mensile di Radio Onda d’Urto sull’Asia orientale, all’interno della trasmissione “C’è Crisi”, dedicata agli scenari internazionali. In collegamento con noi Dario Di Conzo, collaboratore di Radio Onda d’Urto e dottorando alla Normale di Pisa in Political economy cinese e, in collegamento dall’Indonesia, Guido Creta, ricercatore in Storia contemporanea dell’Indonesia all’Università Orientale di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Tajani non sei il benvenuto! Comunicato dell’Intifada studentesca di Polito

Dopo più di un anno di mobilitazioni cittadine, di mozioni in senato e di proteste studentesche, il Politecnico decide di invitare il ministro degli esteri all’inaugurazione dell’anno accademico.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

150 realtà politiche e sociali si incontrano a Vienna per la People’s Platform: alcune valutazioni sulla 3 giorni

Riprendiamo da RadioBlackout: Centinaia di organizzazioni politiche e sociali, per un totale di 800 delegati/e, si sono incontrate a Vienna tra il 14 ed il 16 febbraio in occasione della People’s Platform Europe. Si è trattato di un incontro internazionalista organizzato da collettivi e realtà vicine al movimento di liberazione curdo con l’obiettivo di creare […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Negoziati in Ucraina: Trump e Putin gestiscono le sorti dell’Europa

A seguito di una propaganda elettorale incentrata sulla risoluzione in Ucraina, dopo un lungo scambio con Putin nelle ultime ore, Donald Trump avvia i negoziati per poi farli accettare a cose fatte a Zelensky.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Hamas ha annunciato il rinvio dello scambio di prigionieri: Perché e perché ora?

Hamas si trova attualmente in una posizione in cui deve fare del suo meglio per negoziare l’ingresso di aiuti sufficienti a Gaza, assicurando al contempo la fine della guerra e la formazione di un’amministrazione post-bellica in modo che il territorio possa essere rilanciato e ricostruito. di Robert Inlakesh, tradotto da The Palestine Chronicle Lunedì, il […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Messico: giustizia per Samir Flores Soberanes! 6 anni di impunità

Questo 20 febbraio si compiono 6 anni dal vile assassinio del nostro compagno Samir Flores Soberanes. Sei anni nella totale impunità di un governo che funge da mano armata per il grande capitale. da Nodo Solidale Samir è stato ucciso da 4 colpi di pistola davanti a casa sua ad Amilcingo, nello stato messicano del […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Un unico modo per sconfiggere il Fascismo Israeliano: Ilan Pappé sulla giustizia globale

Riprendiamo l’articolo tradotto di invictapalestina. English version Dobbiamo ancora credere che, a lungo termine, per quanto orribile sia questo scenario che si sta sviluppando, esso sia il preludio a un futuro molto migliore. Di Ilan Pappe – 7 febbraio 2025 Se le persone vogliono sapere cosa ha prodotto in Israele l’ultimo folle e allucinante discorso […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Il progetto imperialista USA-Israele su Gaza e gli sviluppi sul cessate il fuoco

L’amministrazione Trump ha gettato la maschera esplicitando il progetto coloniale e imperialista che lo accomuna al piano sionista di Israele, attraverso dichiarazioni shock senza precedenti il Presidente degli Stati Uniti parla di deportazione e pulizia etnica del popolo palestinese in mondovisione.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Fronte Popolare: Gaza non è proprietà di Trump e qualsiasi sogno di controllarla è puramente illusorio

Il destino di qualsiasi forza di occupazione statunitense non sarà diverso da quello dell’occupazione sionista.

Immagine di copertina per il post
Divise & Potere

Spionaggio e abusi tecnologici: Il caso Paragon e il pericolo della sorveglianza invisibile

Nel cuore di un’Italia già scossa dalle incertezze politiche e sociali, un nuovo scandalo sta scuotendo le fondamenta della nostra privacy e libertà individuale. Si tratta del caso Paragon, un’inquietante vicenda che ha rivelato l’utilizzo di sofisticati strumenti di spionaggio informatico per sorvegliare attivisti, giornalisti e comunissimi cittadini. Una storia che, seppur legata all’uso di […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Palestina: Tel Aviv fa saltare in aria interi edifici a Jenin. Intervista a Christian Elia

Palestina: Israele utilizza le tattiche militari genocidiarie ampiamente viste in 15 mesi su Gaza anche in Cisgiordania. Nel mirino c’è sempre Jenin,  al 14simo giorno consecutivo di assalti, con la morte di 25 palestinesi, decine di feriti, centinaia di persone rapite e altrettante case abbattute.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

La sopravvivenza strategica di Hamas fa impazzire Israele

Sfruttando la sua forza istituzionale, l’adattabilità sul campo e le tattiche psicologiche, Hamas ha magistralmente trasformato la distruzione di Gaza in una dimostrazione di Resilienza, ottenendo avanzamenti sia simbolici che tattici e impedendo a Israele di rivendicare una qualsiasi vittoria politica.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Jenin sotto attacco israeliano: 6 morti e 35 feriti

Il Ministero ha spiegato in una breve dichiarazione che sei persone sono state uccise e altre 33 sono state ferite e sono state trasportate negli ospedali Ibn Sina, Al-Amal e Al-Shifa. È probabile che il bilancio delle vittime aumenti con l’aggressione israeliana. Jenin. Sei palestinesi sono stati uccisi e altri 35 sono rimasti feriti durante […]

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cessate il fuoco nella Striscia di Gaza: facciamo il punto con Eliana Riva

“Cessate il fuoco”: è la notizia che da ieri sera poco dopo le 18 occupa le prime pagine di tutti i giornali, dopo la dichiarazione su Truth da parte di Donald Trump che si è intestato l’accordo tra Israele e Hamas.

Immagine di copertina per il post
Conflitti Globali

Cessate il fuoco(?) su Gaza

Imminente l’accordo di cessate il fuoco su Gaza e di scambio di prigionieri – con la mediazione di Usa, Qatar, Egitto – che dovrebbe prevedere nei primi 42 giorni il rilascio di una parte degli ostaggi e la liberazione di prigionieri politici palestinesi, mentre Israele terrà il controllo del corridoio Filadelfia tra Gaza ed Egitto […]