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Spagna e Portogallo in piazza contro l’austerity

In Spagna entro la fine del mese sono state annunciate nuove riforme economiche da parte del governo guidato da Rajoy che andranno ad inasprire ulteriormente la situazione creata dalle precedenti manovre di rigore.

Dopo l’enorme manifestazione di pochi giorni fa a Barcellona, le piazze spagnole sono tornate a riempirsi: ieri pomeriggio decine di migliaia di persone sono arrivate da tutto il paese per radunarsi nel centro della capitale, in piazza Colon.

Il corteo ha attraversato la città fino a raggiungere piazza Cristoforo Colombo; lungo il percorso alcune centinaia di persone hanno tentato di entrare nella sede del Partito Popolare ma sono state bloccate dai cordoni della polizia, che ha fermato quattro persone per resistenza a pubblico ufficiale, rilasciandole poi in serata.

La situazione spagnola non è dissimile da quella del Portogallo, dove il governo ha annunciato nuovi giri di vite per le prossime settimane; a far esplodere nuovamente la protesta è stata anche la recente decisione di innalzare i contributi previdenziali a carico dei lavoratori dall’11 al 18 %, varata nell’ambito degli accordi con i tre creditori del Portogallo (UE, BCE e FMI) per ottenere il ‘piano di salvataggio’ del paese.

La manifestazione principale ha affollato le strade di Lisbona ma un altro corteo si è mosso anche nella città di Porto.

Nella giornata di ieri le piazze spagnole e portoghesi hanno portato ancora una volta la voce di chi non si rassegna ai diktat del sacrificio, a sottolineare che la battaglia contro le misure di austerity e il ricatto del debito resterà centrale per i mesi a venire.

 

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